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Sabato, 20 Aprile 2024
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Musica negli stabilimenti fino alle 2.30. Discoteche e locali pubblici contro Minerva

Il 10 agosto il sindaco ha derogato i provvedimenti adottati del commissario che lo ha preceduto, Guido Aprea: il limite era stato fissato alle 20

GALLIPOLI – L’ordinanza con cui il sindaco di Gallipoli ha consentito l’intrattenimento musicale negli stabilimenti balneari autorizzati fino alle 2.30 provoca la reazione formale dell’Associazione Commercianti e Imprenditori di Gallipoli (Acig) che ha presentato alla sezione leccese del Tar un ricorso e una richiesta di sospensione cautelare.

L’intervento dell’amministrazione comunale guidata da Stefano Minerva modifica infatti il provvedimento varato dal commissario prefettizio, Guido Aprea, che fissava alle 20 – e non prima delle 17 - l’orario massimo per la diffusione di musica e la somministrazione di bevande alcoliche. Secondo i ricorrenti il sindaco ha scardinato, su pressione dei balneari, un sistema che sembrava aver messo d’accordo tutti, stabilendo una successione tra le varie tipologie di attività interessate: stabilimenti, pub e ristoranti, discoteche. I primi, insomma facevano da traino ai secondi che, a loro volta, preparavano il terreno alle terze.

La variazione intervenuta nella fase clou della stagione, spiega l’avvocato Alberto Pepe che rappresenta l’associazione davanti ai giudici amministrativi, compromette anche la programmazione stabilita dagli operatori turistici proprio in base ai vecchi orari. Secondo l’Aigc la motivazione addotta dal sindaco – quella cioè di evitare assembramenti e schiamazzi in prossimità degli stabilimenti una volta spenta la musica – è contraddittoria con la soluzione individuata che, anzi rischia di creare complicazioni per la sicurezza e l’ordine pubblico.

L’associazione – di cui fanno parte anche note discoteche – lamenta anche il fatto di non essere state minimamente coinvolte nella decisione, in barba anche al protocollo per la sicurezza concordato tra la prefettura e il ministero dell’Interno. L’ordinanza, infine, sostiene il legale dell’Aigc, sarebbe competenza del consiglio comunale, in relazione a specifici regolamenti, e non del primo cittadino. 

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