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S.M. Leuca

Naufragio, arrestato lo scafista. Estese le ricerche dei dispersi

Un 41enne di origini tunisine sarebbe il responsabile della traversata nella notte tra lunedì e martedì, in cui è affondata l'imbarcazione al largo di Torre Vado, sul litorale ionico. Incessanti le ricerche degli otto dispersi

LECCE - Tra i sette dispersi vi sono tre afgani, tra cui due minorenni, e un uomo di mezza età. Insieme con loro quattro giovani algerini. Non si hanno più notizie di loro, anche se le ricerche proseguono, frenetiche e incessanti, lungo il tratto ionico, dove all'alba di ieri, a 6 miglia marittime dalla costa del Capo di Leuca, è affondato il natante che durante la notte aveva attraversato il Canale d'Otranto con a bordo, forse, undici clandestini. Quattro si sono salvati. Tre sono algerini, 17enni, che hanno poi avuto il coraggio di raccontare al pm della Procura di Lecce Elsa Valeria Mignone, nel corso dell'interrogatorio sulla disgraziata vicenda, chi fosse lo scafista del gommone colato a picco e che era tra loro, consapevole forse di franca spacciandosi anche lui per un disperato come gli altri: Saoud Gamal, 41enne di origini tunisine. Ma le cose per lui sono andate diversamente, dato che l'uomo dovrà invece rispondere naufragio colposo e favoreggiamento all'immigrazione clandestina, ma anche di omicidio colposo plurimo, date ormai minime, purtroppo, le possibilità di ritrovare vivi i naufraghi.

Questa mattina il procuratore Cataldo Motta ha pensato di rendere noto tutti i dettagli dell'operazione attraverso un incontro con la stampa tenuto presso la sala conferenze della questura di Lecce di viale Oronzo Quarta, dove ha sede l'Ufficio immigrazione. Con lui la pm Mignone, il questore di Lecce Vincenzo Carella e poi carabinieri, guardia di finanza, capitaneria di porto, polizia, tutte le forze dell'ordine che in questo pezzo d'Italia che si affaccia nel cuore del Mediterraneo, sono alle prese tutti i giorni gomito a gomito con l'immigrazione clandestina.
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"Non c'è da stare allegri, oggi - ha detto Motta - perché se da una parte siamo riusciti ad assicurare alla giustizia lo scafista, dall'altra dobbiamo purtroppo contare le persone che il mare ancora non ci ha restituito. Ci hanno riferito due superstiti quello che ormai costituisce un po’ la regola - ha aggiunto il capo della procura leccese -, l’esigenza cioè di negare la partenza dalla Grecia ma in caso di intervento delle forze di polizia di dichiarare la partenza dalla Libia. Così non è in realtà,  anche se il viaggio è durato un tempo sproporzionato dalla partenza dal porto della Grecia fino alle coste pugliesi. Lo scafista navigava molto lentamente, servendosi di una cartina nautica, per cui questo ha potuto contribuire ad un errore di rotta, portando il natante sulle secche dello ionio in prossimità delle coste salentine. ".
 
Stando alle informazioni dei ragazzi superstiti, i quali otterranno ciascuno un regolare permesso di soggiorno per avere collaborato con la giustizia, il gommone, non certo una imbarcazione per grandi traversate ma un semplice natante di appena cinque metri di lunghezza, con carena in vetroresina e due tubolari laterali gonfi d'aria, sarebbe partito all'alba del giorno prima della tragedia, lo scroso 18 giugno, dal porto sull'Egeo Alexandropolis, contando solo su due motori di 150 cavalli e 125 cavalli. Lo scafista avrebbe tenuto la rotta fino alle secche dello ionio, direzione Sud-Ovest, navigando ormai a vista, servendosi di una carta nautica. Ma giunto al largo di Torre Vado, una delle camere d'aria avrebbe ceduto, mandando a picco il natante.
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Una traversata durata 24 ore, anche se il viaggio del gruppo di disperati sarebbe iniziato via terra, dall'Afganistan. Raggiunto il porto greco, si sarebbero imbarcati per raggiungere le coste salentine. Da qui, verso Roma e quindi l'ultimo tratto di viaggio verso il Nord Europa. Tremila 500 euro il costo del "biglietto" per raggiungere le coste del Salento, intorno a 8mila euro il prezzo per una destinazione, per esempio, come la Danimarca. Tre tranche per la prospettiva di una nuova vita.
 
Intanto, come detto, le ricerche dei dispersi proseguono lungo il tratto ionico coinvolto. Le motovedette e i gommoni della capitaneria di porto di Gallipoli e della guardia di finanza hanno ripreso l'attività già a partire dalle 6,30 del mattino, perlustrando le acque ma anche l'entroterra della zona. L'operazione si è anche estesa lungo il tratto a sud, quello compreso tra Torre San Gregorio e Punta Ristola a Santa Maria di Leuca.
 

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