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A vele spiegate nel mare di Gallipoli. Salpa il campionato dei non vedenti

Su iniziativa dell'associazione "Homerus" e del Club velico ecoresort "Le Sirenè" si svolgono nel Salento sino al prossimo 17 aprile le gare del campionato nazionale open per non vedenti. Nel progetto vela autonoma equipaggi senza accompagnatori

GALLIPOLI - A vele spiegate oltre l’ostacolo visivo e per dimostrare che la normalità si può conquistare anche in mezzo al mare. Se poi la distesa d’acqua è quella della baia di Gallipoli l’impresa assume contorni ancor più affascinanti e suggestivi. Su iniziativa dell’associazione “Homerus” e in collaborazione con il Club velico ecoresort “Le Sirenè” della città bella si svolgono in questi giorni le gare del Campionato nazionale vela ipovedenti e non vedenti velisti, utilizzando imbarcazioni Trident, proprio nel mare di Gallipoli. Quest’anno infatti il Campionato nazionale open “Homerus Match-race” per non vedenti si disputerà lungo le coste salentine sino al prossimo 17 aprile. E’ questa tappa sarà un’ulteriore occasione per in partecipanti e lo staff organizzatore al seguito per incontrare velisti non vedenti provenienti da più parti del mondo e per godere di un meraviglioso spettacolo sportivo di alto livello.

Il progetto Homerus infatti ha come obiettivo prevalente quello d’insegnare ai non vedenti ad andare in barca a vela in maniera autonoma ed il progetto nasce proprio nel 1996 a Toscolano da un’idea del cavalier Alessandro Gaoso, secondo la quale, con particolari accorgimenti, anche i non vedenti possono governare una imbarcazione a vela senza l’aiuto di vedenti a bordo. Nel match race di vela autonoma, il campo di regata è delimitato da tre boe sonore, ciascuna delle quali con un proprio segnale acustico, che permette ai velisti ipovedenti di navigare in maniera indipendente lungo il percorso. Ciascuna barca poi è equipaggiata con un  ulteriore segnale sonoro che cambia a seconda che la stessa abbia le mura a dritta o a sinistra. Con questo sistema acustico, i velisti con problemi visivi sono in grado di navigare in maniera autonoma, e per le regate solitamente si utilizza il format match-race, nel quale le barche  si sfidano fra loro due alla volta.  Questo è il format di competizione più elitario ed emozionante, e richiede grandi capacità, sia tattiche che di gestione della barca. Nella vela autonoma, l’equipaggio deve affidarsi a se stesso per localizzare le boe e sentire come la barca risponde  al vento, e per regolare in maniera precisa le vele toccandole e ascoltandole da soli. Il successo quindi è dovuto puramente alle abilità di comunicazione, concentrazione, lavoro di squadra  e capacità di risposta immediata ai cambiamenti del vento e della barca dei velisti.   

In questi anni il progetto Homerus ha fatto tanta strada ed il sistema di vela autonoma per non vedenti è diventata una realtà unica al mondo, finalmente riconosciuta da organismi velici nazionali ed internazionali quali Fiv, Isaf e Ifds, che sostengono la candidatura della vela autonoma per non vedenti come nuova disciplina velica per i  prossimi Giochi paraolimpici. Homerus considera i velisti non vedenti alla stregua di normali velisti, non li favorisce in alcun modo, e non offre loro una semplice assistenza, ma utilizza l’insegnamento della vela come forza motivante  per superare gli ostacoli della loro vita quotidiana, facendo appello alla loro forza di volontà ed al loro desiderio di “andare da soli” senza l’aiuto di alcun accompagnatore. In questo modo, i non vedenti acquisiscono fiducia in se stessi, coraggio, indipendenza ed autostima, migliorando la propria vita. Quindi la gioia, l’entusiasmo, l’orgoglio e la motivazione superano i timori, gli errori e le fragilità: devono superare loro stessi, e questo è lo spirito di ogni sport. “Attraverso l’attività sportiva siamo convinti di poter contribuire ad una reale affermazione del diritto alle pari opportunità” evidenzia Alessandro Gaoso, “dimostrando che con l’impegno, la costanza e la buona volontà, si può raggiungere qualsiasi obiettivo, guadagnando la fiducia in se stessi e pensiamo che ciò sia un messaggio positivo e di speranza per ciascuno di noi”.

Tra i protagonisti della competizione nelle acque gallipoline anche Gigi Mangia, velista non vedente dell’associazione “Barriere al Vento”, che racconterà la sua esperienza di velista nella regata Brindisi-Corfù dello scorso anno, nell’ambito del convegno in programma domani all’ecoresort Le Sirenè con inizio alle 19. Il convegno approfondirà il tema del turismo sociale accessibile a tutte le persone, lo sport come progetto di vita, l’esperienza della disabilità nelle attività sportive. Per approfondire questo tema, sono stati invitati Attilio Caputo del Club velico ecoresort Le Sirenè, Maurizio Guagnano di Liberrima, Antonio Pascali, presidente del Coni Lecce, Antonio Vernole presidente Cip Lecce, Sergio Blasi, consigliere regionale.

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