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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Dopo l’incidente nuovo sos per il Sacro Cuore. “Pronto soccorso e Rianimazione da salvare”

Il Comitato pro ospedale ha inviato oggi una nuova lettera aperta ad Emiliano per sottolineare la centralità del presidio per le urgenze. “Il sinistro mortale di sabato dimostra la necessità della struttura”

GALLIPOLI – Incidenti stradali ed emergenze sempre impellenti e all’ordine del giorno nell’hinterland gallipolino. E per questo la centralità dell’ospedale Sacro Cuore di Gesù non può essere messa in discussione. E in particolare il pronto soccorso e il funzionamento a pieno regime della Rianimazione diventano sempre più elemento vitale per garantire la salvaguardia e il diritto alla saluta e al pronto intervento.

Sono le considerazioni che il Comitato pro ospedale Sacro Cuore di Gesù, ha posto nuovamente nero su bianco in una nuova e accorata lettera aperta inviata questa mattina all’indirizzo del governatore di Puglia sul nodo del possibile ridimensionamento del nosocomio e sulla razionalizzazione del polo chirurgico, ma soprattutto sul nodo del sistema di intervento per le urgenze. Un caso emblematico che si è riproposto alla luce dell’ultimo grave incidente stradale dello scorso sabato e che oltre al tragico decesso della giovanissima ragazza 17enne di Alliste, ha determinato anche il ricovero immediato degli altri due occupanti della vettura interessata dal sinistro.              

“In questi giorni, nel reparto di Rianimazione è ricoverata una ragazza vittima di un incidente stradale” scrive il presidente dell’associazione ospedale Sacro Cuore di Gesù, Giacinto Scigliuzzo, “e tale incidente è avvenuto a pochissima distanza del nostro ospedale cittadino. Ma c’è da dire che il ricovero nel reparto di Rianimazione non si sarebbe potuto fare, per aberranti motivazioni burocratiche, se il personale del 118 non l’avesse trasportata in pronto soccorso per problematiche ortopediche e da tale unità operativa non fosse stata trasferita poi nella divisione di Rianimazione.

Così come tale ricovero” evidenzia ancora Scigliuzzo, “non si sarebbe potuto fare neppure se la Rianimazione fosse stata già declassata e non si sarebbe potuto fare neppure se il pronto soccorso fosse stato anch’esso già declassato ad infermeria presidiaria, come ritengono fattibile i responsabili della sanità di emergenza-urgenza della Asl di Lecce”. Da qui, alla luce della realtà oggettiva dei fatti, il Comitato pro ospedale, torna quindi a sollecitare Emiliano e il governo regionale a ponderare le sue scelte nell’ambito della “iscrizione” del Piano di riordino ospedaliero e della futura ipotesi di accorpamento dei presidi.     

Rinnovando anche l’invito a visitare l’ospedale di Gallipoli, il comitato pro Ospedale snocciola ancora una volta una serie di dati aggiornati e più attendibili, subito riversati all’attenzione del presidente della Regione. “Le hanno mai comunicato” scrive Scigliuzzo rivolgendosi direttamente ad Emiliano, “che il 118 di Gallipoli effettua in un anno circa 3mila interventi e in un mese e mezzo, nel clou della stagione estiva, solo la seconda unità mobile ne ha effettuati 600? Le hanno mai comunicato che l’autoambulanza del 118 deve essere sostituita perché in un quadriennio ha percorso 230mila chilometri? Le hanno mai comunicato che il pronto soccorso del Sacro Cuore di Gesù nel 2015 ha sfiorato le 40mila prestazioni? Che in luglio e agosto sono state ben 10.351?”.

Interrogativi e domande dal sapore quasi retorico per evidenziare ancora una volta la giusta battaglia per la salute pubblica e la necessità del potenziamento dell’ospedale ionico. Numeri quelli palesati dal Comitato che non sono solo tali, perché sottintendono patologie, problematiche, casi umani, preoccupazioni. “Numeri che secondo i soloni della sanità leccese” conclude Scigliuzzo, “non hanno alcuna importanza: gli ammalati possono essere tranquillamente sballottolati in altri presidi e pazienza se tali nosocomi sono nel cuore di un centro urbano e ci vuole un’ora per raggiungerli e non, come invece Gallipoli, a dieci metri dalla strada a scorrimento veloce.  E se qualcuno non dovesse farcela? Saranno considerati danni collaterali” chiosa Scigliuzzo, “dell’assurda guerra della sanità salentina, che non guarda l’interesse dei cittadini, ma i piccoli particolari di chi crede di essere più forte?”

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