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Diffamazione e calunnia: due anni per un assessore provinciale

Nel 2008 l'ex sindaco di Sogliano Cavour, Salvatore Polimeno, licenziò la direttrice di una casa di riposo con l'accusa, rivelatasi falsa, di appropriazione di denaro. L'anno dopo il giudice del lavoro le diede ragione

LECCE  - Condanna a due anni, pena sospesa, per l'assessore provinciale di “Azzurro Popolare” Salvatore Polimeno, riconosciuto colpevole di calunnia e diffamazione. Nell’ottobre del 2008 Anna Rita De Pascalis, responsabile di una delle case di riposo convenzionate con la Regione e gestite dalla cooperativa “Nuove risposte” di Sogliano Cavour, venne licenziata da Polimeno, allora presidente della cooperativa e sindaco di quel comune. La presunta motivazione era di appropriazione di denaro proveniente dalle rette degli ospiti. Per questo la donna fu anche querelata  (ma  il sostituto procuratore Antonio De Donno decise in seguito per l’archiviazione).

Già nel giugno del 2009 il giudice del lavoro dichiarò nullo il licenziamento sostenendo che l’allontanamento della signora fosse stato in realtà una vendetta a seguito di una lettera con cui la responsabile denunciava alla Regione Puglia le carenze della struttura chiedendo di ottemperare agli adempimenti di legge.

Polimeno-3Ottenuta la reintegra, De Pascalis ha denunciato Polimeno per calunnia e diffamazione ed avviato anche un’azione civile: ieri sera il giudice monocratico del Tribunale di Lecce, Silvia Minerva ha condannato il rappresentante nella giunta di Palazzo dei Celestini di “Azzurro popolare”   - che dal marzo del 2012 ha anche le deleghe assessorili alle Attività produttive ricevute dal collega di movimento Salvatore Perrone - imputandogli inoltre le spese di giudizio e il risarcimento del danno in sede civile, dove il procedimento è in corso di svolgimento.

Silvano Negro, dipendente della cooperativa, che in un primo momento aveva accusato la donna attraverso una lettera al presidente - salvo poi ritrattare dicendo di essersi voluto vendicare per una sanzione ricevuta dalla direttrice -, è stato condannato, pena sospesa, ad un anno e sei mesi. La signora è stata assistita dall’avvocato Vittorio Vernaleone.

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