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Al Comune terreni e immobili della Praia del Sud. Sinistra Italiana: “Subito le ruspe”

Acquisizione al patrimonio comunale dopo la sentenza per abusivismo dell’ex villaggio turistico. Esposito invita Minerva ad abbattere le opere

GALLIPOLI - Il Comune di Gallipoli, con una recente ordinanza del 25 ottobre scorso a firma del dirigente vicario dell’ufficio tecnico, Sergio Leone, ha disposto l’acquisizione gratuita al patrimonio comunale dei terreni e delle opere realizzate, e ritenute abusive, dell’area dell’ex insediamento turistico della Praia del Sud, ricadente in località li Foggi. Il provvedimento, in forza della sentenza penale di condanna del 27 luglio del 2012, e divenuta irrevocabile ormai nell’estate scorsa, a carico dell’allora amministratore unico della società, ha disposto altresì la trascrizione immediata della stessa ordinanza presso la Conservatoria dei registri immobiliari.

I giudici penali avevano infatti già imposto la demolizione (e il ripristino dello stato dei luoghi) delle opere edilizie per le quali “era stata accertata la lottizzazione abusiva” e disposta “la confisca dei terreni, abusivamente lottizzati e delle opere abusivamente costruire. Per effetto della confisca i terreni sono acquisiti di diritto e gratuitamente al patrimonio del Comune nel cui territorio è avvenuta la lottizzazione. La sentenza definitiva è titolo per l'immediata trascrizione nei registri immobiliari”. La confisca ha riguardato 164 bungalow “impiantati stabilmente al suolo”, un fabbricato destinato a ristorante e bar, un supermercato, una reception ed uffici, oltre ad altri servizi e strutture accessorie, nonché il terreno riportato in catasto e ripartito in undici particelle, oggetto della trasformazione urbanistica decretata illegittima dopo una lunga sequela di sentenze e ricorsi alla giustizia penale, amministrativa e anche con un ricorso al capo dello stato. Tutte opere realizzate ed ampliate a poche decine di metri del canale dei Samari e della spiaggia di località Li Foggi nella zona retrostante il litorale della Baia Verde e che come riportato nella sentenza di condanna sono sorte “in assenza di permesso di costruire e di nulla osta delle autorità preposte al vincolo” trattandosi anche di un sito d’interesse comunitario e di zona di protezione speciale.

Ora con la sentenza diventata irrevocabile il 17 luglio scorso e il provvedimento di acquisizione del Comune, salvo ulteriori impugnazioni, si dovrà decidere sul destino della zona (in parte utilizzata in estate come area a parcheggio privato a servizio dei lidi) e dei manufatti realizzati nell’area dell’ex Praia del Sud. L’amministrazione comunale potrà ora seguire due strade: ridefinire la destinazione pubblica degli immobili con finalità sociali o istituzionali o procedere direttamente con l’abbattimento definitivo per garantire il ripristino dello stato luoghi e il riequilibrio naturalistico della zona che sorge a ridosso del parco naturale del litorale gallipolino. E su quest’ultima soluzione si è espresso in maniera inequivocabile il circolo gallipolino di Sinistra Italiana che con il proprio segretario cittadino, Massimo Esposito, ha invitato il sindaco Stefano Minerva a procedere senza indugio all’abbattimento delle opere “sentenziate” come abusive.       

“Apprendiamo che con un’ordinanza del dirigente di settore del Comune di Gallipoli è stato disposto, così come previsto dalla sentenza penale del tribunale di Lecce, l'acquisizione al patrimonio del Comune delle opere ed aree oggetto di illegittima trasformazione urbanistica e lottizzazione abusiva di proprietà della società Praia del Sud spa, ricadenti in località Li Foggi” evidenzia Esposito, “la questione del villaggio Praia del Sud”rappresenta una delle pagine più tristi e nefande della storia amministrativa del comune di Gallipoli che ha visto direttamente coinvolti amministratori e dirigenti comunali che hanno inflitto alla città e al suo ambiente una ferita la cui cicatrice segnerà ancora per anni e anni lo splendido volto della perla dello Ionio. Alla luce di questo primo passo verso il ripristino della legalità e a completamento del dispositivo della suddetta sentenza” aggiunge il segretario di SI, “chiediamo oggi a gran voce al sindaco di Gallipoli di mettersi alla guida della prima delle numerose ruspe necessarie e radere al suolo ogni edificio manufatto e qualsiasi altra opera illegalmente realizzata nell'area in questione dando, con coraggio e convinzione, un segnale netto e chiaro a chi un domani avesse ancora intenzione di portare sfregio al territorio di Gallipoli. Ogni ripensamento o soluzione alternativa, come quella di destinare le opere a case popolari, non potrà che essere interpretata quale atto di connivenza da parte di quest'amministrazione con quel sistema politico, amministrativo e imprenditoriale marcio ed insano che tanto male ha fatto a questa città  e all'intera nazione”.

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