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S.M. Leuca Tricase

Ingegnere morì cadendo dal capannone, in due finiscono a processo

Il 5 giugno dinanzi al giudice monocratico del Tribunale di Tricase dovranno presentarsi l'ingegnere Davide Scarantino della Sun System e Luca Sergio della Selcom. Rinviati a giudizio per la morte della milanese Lisa Picozzi

LECCE - Saranno due gli imputati nel processo per la morte di Lisa Picozzi, l'ingegnere milanese di 31 anni deceduta il 29 settembre del 2010 dopo essere precipitata dal solaio di un capannone industriale di proprietà della ex Selcom, società del gruppo Adelchi, situato nella zona industriale di Tricase, sulla via provinciale per Montesano Salentino. Il prossimo 5 giugno dinanzi al giudice monocratico del Tribunale di Tricase dovrà presentarsi, oltre all'ingegnere Davide Scarantino, amministratore delegato della Sun System, l'azienda milanese specializzata nella realizzazione di impianti fotovoltaici per cui la Picozzi lavorava, anche Luca Sergio, 42 anni, legale rappresentante della Selcom (figlio di Adelchi Sergio).

Il gup Vincenzo Brancato ha rinviato a giudizio i due imputati. L'accusa nei loro confronti è di omicidio colposo commesso con violazione delle norme sulla prevenzione degli infortuni sul lavoro. Per Sergio era stato lo stesso gup a formulare l'imputazione coatta, per cui il pubblico ministero Paola Guglielmi aveva chiesto l'archiviazione. Il legale della famiglia della vittima, l'avvocato Massimo Bellini, si era opposto all'archiviazione, mettendo in evidenza le presunte responsabilità dell'imprenditore salentino. La Procura dovrà inoltre valutare la posizione di Sergio Adelchi, patron dell'omonimo gruppo e socio della Selcom, nei confronti del quale l'avvocato Bellini ha oggi presentato denuncia. Lo stesso gup, del resto, aveva invitato a svolgere accertamenti e indagini in tal senso.

Lisa Picozzi, capitano del Cs Alba, formazione pallavolistica di Albese con Cassano che disputa il campionato di B2 femminile, era giunta nel Salento per svolgere dei sopralluoghi sui tetti di alcuni capannoni in rappresentanza di una ditta lombarda specializzata nella costruzione di impianti fotovoltaici, la Sun System. In quel tragico pomeriggio di settembre la 31enne, dopo essere salita sul solaio per mezzo di una scala, stava svolgendo alcuni rilievi quando improvvisamente, precipitò al suolo da un'altezza di sette metri.

Il rivestimento in eternit presente sul solaio, infatti, aveva coperto anche il lucernario in plexiglass (capace di reggere un peso di soli 20 chilogrammi per metro quadro) collocato in prossimità del solaio, trasformandolo di fatto, come scrive anche il gup, "in un'insidia e una trappola". Circostanza questa evidenziata sia nell'informativa dei carabinieri di Tricase che nella relazione dei tecnici dello Spesal. Gli agenti del Servizio di prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro hanno rilevato le responsabilità della Sun System, che avrebbe dovuto fare, a loro dire, rilievi e accertamenti fotografici e stabilire in anticipo la pericolosità del solaio del capannone, di cui era comunque responsabile anche la proprietà.
 

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