Evasione fiscale con il Premio Barocco, condannata la figlia del patron
Donatella Cartenì, figlia 30enne dell’ex patron Fernando e legale rappresentante dell’associazione, condannata a dieci mesi di reclusione, con pena sospesa. Sarebbero stati omessi di indicare ricavi per poco più di un milione di euro, con conseguente imposta evasa pari a 233mila e 68 euro
LECCE – La gestione, almeno quella contabile, sarebbe stata piuttosto contorta. Quasi "barocca" come il nome dell’omonimo premio, nato nel 1969 per volontà di Fernando Cartenì, che n'è rimasto presidente onorario, e organizzato da un’associazione culturale con sede nel centro di Gallipoli.
A finire nella rete delle verifiche fiscali, eseguite dai militari della guardia di finanza della compagnia della Città bella, infatti, l’associazione Premio Barocco Salento onlus, un’organizzazione operante nel settore culturale e degli spettacoli. Nei guai è finita Donatella Cartenì, figlia 30enne dell’ex patron e legale rappresentante dell’associazione. La donna, che rispondeva dei reati tributari previsti dal Decreto legislativo 74 del 2000, è stata condannata a dieci mesi di reclusione (pena sospesa).
Secondo l’ipotesi accusatoria nell’anno 2007 l’associazione avrebbe omesso di indicare ricavi per poco più di un milione di euro, con conseguente imposta evasa pari a 233.068 euro. Una cifra superiore alla soglia di punibilità fissata in euro 103.291 euro e ricavi non dichiarati superiori al 10 per cento dell’ammontare complessivo degli elementi attivi indicati in dichiarazione.
Nell’inchiesta, avviata nel marzo del 2013, erano finiti anche gli anni 2008 e 2009, per cui è stata dimostrata la correttezza dei dati dichiarati. Per le ipotesi di reato contestate il collegio difensivo, formato dagli avvocati Pasquale e Giuseppe Corleto, e Francesco De Iaco, aveva chiesto l’assoluzione evidenziando come la rappresentante legale dell’associazione non fosse l’imputata, totalmente estranea ai fatti. Una tesi che sarà, con ogni probabilità, dibattuta nel processo d’appello.