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Depuratore, si punta sull’affinamento. Il sindaco Errico: “Eliminare lo scarico”

Nel mini-vertice con il sindaco ionico il presidente Vendola ha illustrato il progetto di ampliamento dell'impianto di trattamento delle acque. Il 22 sopralluogo di Regione e Aqp per verificare lo scarico a mare sul litorale nord

GALLIPOLI – Tra soluzioni in itinere, e si spera definitive, e querelle politiche. Sulla problematica degli scarichi a mare e del depuratore consortile di Gallipoli, la Regione sembra aver indicato la sua strada maestra. Mentre il presidente della Provincia, Antonio Gabellone, in queste ore lamenta, e non poco, il mancato coinvolgimento dell’ente di palazzo dei Celestini nell’ultima riunione convocata nei giorni scorsi sulla questione. In attesa del tavolo tecnico definitivo, nel mini-vertice di inizio settimana con il presidente Nichi Vendola, e i tecnici di Aqp e Autorità idrica, il sindaco ionico Francesco Errico ha appreso delle novità importanti relative all’impianto depurativo consortile. Anche se per risolvere completamente il problema dello scarico a mare passerà ancora del tempo. Almeno un anno e mezzo. Questo in sintesi l’esito del confronto sollecitato dal primo cittadino e che ha visto ribadire, da parte del governo regionale e dei tecnici di settore, la volontà di implementare l’impianto di affinamento delle acque reflue, già entrato in funzione la scorsa estate. Anche se, anche a causa di qualche noia tecnica, a quanto comunicato dall’Acquedotto e dal Consorzio di bonifica con note ufficiali depositate in Comune, lo stesso è rimasto operativo e in perfetta efficienza solo per 31 giorni.

La Regione con un progetto di ampliamento della piattaforma di affinamento punta al recupero totale delle acque depurate, ad oggi garantito solo al 40 per cento. Restano dunque in sospeso le soluzioni della realizzazione della condotta sottomarina e della fitodepurazione (con quotazioni in ribasso visto che la Regione ritiene non percorribile la via della bonifica delle cave trasformate in discariche a cielo aperto). Con il potenziamento dell’impianto di affinamento al cento per cento si punterebbe ad estendere la richiesta del riuso dell’acqua depurata da parte del consorzio di bonifica Ugento-Li foggi per l’agricoltura. Così come si potrebbe ampliare il riuso per irrigare le aree verdi della città o per il lavaggio delle strade, o più in generale per gli usi civici e alternativi da valutare. L’impianto di affinamento, attiguo al depuratore di via Scalelle, ha al momento una potenzialità massima di 140 litri al secondo d’acqua di buona qualità da distribuire all’agricoltura, consentendo la riduzione del prelievo dalla falda, alleviandone lo stress e dando la possibilità di liberare risorse per altri usi. Lo scorso anno è stato in grado di prelevare e distribuire circa 90 l/s nella fascia oraria dalle 5 del mattino alle 19, per una portata complessiva di 4.600 metri cubi al giorno, a fronte degli 11mila metri cubi giornalieri che arrivavano nell'impianto di depurazione.

Per verificare la funzionalità della piattaforma depurativa complessiva e i fenomeni legati allo scarico a mare, documentati dal Comune, la Regione e l’Acquedotto (che ha monitorato la zona dello sbocco a mare in questi giorni tramite i suoi funzionari) hanno anche fissato per mercoledì prossimo un sopralluogo presso l’impianto e sul litorale di Gallipoli. Un pool di tecnici regionali e del Consorzio di bonifica Ugento-Li Foggi accompagnerà l’amministratore unico di Aqp, Gioacchino Maselli, per il sopralluogo tecnico e chiarificatore.

funzionari Aqp controllano lo sbocco a mare-2Ma potenziare l’impianto di affinamento delle acque reflue potrebbe non essere sufficiente a bloccare lo scarico a mare sul litorale nord. La via maestra indicata dal presidente regionale Vendola e dai tecnici regionali sul progetto di ampliamento dell’impianto di trattamento dei reflui non impedirebbe però del tutto, a quanto pare, lo scarico a mare e il divieto di balneazione. Quando le acque affinate non saranno riutilizzate totalmente, l’impianto avrà sempre bisogno di uno sbocco finale: che resterebbe quello sottocosta, sul litorale nord. Una soluzione che non soddisfa a pieno gli amministratori gallipolini, tenendo conto che anche il Consiglio comunale dell’agosto dello scorso anno, aveva deliberato all’unanimità la volontà di bloccare lo scarico e di tutelare senza mezzi termini il mare di Gallipoli. Da qui era stata ventilata, tra le ipotesi percorribili, quella della realizzazione della condotta sottomarina, richiamata anche da Gabellone, e ora passata in subordine.

“La questione del depuratore” commenta il sindaco Errico, “non può assolutamente prescindere da una soluzione finale che tuteli e salvaguardi l’inviolabilità del nostro mare. Una volta sancito quello che per noi resta un punto fermo, è possibile ed auspicabile ogni soluzione più utile per dare una risposta definitiva all’attività depurativa, ma resta prioritaria la difesa incondizionata del nostro mare”. E il primo cittadino ha spiegato anche il suo intendimento a non “disattendere un deliberato votato all’unanimità dal Consiglio comunale, che ha chiesto all’amministrazione comunale di agire per la tutela di un elemento, quale il mare, che rappresenta per la nostra comunità una risorsa non solo ambientale ed identitaria, ma anche uno straordinario strumento per la promozione turistica, per l’immagine e quindi per l’economia della città”. Per questo, prima ancora di trovare la soluzione più idonea per l’attività di depurazione, il Comune spinge per risolvere il problema del recapito finale, che ad oggi sfregia per oltre un chilometro il litorale nord con i relativi divieti di balneazione. “Cancellata quella che resta una macchia per il nostro turismo e non solo” conclude il sindaco Errico, “possiamo sederci attorno a un tavolo per superare situazioni emergenziali e contingenti e dare soluzioni definitive e certe ad un problema che, col passare del tempo, si sta caratterizzando sempre più per la sua annosità”. 

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