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Il castello “espugnato” dal degrado. E il Comune respinge le polemiche

L’amministrazione comunale replica ai rilievi dei gruppi di opposizione e chiarisce il nodo della gestione al raggruppamento privato. “Servizi affidati con gara pubblica. Il paragone con Otranto non regge”. Per il restauro servono fondi

GALLIPOLI - Nessuna svendita “promozionale” e gestione del castello affidata seguendo una regolare procedura di gara. E soprattutto ben presto si potranno nuovamente visitare alcune delle sale dell’antico maniero “espugnato” dal degrado e dall’incuria in cui era stato mestamente relegato negli ultimi anni. Non si è fatta certo attendere la puntualizzazione dell’amministrazione comunale retta dal sindaco Francesco Errico sul nodo della gestione delle sale e dei servizi del castello Angioino affidati per un quinquennio al raggruppamento temporaneo di scopo (composto dalle società Orione srl e dalle cooperative Sistema Museo e Kalecò) dopo la relativa gara di affidamento. Ai rilievi critici  e contabili mossi dai banchi dell’opposizione dai consiglieri Luigi Suez e Rosario Solidoro, l’amministrazione comunale ha inteso replicare per fare chiarezza sulla vicenda ed evidenziare la propria linea di condotta.        

“Spiace constatare ancora una volta come la lettura superficiale dei documenti e degli atti ufficiali e la mancanza di informazioni dettagliate portino ad alimentare sterili polemiche che per nulla giovano alla crescita e allo sviluppo della città” esordisce la nota dell’amministrazione Errico, “ricordiamo solo che l’affidamento della gestione quinquennale al raggruppamento di cui è a capo la società Orione, è stato disposto a seguito di regolare gara in cui sono state valutate le offerte pervenute. Occorre però focalizzare l’attenzione sulle condizioni di partenza del castello, in stato di abbandono e degrado, dalla cui analisi appare evidente l’inconsistenza del paragone, mosso dai gruppi di opposizione, con il castello di Otranto che alla consegna risultava immediatamente fruibile, poiché integralmente ristrutturato”.

Secondo quanto rintuzzano da palazzo Balsamo sulla gestione del castello in quel di Gallipoli la situazione è completamente opposta a quella idruntina. E questo in quanto nella situazione locale, il baluardo angioino è stato consegnato all’Ats in condizioni pessime, sprovvisto di impianti, pavimentazione, infissi e servizi ed era stato trasformato, negli anni, in un deposito di una quantità spropositata di materiale di risulta. Il tutto essendo stato sede per decenni dei Monopoli di stato e deposito delle sigarette e anche sede della Guardia di Finanza. Nei meandri del castello gallipolino erano poi stati adattati locali adibiti a vano caldaie e a gabbie per le unità cinofile che sono stati rimossi e riportati all’origine a spese della società capofila Orione.

Ovviamente il nuovo gestore in tutti questi mesi trascorsi dall’aggiudicazione della gara ha provveduto ad effettuare gli interventi possibili e rilevando quelli di competenza del Comune. Il tutto anche con i rilievi e le ispezioni effettuate con il supporto della Soprintendenza, che hanno evidenziato come riportare il castello Angioino alla sua struttura originaria, con un restauro puntuale e articolato di tutti gli ambienti e di tutte le componenti, è un’opera realizzabile solo ed esclusivamente attraverso un corposo finanziamento pubblico poiché necessita di somme di cui  nessun Comune può disporre. Un progetto in tale direzione è da tempo inserito anche nell’elenco del piano delle opere pubbliche ed è in attesa del reperimento di sostanziali fondi per essere attualizzato.

Da qui l’amministrazione comunale “giustifica” la sua decisione di approntare un bando per la gestione privata e temporanea per consentire un ritorno alla fruibilità dell’antico maniero. “La società che si è aggiudicata la gestione del castello” spiega il sindaco Errico a nome della giunta e della sua maggioranza, “si è accollato l’onere di ripulire, ristrutturare, mettere in sicurezza,  allestire ed arredare i percorsi e le sale da destinare alla fruizione dei visitatori. Operazione impegnativa che ha richiesto diversi mesi di lavoro dall’assegnazione ad oggi e con spese ingenti e importanti da ammortizzare nel corso dei cinque anni di gestione”.

Di competenza del raggruppamento privato sono inoltre l’organizzazione e l’allestimento di mostre artistiche e di manifestazioni culturali, l’apertura e chiusura al pubblico, la custodia e la guardiania, la pulizia dei locali e dei percorsi utilizzati, la pulizia degli spazi di accesso e di pertinenza. E ancora, scorre l’elenco dettagliato del Comune, l’attività di guida turistica con accompagnamento dei visitatori nel castello, la  manutenzione ordinaria incluse le spese per i materiali, la promozione del castello di concerto con l’amministrazione comunale, nonché la predisposizione di un front office. Spettano invece al Comune tutti i lavori di impiantistica di base completamente inesistenti. “Bisognerebbe dunque essere più cauti nell’esternare critiche ed accuse anche pesanti” conclude la nota del Comune, “ed essere grati invece a chi si impegna per rendere godibile a tutti e riportare all’antico splendore il vessillo della città. Siamo orgogliosi del lavoro svolto fin qui e di aver reso finalmente fruibile il castello. Nel frattempo continueremo il nostro impegno quotidiano anche per cercare di intercettare finanziamenti pubblici per un restauro corposo e integrale”.

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