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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Tragedia nel porto, l'autopsia conferma: malore e annegamento

La conferma è arrivata dall'autopsia: Cosimo Casalino, il ragazzo di 29 anni deceduto durante un'immersione nel porto di Gallipoli, è morto per annegamento. A causare la tragedia, con ogni probabilità, una congestione

 

GALLIPOLI – La conferma è arrivata dall’autopsia: Cosimo Casalino, detto Mino, il ragazzo di 29 anni deceduto nel corso di un'immersione venerdì sera nel porto di Gallipoli, è morto per annegamento. L’esame autoptico, eseguito questa mattina dal medico legale Roberto Vaglio, ha confermato la presenza di acqua nei polmoni. Il 29enne, con ogni probabilità, è stato colto da un malore nel corso dell’immersione, forse una congestione, che gli è stata fatale. Per avere un quadro più preciso bisognerà comunque attendere i risultati degli esami istologici, per poi compararli con una disamina approfondita di tutta la storia clinica del ragazzo.

I risultati dell’autopsia saranno poi analizzati dal magistrato titolare del procedimento, il sostituto procuratore Stefania Mininni, che ha ricevuto nei giorni scorsi anche l’informativa redatta dagli uomini della guardia costiera di Gallipoli. La vittima, secondo una prima ricostruzione dei fatti, si sarebbe immerso nelle acque del porto per disincagliare una rete che si era impigliata nell’elica di un peschereccio, al rientro dopo una partita di pesca. Una versione comunque ancora da verificare, poiché, secondo alcuni testimoni, il giovane gallipolino si sarebbe immerso nel fondale del porto per recuperare un “corpo morto” al quale ormeggiare la cima di prua di un moto barca.

Casalino, infatti, aitante e corpulento, era conosciuto nell'ambiente proprio perché al di la della sua attività di pescatore era solito effettuare delle immersioni e delle operazioni in fondo al mare per disincagliare le reti o recuperare le cime dei pescherecci che stazionano lungo la banchina Ferrovia del porto gallipolino. Per lui un “lavoro” di supporto e di ausilio ai pescatori e agli armatori per guadagnare qualche soldo in più per portare a casa la giornata. I membri dell’equipaggio del peschereccio Sant'Antonio V, che sono stati i primi ad accorgersi della tragedia in atto e a lanciarsi in acqua per tentare di salvare il 29enne, sono stati già sentiti dagli inquirenti. Le loro dichiarazioni sono ora al vaglio della magistratura, anche se al momento non sembra profilarsi alcuna responsabilità. 

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