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Martedì, 16 Aprile 2024
S.M. Leuca Acquarica del Capo

Incendio doloso nel nascente centro polifunzionale, indagati due giovani cugini

Due ventenni sospettati di essere gli autori di un atto intimidatorio avvenuto nel settembre scorso. Era stata forzata una porta antipanico e poi versato liquido infiammabile all'interno dell'ex asilo. Gli inquirenti vogliono accertare anche possibili legami con inchieste recenti relative ad estorsioni

ACQUARICA DEL CAPO – Ci sono due indagati per l’incendio nel cantiere dell’ex asilo comunale di Acquarica del Capo, destinato a diventare Centro polifunzionale territoriale (poliambulatorio e casa famiglia per bambini): si tratta di M.G. ed L.G., ragazzi di 21 e 19 anni di età, cugini, raggiunti fra ieri sera e questa mattina da avvisi di garanzia emessi dal sostituto procuratore Carmen Ruggiero, titolare dell’inchiesta.

I due sono indagati per incendio doloso aggravato. Sono dunque sospettati di essere gli autori materiale dell’effrazione e dello spargimento della benzina, poi data alle fiamme, all’interno dello stabile di proprietà comunale. Il fatto è avvenuto nella notte fra il 24 e il 25 settembre del 2013.

Ai due giovani è stata data anche comunicazione dell’accertamento tecnico, che sarà affidato a un consulente, su impronte digitali, videocamere di sorveglianza e taniche di benzina reperite quella mattina sul posto.

Gli avvisi sono stati comunicati ai due cugini, peraltro soggetti a oggi incensurati, dagli agenti di polizia municipale di Acquarica del Capo.

La scoperta dell’atto minatorio era avvenuta soltanto la mattina del 25, al ritorno degli operai nel cantiere. Nessuno si era accorto di nulla, nel corso della nottata, perché le fiamme si erano estinte da sole e non c’era quindi stata neanche necessità di chiamare i vigili del gioco.

I malintenzionati - scoprirono carabinieri della compagnia di Tricase, della stazione di Presicce e gli agenti della polizia municipale durante il sopralluogo -, la notte precedente erano dunque entrati nel perimetro della struttura scavalcando una bassa recinzione e forzando una porta antipanico sul retro.

Poi, avevano versato liquido infiammabile, annerendo le pareti interne e danneggiando l'ingresso posteriore. E il reperimento di alcuni oggetti, a quanto pare, ha dato i suoi frutti, visto che a distanza di pochi mesi vi sono già due sospettati.

Anche se il movente resta per ora ignoto, gli inquirenti vogliono accertare se vi siano legami con episodi legati al recente passato, in cui sono avvenute intimidazioni ai danni del sindaco Francesco Ferraro e ad alcuni assessori.

Tra le figure, spicca quella di Cengs De Paola, 39enne del posto. E’ balzato nelle cronache nuovamente negli ultimi giorni. Questi, infatti, secondo gli inquirenti, sarebbe il punto di riferimento nella zona per la gestione della riscossione del pizzo, come si evidenzia nella recente ordinanza scaturita a seguito dell’operazione “Tam tam”.

Già in passato De Paola era stato fermato dai carabinieri proprio per vicende legati ad appalti in ballo per milioni di euro e alla sua presunta intromissione per offrire un servizio di “sorveglianza”, seguito da atti minatori ai danni degli amministratori locali. Se vi sia un collegamento fra i due giovani cugini e De Paola, comunque, è ancora tutto da verificare. Gli indagati sono difesi dall'avvocato Paolo Rizzo.

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