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Nessun risarcimento milionario alla Gesenu. La Corte d’Appello “assolve” il Comune

I giudici del tribunale di Perugia hanno respinto la richiesta di risarcimento pari a 3milioni e mezzo avanzata dalla ex società del servizio di igiene urbana nei confronti del Comune di Gallipoli. La ditta umbra lamentava i danni per la revoca anticipata dell’affidamento con trattativa privata

GALLIPOLI – Pericolo scampato per l’integrità delle case comunali e nessun risarcimento dovuto da parte del Comune di Gallipoli nei confronti della ex ditta affidataria del servizio di raccolta dei rifiuti alla fine degli anni novanta. Si conclude con una sentenza a favore dell’ente ionico il lungo contenzioso avviato dalla società Gesenu Spa (gestione servizi nettezza urbana) di Perugia che aveva chiesto un risarcimento milionario al Comune per aver risolto anticipatamente nel 2001 il contratto di affidamento del servizio di igiene urbana.  La Corte d’appello di Perugia, con sentenza pubblicata nei giorni scorsi, ha quindi respinto la richiesta della società umbra di ottenere un risarcimento di 3 milioni e mezzo di euro, accogliendo di contro le argomentazioni difensive dell’amministrazione di Palazzo Balsamo assistita in giudizio dagli avvocati Pietro Quinto e Luigi Quinto.

La vicenda ha origine dal 1997, anno in cui il Comune di Gallipoli scelse la strada della trattativa privata per affidare il servizio di raccolta rifiuti nell’ambito di un gruppo ristretto di imprese. La trattativa privata si concluse con l’affidamento alla società perugina della Gesenu, operante nell’ambito dei servizi ambientali. Un affidamento che aprì un primo fronte di contenzioso amministrativo e fu messo in discussione davanti ai giudici di Tar e Consiglio di Stato da altra ditta che non era stata invitata alla gara e che rivendicava invece il diritto a concorrere. Mentre la ditta perugina per alcuni anni ha svolto di fatto il servizio di igiene ambientale il contenzioso amministrativo è andato avanti e l’esito fu quello di richiamo al Comune  all’obbligo di indire una gara pubblica per l’affidamento del servizio. A quel punto il Comune di Gallipoli decise di revocare il contratto stipulato con la Gesenu, risultata vincitrice della trattativa privata, al fine di riorganizzare il servizio e renderlo più funzionale all’esigenza della collettività danda esecutività anche ai richiami delle sentenze dei giudici amministrativi. Decisione che provocò la reazione della società perugina che lamentava di non aver potuto ammortizzare nel tempo gli investimenti effettuati per garantire il servizio nella città ionica dal 1999 al 2001.

Dinanzi alla Corte d’Appello di Perugia il Comune ionico è ora riuscito a far valere le proprie ragioni e gli avvocati Quinto hanno eccepito “l’infondatezza e l’inammissibilità della pretesa risarcitoria”, dimostrando a loro dire come “la società non solo non sia stata danneggiata dalla decisione del Comune di revocare la gara, ma, anzi, sia stata beneficiata dal precedente comportamento assunto dall’amministrazione di affidare comunque a trattativa privata il servizio di raccolta”. Le tesi dei legali del Comune sono state accolte dalla Corte d’Appello che ha anche condannato la società Gesenu al rimborso delle spese legali in favore dell’ente gallipolino.

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