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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Galatea 2, scontro tra accusa e difesa sulle intercettazioni

Torna in aula il processo che vede tra gli imputati l'avvocato Flavio Fasano, ex assessore provinciale e già sindaco di Gallipoli. A tenere banco le eccezioni sollevate dalla difesa sulla non utilizzabilità delle intercettazioni

LECCE – Torna in aula il processo nato dall'inchiesta denominata "Galatea 2", che vede tra gli imputati l’avvocato Flavio Fasano, ex assessore provinciale e già sindaco di Gallipoli. A tenere banco, dinanzi ai giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Lecce (presidente Roberto Tanisi), le eccezioni sollevate dai legali di Fasano, gli avvocati Luigi Rella e Francesco Paolo Sisto, sulla presunta inutilizzabilità delle intercettazioni prodotte dal pubblico ministero Elsa Valeria Mignone. Secondo il collegio difensivo, infatti, Flavio Fasano sarebbe stato intercettato nell'ambito della sua professione di legale (ipotesi non consentita dalla legge), come avvocato di Pompeo Rosario Padovano. Una tesi confermata da due missive (datate 27 ottobre e 14 dicembre 2011) inviate dal procuratore nazionale antimafia, Pietro Grasso, in cui si attesta come lo stesso Padovano abbia sostenuto un “colloquio investigativo antimafia” con il sostituto procuratore della Dna Francesco Mandoi. Un colloquio che sarebbe avvenuto proprio dopo i contatti, attestati nelle missive, tra l’avvocato Flavio Fasano (in qualità di legale di Padovano) e il magistrato salentino. Quelle intercettazioni, dunque, non sarebbero utilizzabili perché avrebbero violato le garanzie dell’imputato.

Inoltre, secondo il collegio difensivo e il consulente di parte, il professor Arrigo Palumbo, le intercettazioni non sarebbero utilizzabili perché sui file mancherebbe la firma digitale in grado di accertare che gli stessi non siano stati modificati. In alcune telefonate vi sarebbero poi “buchi” di alcuni secondi, in cui non vi sarebbe alcuna traccia di rumore. Una circostanza sospetta che non si può giustificare nemmeno con la mancanza di segnale. Le telefonate potrebbero, in astratto, essere state modificate con delle sottrazioni di parole. L'ingegner Palumbo, sentito oggi in aula, ha spiegato come, in mancanza di una chiave di codifica, i file siano facilmente alterabili. Su richiesta dello stesso presidente Tanisi il consulente ha sottolineato come sia possibile eseguire, in teoria, il cosiddetto "taglia e cuci", eliminando parti di conversazione: il risultato sarebbe ovviamente quello di modificare il senso del discorso. Su queste eccezioni il Tribunale si pronuncerà nell’udienza del 15 febbraio.

Copia di DS-fasano-2Oltre a Flavio Fasano nel processo figurano come imputati l'ex amministratore della Lupiae servizi Gino Siciliano; l'imprenditore Giovanni Lagioia, ex presidente della sezione Comunicazione di Confindustria; Michele Patano, 49enne, di Triggiano (Bari), direttore tecnico del Cotup e Michela Corsi, 43enne di Roma, ex collaboratrice dell'utorità di vigilanza sui contratti pubblici. I cinque imputati devono rispondono a vario titolo di corruzione, turbativa d'asta, violazione del segreto d'ufficio e falso in atto pubblico.

Tre, in particolare, gli episodi contestati ed emersi nell'ambito dell'operazione Galatea: la gara d'appalto per la rimozione della cartellonistica pubblicitaria e la gestione degli spazi pubblicitari, bandita dalla Provincia di Lecce nel mese di dicembre 2008; il progetto per la realizzazione dell'Istituto Nautico di Gallipoli, avviato dalla Provincia di Lecce nel 2009; l'assunzione illegittima di un altro indagato nel procedimento, in qualità di dirigente del Comune di Parabita.

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