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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Il caso piscina da demolire finisce su “Striscia”. La consigliera Fiore sbotta contro Minerva

Dopo l’ordinanza del Comune contestuale agli arresti l’attacco dell’ex alleata del sindaco: “Io scaricata per molto meno. Qui il direttore dei lavori è un consigliere di maggioranza”

GALLIPOLI – La controversa vicenda giudiziaria su “Giustizia&favori”, che ha scosso in queste settimane le fondamenta del Tribunale di Lecce e dell'Azienda sanitaria locale e che vede implicato il sostituto procuratore Emilio Arnesano, è stata attenzionata anche dal tg satirico di “Striscia la notizia” con un servizio andato in onda nella serata di ieri. E nella ricostruzione del filone d’inchiesta è stata annoverata anche la circostanza legata ai presunti abusi edilizi in agro di Gallipoli e al provvedimento di dissequestro di una piscina in fase di realizzazione in una  proprietà riconducibile al dirigente dell’azienda sanitaria e primario di Neurologia del Fazzi, Giorgio  Trianni, con una successiva richiesta di archiviazione del Tribunale alla quale, secondo le tesi della procura di Potenza, sarebbe seguito, in cambio della “benevolenza” del pm, un soggiorno con battute di caccia al daino offerto dal dirigente medico.

In particolare il servizio si è soffermato anche sulla recente ordinanza del Comune di Gallipoli con la quale, il 6 dicembre scorso, è stato intimato al dottor Giorgio Trianni e alla moglie, proprietari dell’immobile prospiciente la provinciale 459 per Alezio dove stava sorgendo la piscina (che sarebbe poi stata ultimata secondo quanto documentato dall’inviato di Striscia nonostante una ordinanza comunale di sospensione dei lavori), e al direttore dei lavori, Cosimo Giungato, di “demolire tutte le opere abusive indicate e di ripristinare lo stato dei luoghi a propria cura e spese, entro il termine di giorni 90 dalla data di notifica della presente ordinanza”. E in relazione del coinvolgimento dell’architetto Giungato, attuale consigliere comunale, si è ora aperta anche una nuova diatriba politica a Palazzo Balsamo.   Caterina Fiore-3

     A seguito del servizio infatti la consigliera comunale, ex alleata del sindaco Stefano Minerva, Caterina Fiore, ora nel gruppo misto, ha stigmatizzato il coinvolgimento dell’amministrazione comunale e la posizione del primo cittadino che a suo dire non avrebbe preso le dovute “distanze” dalle circostanze legate alla procedura edilizia contestata. “Non posso nascondere l’indignazione che mi ha provocato l’atteggiamento politico e morale del sindaco Minerva” scrive in una nota la Fiore, “che dinnanzi al pieno coinvolgimento giudiziario del consigliere comunale di maggioranza, nonché presidente della commissione Urbanistica, Cosimo Giungato, non ha preso le distanze, ma addirittura ha detto che aspetterà gli esiti dell’indagine giudiziaria per valutare la condotta”. Le doglianze della consigliera comunale sono legate principalmente alla “disparità di trattamento” che a suo modo di vedere sarebbe stato adottata dal sindaco in questa vicenda rispetto a quella, del tutto slegata e di altra natura, che l’ha vista invece protagonista (il diverbio nell’atrio in Comune e nelle stanze della polizia locale) e per la quale la maggioranza di governo ha preso le distanze dalla stessa consigliera di fatto esautorandola.         

“Nei miei confronti, quando vi fu una mia personale ed autonoma reazione avvenuta nei locali di via Pavia, il sindaco Minerva, il presidente del consiglio, Rosario Solidoro ed alcuni consiglieri della maggioranza non esitarono a convocare riunioni per valutare i fatti e poi pretendere da me lettere di scusa per poi fare comunicati stampa di censura” accusa la Fiore, “eppure nulla di giudiziario vi era ancora su quella vicenda. Oggi, dove l’architetto Giungato, che stando al servizio andato in onda si è pure sottratto dal farsi intervistare, da direttore dei lavori di una piscina di un privato cittadino, ha permesso che si facessero dei lavori totalmente difformi dal permesso di costruire rilasciato dal Comune e che malgrado un’ordinanza di sospensione ha invece fatto andare avanti la costruzione, e su questo vi è una grave indagine giudiziaria da parte della procura della Repubblica di Potenza, non solo non viene politicamente e moralmente censurato, ma addirittura viene difeso dal sindaco Minerva e da tutti i suoi consiglieri comunali, considerando questa gravissima condotta come un fatto professionale privato. Due pesi e due misure” conclude la Fiore, “ecco qual è la trasparenza e la legalità del sindaco Minerva. Anziché invitare il consigliere Giungato a dimettersi, almeno da presidente della Commissione, anziché aprire una indagine interna su come mai l’ordinanza di sospensione dei lavori è emessa in data 1 marzo 2018 mentre quella di demolizione, anziché entro i 45 giorni successivi viene emessa solo il giorno in cui viene alla ribalta la vicenda giudiziaria il sindaco Minerva non fa nulla di tutto questo e dice di attendere gli esiti del processo. Tanto sento di dover dire per dovere di verità, visto quanto da me ingiustamente subito”.SDC_9888-5

Nel servizio andato in onda il sindaco Minerva, in conclusione, riferisce testualmente: “Accerteremo e capiremo se le ordinanze del Comune sono state rispettate, mi auguro che tutto sia andato in maniera lineare, diversamente capiremo se ci sono state delle responsabilità politiche o personali e penali”. Il consigliere comunale Cosimo Giungato, in qualità di direttore dei lavori della piscina, dal canto suo precisa “di aver risposto telefonicamente all’inviato di Striscia la Notizia e aver spiegato tutto l’iter procedurale legato al rilascio dei pareri e delle autorizzazioni paesaggistica e idrogeologica che consentivano la realizzazione dell’opera, inserita in un progetto di riqualificazione, per la quale si sono seguite le prescrizioni del parere meno impattante e che derogavano ai vincoli esistenti” rammentando che già al momento dell’invio dell’ordinanza di sospensione dei lavori la stessa piscina “era ormai quasi del tutto ultimata” quindi non ci sarebbe stato alcun proseguo dei lavori contro la disposizione comunale. Sulle vicenda della polemica politica, con il consueto garbo, il consigliere non intende replicare a quelle che ritiene delle “semplici illazioni” da parte della consigliera Fiore ritenendo altresì di non poter “paragonare sul piano politico e anche dell’etica comportamentale le due vicende riguardanti l’una l’iter per una procedura edilizia che coinvolge la sfera professionale e non politica da un lato, e quella delle censurabili intemperanze nella sede comunale da parte di una consigliera dall’altro”.

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