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Giovedì, 18 Aprile 2024
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Seggio conteso, il Consiglio di stato conferma la maggioranza a dieci

Dopo oltre un anno dall'insediamento anche il ricorso in appello non modifica la composizione del Consiglio gallipolino. Resta in sella Paolo Barba già legittimato dal Tar nell'ottobre scorso dopo l'impugnazione di Gallipoli 2012

GALLIPOLI – Dopo aver già sciolto i nodi delle maggioranze ballerine in quel di Galatone e Tricase ora, ad un anno inoltrato dalle elezioni amministrative, il Consiglio di stato ha definitivamente chiarito la questione anche per l’assise di Gallipoli. Come già disposto dal Tar di Lecce nell’ottobre scorso, anche i giudici di palazzo Spada, dopo il ricorso in appello, hanno confermato i dieci seggi già acclarati da oltre un anno dall’insediamento, alla maggioranza del sindaco Francesco Errico e i sei spettanti alle minoranze in seno al Consiglio comunale di Palazzo Balsamo. Lo  rende noto il legale che per conto dell’amministrazione comunale ha difeso le ragioni del Comune, l’avvocato Ernesto Sticchi Damiani.

In definitiva il Consiglio di Stato, con la sentenza depositata il 15 luglio scorso, ha definitivamente risolto la querelle in ordine alla composizione numerica dell’organo consiliare del Comune di Gallipoli, confermando la distribuzione dei seggi operata dall’Ufficio elettorale centrale e, quindi, l’attribuzione al gruppo di liste collegate al candidato sindaco eletto di un numero di seggi pari a 10 (corrispondente all’arrotondamento per eccesso della cifra di 9,6, pari al 60% del totale dei seggi consiliari previsti) e, parallelamente, di 6 seggi in favore delle altre liste ammesse al riparto. In tal modo rimane confermato il seggio occupato dal consigliere comunale Paolo Barba della lista “Volta la carta” subentrato in assise dopo la nomina assessorile del consigliere eletto Antonio Piteo.

In pratica dopo la proclamazione degli eletti in seguito alle elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale, a fronte del risultato elettorale, l’avvocato Francesco Colloridi per conto dell’associazione Gallipoli 2012, aveva impugnato innanzi al Tar di Lecce il relativo verbale di proclamazione degli eletti, rivendicando una differente modalità di ripartizione dei seggi consiliari e, nello specifico, l’assegnazione di  9 seggi alla coalizione vincente e di 7 seggi alla minoranza. In tal modo la lista di Gallipoli 2012 avrebbe portato a casa ben due consiglieri in seno alla minoranza con il candidato sindaco Aldo Petrucci e il primo dei non eletti, Luigi Suez. Ma già il Tribunale amministrativo respingendo tale ricorso aveva accolto le tesi prospettate del legale del Comune, Ernesto Sticchi Damiani, e dal legale del consigliere Paolo Barba, l’avvocato Flavio Fasano.

Sulla questione interpretativa si è adesso definitivamente pronunciato il Consiglio di Stato che, nel respingere il ricorso in appello proposto dall’avvocato Colloridi avverso la  pronuncia di primo grado, ha nuovamente confermato la prospettazione difensiva del Comune di Gallipoli (Commissione elettorale e Paolo Barba non si sono costituiti in giudizio), con ciò chiarendo e motivando le modalità di attribuzione del cosiddetto premio di maggioranza nelle elezioni del Consiglio comunale nei Comuni con popolazione superiore a 15mila abitanti. I giudici amministrativi hanno ribadito che l’arrotondamento deve avvenire per eccesso e, quindi, all’unità superiore, in modo tale da garantire alla coalizione vincente un numero di seggi pari alla quota minima del 60% di quelli disponibili. “E’ significativo il rilievo posto dallo stesso Consiglio di Stato sul dato teleologico-letterale emergente dalla normativa che regolamenta la materia” commenta l’avvocato Sticchi Damiani, “ed infatti, l’utilizzo da parte del legislatore dell’avverbio quantitativo ‘almeno’, che precede l’indicazione della quota del 60% dei seggi disponibili il cui mancato raggiungimento determina l’applicazione del cosiddetto premio di maggioranza, chiarisce in maniera inequivocabile che detta quota altro non è che la quota minima di seggi che deve essere in ogni caso garantita alla coalizione vincente, con ciò saldandosi strettamente con la stessa volontà del legislatore, preordinata a garantire, con una vasta maggioranza in Consiglio comunale, un ampio margine di stabilità e governabilità all’ente locale”.   

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