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"Caro Flavio, il mio amore per Gallipoli non si svende"

Il sindaco Barba risponde a Fasano in merito alla sentenza del Tar che blocca il trasferimento del Premio barocco. "Usa la città - aveva detto il consigliere diessino - come come feudo personale"

Mentre all'ombra dei bastioni dell'ex Carlo Pranzo è già iniziato il conto alla rovescia per la prima edizione "leccese" del Premio Barocco (il 5 giugno prossimo salvo variazioni dell'ultim'ora), in quel di Gallipoli prosegue la querelle legata all'addio forzato della kermesse del patron Fernando Cartenì. E' di queste ore la decisone del Tar di Lecce che ha accolto il ricorso dell'associazione del Premio Barocco con il quale si impugnavano gli effetti della delibera di Giunta Comunale dell'11 gennaio scorso.

Delibera che sanciva lo "strappo" politico-istituzionale tra il sindaco Barba e lo stesso Cartenì e con il quale l'attuale esecutivo di palazzo Balsamo intendeva sospendere i contributi finanziari destinati proprio al Premio Barocco. Contributi per altro stabiliti in virtù del protocollo d'intesa triennale stipulato con la precedente amministrazione guidata dall'ex primo cittadino Giuseppe Venneri. Il Tar ha quindi dato ragione a Cartenì e ai suoi collaboratori, legittimando le pretese di erogazione dei finanziamenti anche dell'ultima edizione del 2006 (incassati solo per il 30 per cento) e bloccati dal sindaco Barba.

Si tratta ovviamente solo del primo round visto che il primo cittadino di Gallipoli ha già annunciato il ricorso "in appello" al Consiglio di Stato. E lo stesso Barba ha risposto per le rime anche al capogruppo dell'Unione, Flavio Fasano, che direttamente da Firenze (dove è delegato per il congresso del partito Democratico) aveva pesantemente commentato l'esito della querelle giudiziaria "Non avevo dubbi sull'esito del processo" aveva dichiarato appena ieri Fasano, "e con l'ordinanza motivata del Tar oggi traspare chiaramente la responsabilità personale del sindaco Barba per aver mandato via un evento di fama nazionale.

Un'ordinanza che dimostra come quasi pretestuosamente si sia annullato l'evento, sol perché il sindaco Barba non è salito sul palco". Lo stesso capogruppo provinciale dei Ds ha rincarato la dose aggiungendo: "E'ampiamente dimostrato l'egocentrismo di un sindaco che usa la città come suo feudo personale, senza il dovuto rispetto che come massima autorità deve garantire. Mi chiedo ora chi pagherà i danni per questo processo ingiusto e per questa gravissima perdita. Spero il sindaco Barba, di tasca propria". Pronta la replica del sindaco di Gallipoli: "Caro Flavio, altro che… chi pagherà i danni per "[…] questo processo ingiusto", come vai dicendo facendo riferimento alle determinazioni del Tar che intende sospendere il nostro atto deliberativo che va e andrà nella direzione di revocare gli eccessivamente lauti contributi elargiti dall'Amministrazione comunale al Premio Barocco, non avendo questo raggiunto le finalità per cui li richiedeva".

"Caro Flavio, non dimenticare che per il sottoscritto la gallipolinità viene sopra a tutto e prima di tutto. L'amore per la mia città non può essere svenduto per nessun piatto di lenticchie né per chi, continuamente, ai tuoi comizi, in prima fila, durante la nostra competizione elettorale, quella che tu hai perso, correva a spolverarti il palco augurandosi di poter diventare un tuo pupillo con delega al turismo, allo sport e allo spettacolo".

"È triste che tu per amor di polemica non ti curi di come siano stati sperperati i soldi dei cittadini gallipolini per una manifestazione che li ha emarginati non prendendoli in considerazione. A differenza di te, caro Flavio, non ho bisogno di una piccola ribalta per potermi mettere in mostra essendo infinite le occasioni in cui ho modo di apparire mediaticamente, al punto che sono costretto a rifuggire dai pressanti inviti di chi mi vorrebbe gradito ospite televisivo, sia per la mia affabilità che per la mia carica di simpatia che è universalmente riconosciuta e che mi fa sentire sempre un amico tra gli amici".

"Non è di questo che si parla, quindi, come tu fingi di non capire. Qui si parla di amore per la nostra città, di rispetto della dignità delle istituzioni gallipoline e dei loro rappresentanti, scelti ed eletti dai cittadini che io amo e che tu, insieme al patron del festival, tuo compare, per puro spirito di parte, non hai rispettato e non rispetti".

"Se par condicio c'era, doveva esserci anche per il Governatore di Puglia Nichi Vendola, nei confronti del quale nutriamo il doveroso rispetto istituzionale oltre che quello personale e che pertanto escludiamo dalla polemica. Se, come io credo, si voleva fare un affronto al sindaco, si è completamente sbagliato obiettivo perché non si è offeso un uomo ma un'intera cittadinanza, non coinvolgendola, per nessun ruolo e per nessun titolo in quella serata. In sostanza non si possono chiedere i soldi ai cittadini gallipolini e poi dimenticarsi di essi e della nostra città, dando vita ad un prodotto anonimo che avrebbero potuto trasmettere da qualsiasi area portuale d'Italia".

"Con rispetto prendo atto delle decisioni del Tar e con altrettanto rispetto preannuncio sin da ora l'appello al Consiglio di Stato, perché io, a differenza di te, caro Flavio, su tutto sono disposto a passare tranne che sulla dignità dei cittadini che ho l'onore di rappresentare, quella dignità che tu contratti e svendi per una polemica piccola piccola nei miei confronti, preannunciandoti da adesso che sarò pronto a pagare anche di mia tasca - se ciò serve a tranquillizzarti - quello che qualcuno, più autorevole di te, dovesse ordinare. Pensavo che a te queste bassezze non si addicessero. Evidentemente sbagliavo".

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