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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Errico chiama il Comitato a palazzo. Ma le magliette bianche non si fidano

Il sindaco telefona al portavoce Giurgola per fissare un incontro con una delegazione e affrontare le questioni sul turismo caos e la cabina di regia. Dal sodalizio dura presa di posizione: "No a duelli rusticani". Rilanciati i quesiti

GALLIPOLI - Tanto complesso il tema del contendere sulla gestione e regolamentazione del turismo maleducato e oltraggioso della città quanto tortuosa e zoppicante la via del dialogo e del confronto.  Per dare risposte e mettere sul tavolo idee e programmi concreti. Per dare sostrato ad una annunciata cabina di regia che dovrebbe calmierare e analizzare da vicino criticità e vulnerabilità del modello turistico gallipolino per evitare nuove stagioni al limite della decenza e della sopportazione. Punto e a capo. Dopo il pressing popolare e la cassa di risonanza offerta dal Comitato cittadino di liberazione e la replica dell’amministrazione comunale del sindaco Francesco Errico, degli operatori turistici e dei balneari, ecco gettare le basi per un cambio di rotta.

E per schiudere la contrapposizione e la sterile denuncia e il rimbalzo delle responsabilità che non potranno mai portare da nessuna parte. Men che meno a scardinare un sistema  che deve ritrovare nelle maglie delle regole e del vivere civile, nel decoro e nella rispetto della legalità diffusa la sua linea di condotta. E allora basta col muro contro muro. Per passare alla fase propositiva. E concreta. Su tale versante sembrava incastonarsi la richiesta del primo cittadino di Gallipoli, Errico, di incontrare una delegazione del Comitato civico della magliette bianche in lotta per i bisogni, le emergenze e le necessità della città.

Un incontro caldeggiato per gettarsi alle spalle personalismi e attacchi al vetriolo, almeno così sembra di primo acchito. E per avviare un abbozzo di programmazione ascoltando le richieste di quella fetta di popolazione che in quel Comitato, e nella sua battaglia di “liberi pensatori”, si riconosce. Una sorta di tavolo tecnico e di confronto preliminare (da valutare se cadenzato o meno con la presenza dei giornalisti) e con il coinvolgimento della Consulta civica. Un incontro “protetto” senza ragioni urlate e assembramenti, che spesso, e a tutte la latitudini, non favoriscono certo il dialogo con le rappresentanze istituzionali.

+Dal sindaco Errico, per via telefonica, era giunta tale proposta indirizzata al portavoce del Comitato, Roberto Giurgola: “Un incontro nella casa comunale, per confrontarsi. Tre esponenti dell’amministrazione comunale, il sindaco e gli assessori Greco e Piteo e tre delegati del Comitato civico alla presenza dei giornalisti e della Consulta civica”. Una proposta reiterata magari anche facendo venire meno la presenza “ingombrante” della stampa. Un incontro che in uno modo o nell’altro dovrebbe svolgersi nel pomeriggio di venerdì in Comune. Forse.

Una richiesta che non ha convinto in pieno i coordinatori del Comitato civico almeno da quanto si evince dalla nota a firma del portavoce del sodalizio che ha fatto seguito all’annuncio della richiesta mossa dall’amministrazione comunale. Un incontro e un confronto che le magliette bianche avevano chiesto agli albori dell’ultimo Consiglio comunale auspicando la sospensione dei lavori e la discussione dei quesiti posti al sindaco in un volantino vergato per animare la protesta. “L’invito ad incontrarci, così come proposto dal sindaco in una sua telefonata, con modalità che sono:  ‘tre di voi, tre di noi (io, la Greco e Piteo) con i giornalisti’, ci offende e maltratta il senso e la filosofia del nostro impegno per la città,  alla quale vogliamo continuare ad ispirarci” si legge nella nota del Comitato, “i duelli rusticani, sindaco, non sono per noi. Fanno parte della bassa fucina in cui si forgiano interessi di bottega.

Noi abbiamo l’aspirazione di essere la città e di rappresentare la città, con i suoi bisogni, le sue emergenze, le sue necessità. Noi non veniamo a duellare, noi volevamo essere sentiti nella massima istituzione democratica cittadina, Il Consiglio comunale, ma là non ci ha permesso sindaco di poter discutere! Abbiamo posto per lettera ed in modo chiaro delle domande e lei non ci ha degnati”. Ad una sorta di duello rusticano il portavoce Giurgola a nome degli aderenti risponde picche: “se lo faccia da solo”, sentenzia in un passo del comunicato. Poi però nel proseguo ecco che l’invito sembra poi essere accolto, con i dovuti distinguo. “Noi  accogliamo l’invito  ricevuto  dal sindaco ed andremo ad ascoltare le risposte su quei temi contenuti nella missiva protocollata e consegnata  a Palazzo Balsamo” scrive ancora Giurgola nella nota, “anche se crediamo, per l’importanza delle domande, sarebbe auspicabile ascoltare le risposte in un Consiglio  comunale. Valuteremo le risposte ricevute, analizzandole con i cittadini, con i quali svilupperemo nuove idee e consigli, da riportare all’amministrazione, al fine di iniziare un nuovo percorso costruttivo, per il bene comune”

E a margine, dal Comitato, vengono riproposti i quesiti in parte già elencati nel documento protocollato in Comune (e che il sindaco Errico ha annunciato di aver già sottoposto anche all’attenzione della Procura per i riferimenti legati alle recenti vicende giudiziarie) e con i quali si chiede: “di spiegare le ragioni per le quali il sindaco ha deciso, attraverso innumerevoli e tra loro contraddittorie deroghe in materia di inquinamento acustico e ampliamento degli orari di chiusura degli esercizi che diffondono musica, di determinare lo stato di degrado sociale che abbiamo vissuto e stiamo vivendo in questi giorni. Un problema che sotto la sua amministrazione si acuisce anno dopo anno. Di spiegare le ragioni per le quali tollera l’abuso di occupazione di suolo pubblico e se le risulta che tali situazioni sono state individuate in ambienti familiari ai consiglieri di maggioranza. Se l’amministrazione non dà il buon esempio è difficile richiedere comportamenti corretti ai cittadini. 

E ancora le chiediamo qual è il costo delle forze di polizia comunale impegnate nei servizi predisposti in occasione di eventi organizzati prevalentemente, se non esclusivamente, da un singolo soggetto privato, il Parco Gondar. Perché nel cartellone eventi “Estate 2014” del Comune di Gallipoli vi è la presenza degli eventi medesimi e se tale attività di promozione pubblicitaria abbia avuto un vantaggio economico per il Comune. Le chiediamo chi paga il costo dell’evidente disagio in termini ambientali al verificarsi dei medesimi eventi. Le chiediamo anche di conoscere le sue determinazioni, in ordine alla richiesta che le abbiamo fatto, per consentire a tutti i cittadini, ospiti e famiglie, di accedere gratis al Castello di Gallipoli sulla base della legge Franceschini ogni prima domenica di mese, che lei ha ignorato evitando di iscriverla all'ordine del giorno del Consiglio comunale, non consentendo così di usufruire di un servizio culturale come nel resto d'Italia”.

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