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Non fu estorsione ma rapina, condanna in abbreviato per uno dei Padovano

E' stato condannato a 2 anni e otto mesi di reclusione, con il giudizio con rito abbreviato Marcello Padovano, 50enne di Gallipoli. L'accusa nei confronti dell'imputato è stata riqualificata dal gup da estorsione a rapina

 

LECCE – E’ stato condannato a 2 anni e otto mesi di reclusione, con il giudizio con rito abbreviato Marcello Padovano, 50enne di Gallipoli. L’uomo era accusato con il cugino Rosario, noto esponente dell’omonimo clan della Sacra corona Unita, e Giuseppe Barba (i due saranno giudicati con il rito ordinario), di aver estorto dal 2007 al 2010, con la forza e l'aggravante delle modalità mafiose, denaro o merce a commercianti ed artigiani gallipolini. Le estorsioni sarebbero proseguite anche durante la detenzione, avvalendosi della collaborazione di alcuni familiari. Il gup Antonia Martalò ha però riqualificato il reato nei confronti di Marcello Padovano, assistito dall'avvocato Giuseppe Romano, in rapina. Il pubblico ministero Elsa Valeria Mignone aveva chiesto una condanna a 3 anni e nove mesi di reclusione.

A dare avvio alle indagini è stata la denuncia di una delle vittime, che stanca di subire le continue richieste estorsive si è rivolta ai carabinieri, rompendo il muro d'omertà e di paura. Due gli episodi più significativi emersi nel coro dell'inchiesta: il primo risale all'aprile 2010, quando, ai danni di una autocarrozzeria di Gallipoli, dove il proprietario sarebbe stato costretto a riparare un'auto in uso a Rosario Padovano senza ricevere alcun compenso. L'altro episodio, invece, sarebbe iniziato nel lontano 2007 ai danni di un internet point di Gallipoli. 

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