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Parco Gondar, il commiato dello staff: nessun cartellone per l'estate 2018

Il 24 marzo il Tribunale del Riesame ha confermato il sequestro della struttura al centro di una inchiesta. Nell'attesa del processo l'annuncio da parte dei proprietari e organizzatori

GALLIPOLI – Almeno per quest’anno non ci sarà alcun cartellone del Parco Gondar, storico contenitore musicale di Gallipoli che ha ospitato innumerevoli concerti e serate danzanti al ritmo dei migliori dj.

La notizia è stata data dallo staff direttamente sulla pagina facebook del parco, con la firma di Ferruccio, Christian, Giusy, Flaminia, Marco, Silvia, Luigi, Oreste, Bruna, Silvana, lo staff che negli anni ha costruito i presupposti perché diventasse un punto di riferimento dell’estate salentina e non solo.

Non si tratta di un fulmine a ciel sereno: il 24 marzo il Tribunale del Riesame ha rigettato l’istanza di dissequestro presentata dai legali dei proprietari, stroncando così ogni speranza di poter allestire la nuova stagione. I sigilli furono apposti nell’arile del 2017, circa due anni dopo un primo provvedimento poi revocato, nell’ambito dell’inchiesta in cui sono ipotizzati i reati di lottizzazione abusiva, falso, invasione e deturpamento di terreni.

“Siamo stati fiduciosi fino all’ultimo momento – si legge nel messaggio - perché super convinti delle nostre ragioni, di aver rispettato tutte le regole e le normative, di avere tutti i permessi richiesti da tutti i diversi enti preposti, ma purtroppo questo dovrà essere dimostrato in un processo penale che si accinge a partire e chissà quanto durerà. Gli ultimi anni sono stati difficilissimi, dal di fuori non si può comprendere i sacrifici fatti per provare a sopravvivere, ma ci siamo sentiti forti della nostra buona fede”.

Dal testo si evince una profonda frustrazione: “Abbiamo investito in quello splendido posto tutte le vite, le energie, le risorse economiche, nostre e delle nostre famiglie, per comprare e portare avanti questa attività e fare quelle opere di sicurezza e rispetto delle normative che le autorità ci hanno richiesto: pannelli fonoassorbenti, vie di fuga, servizi igienici, impianti antincendio, investendo nella sicurezza per il nostro pubblico convinti che se avessimo rispettato tutte le prescrizioni e rispettato tutte le regole, la legge, lo Stato ci avrebbe protetti, ed invece proprio per queste opere siamo giunti alla fine. Siamo disillusi e demoralizzati, ma ancora fiduciosi che poi nel processo tutto sarà chiarito, speriamo di non essere un domani prosciolti sulla carta ma con l'attività oramai perita. Scriviamo questo non rispettando i consigli di chi ci assiste che ci ha invitati a stare in silenzio, ma se dobbiamo andarcene almeno vogliamo spendere due parole, vogliamo essere come sempre schietti e sinceri e raccontare un poco di noi a chi non ci conosce, perché oltre al male di perdere le nostre vite spesso subiamo quello di chi ci considera ‘abusivi’ di chi pensa che siamo in zona agricola quando siamo in zona F”.

La nota si conclude con una serie molto lunga di ringraziamenti: per i rispettivi genitori, per tutti i collaboratori che si sono succeduti negli anni, per i "grandi nomi che fino a qualche anno prima sognavamo di vedere a Roma e Milano, figuriamoci a casa nostra”, per gli artisti salentini, le associazioni, le agenzie, i promoter, le società, gli enti locali, le multinazionali, gli sponsor, per tutti coloro insomma che hanno collaborato più o meno stabilmente con il Parco Gondar. Da ultimo un grazie a Carl Brave e Coez, Chimango e Alessandro Mannarino per aver dedicato una canzone proprio alla struttura gallipolina. La chiosa finale è una definizione coniata dallo stesso staff: “Parco Gondar è una ferita curata con bellezza e fantasia”.

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