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Nessuna ripicca nel verbale al panificio. Prosciolti due vigili urbani

Cade nell'udienza preliminare l'accusa di abuso d'ufficio e falso nei confronti degli agenti della municipale di Gallipoli, Pellone e Legari. La denuncia del titolare di un panificio, dopo un verbale, non ha trovato riscontri

GALLIPOLINessun riscontro oggettivo e nessuna ripicca posta in essere nell’attività di controllo di due agenti della polizia municipale di Gallipoli ai danni di un panificio della cittadina ionica. Viene così a cadere l’ipotesi accusatoria di abuso d’ufficio e falso ideologico per il maresciallo Roberto Pellone e il collega Luigi Legari che in sede di udienza preliminare, sono stati prosciolti perché il fatto non costituisce reato. Si chiude così in positivo per i due vigili urbani l’inchiesta partita sulla base di un esposto-denuncia del titolare di un panificio gallipolino, sito in via Genova, nel quale i due agenti si erano recati per notificare un atto ad una commessa e nel contempo per effettuare dei controlli di natura amministrativa in seguito ad alcune segnalazioni giunte presso il comando della municipale di via Pavia. 

Nel corpo della denuncia presentata dal titolare dell’esercizio commerciale, difeso dal legale Marco Costantino, si evidenziava come i due agenti avessero “attestato falsamente nel verbale di accertata violazione della normativa del commercio su area pubblica redatto per la mancata esposizione dei prezzi da parte del panificio e biscottificio Le Delizie di Nonna Rosa di Mustafà Arben&C. sas redatto il 10 febbraio del 2012 di essere intervenuti a seguito di lamentele circa la mancata esposizione dei prezzi pervenute presso l’ufficio di polizia amministrativa, laddove invece i due vi si erano recati per notificare un atto ad una commessa del negozio, ed avevano disposto accertamenti sulla regolarità amministrativa solo per ripicca e ritorsione a seguito del comportamento dei titolari dell’esercizio che li avevano pregati di attendere o di ripassare più tardi o nel pomeriggio o di recarsi direttamente a casa della stessa dipendente”. Ai due vigili gallipolini  era anche contestata l’accusa di abuso d’ufficio nell’ambito dell’attività che aveva poi portato alla stesura del verbale per la mancanza esposizione dei prezzi dei prodotti da forno in vendita.  Queste le ipotesi accusatorie contenute nel fascicolo dell’inchiesta avviata dal sostituto procuratore Elsa Valeria Mignone che non hanno trovato riscontro nell’udienza preliminare celebrata ieri in Tribunale

Il Gup Alcide Maritati ha ritenuto valide evidentemente le motivazioni contenute nelle memorie difensive presentate dai due imputati, difesi dall’avvocato Fabrizio Ferilli, e per questo ha inteso prosciogliere Pellone e Legari non riscontrando elementi fondati per sostenere l’accusa in giudizio. Nello specifico la tesi difensiva ha fatto leva anche su alcune contraddizioni emerse nell’ambito della denuncia-querela del titolare della panetteria. “Nel procedimento di autotutela la parte offesa” si legge nella memoria difensiva, “nulla riferisce sui presunti comportamenti maleducati, prepotenti ed autoritari messi in atto dagli agenti,  a suo dire di una ripicca da parte degli agenti e si limita solo a giustificare la non apposizione dei prezzi, ammettendo di fatto l’addebito amministrativo, riferendo che i dipendenti stavano operando la pulizia delle vetrine".  

"Mentre nel verbale di denuncia querela del 16 aprile 2012, si badi bene, querela successiva all’esito del provvedimento di autotutela che evidentemente non produceva gli esiti sperati in quanto il 2 aprile 2012 alla parte offesa veniva notificata l’ordinanza di ingiunzione di pagamento relativa al verbale elevatogli, il titolare si premura di ricostruire in maniera del tutto differente l’operato dei vigili urbani descrivendolo nel modo che si legge nell’informativa. Occorre sottolineare però che la parte offesa nulla riferisce su una circostanza e cioè quella dell’assenza dei prezzi a seguito delle operazioni di pulizia delle vetrine,  riferisce invece che il locale era affollato da molti clienti e che per tale motivo chiedeva ai due vigili di allontanarsi per poter permettere la prosecuzione dell’attività. Delle due l’una però: o l’esercizio commerciale era affollato di clientela e pertanto la commessa era vicino le vetrine ad esplicare l’attività di vendita o  la stessa commessa stava facendo le pulizie delle vetrine”. Accolte anche le contestazioni contro l’accusa di abuso d’ufficio in quanto per “non può certo considerarsi tale un accertamento di polizia amministrativa con conseguente sanzione”.

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