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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Decade vincolo di inedificabilità dei trecento metri dal demanio marittimo

Decisione odierna del Tar di Lecce, che, con propria sentenza, decreta il decadimento del vincolo di inedificabilità assoluta della fascia dal confine del demanio marittimo. Accolto il ricorso di un abitante di Sant’Isidoro

NARDO’ – Il Tar di Lecce, con propria sentenza, certifica che è oramai decaduto il vincolo di inedificabilità assoluta della fascia dei trecento metri dal confine del demanio marittimo. Nell’anno 1994, il proprietario di un’abitazione in località Sant’Isidoro presentava al Comune di Nardò una domanda di condono edilizio per sanare il suo immobile.

Il Comune respingeva la domanda, ritenendola improponibile, poiché il lotto di terreno sul quale insiste l’abuso ricade nella fascia di inedificabilità assoluta dei trecento metri dal confine del demanio marittimo. Il proprietario dell’abitazione, tuttavia, non si dava per vinto e, rivolgendosi all’avvocato Paolo Gaballo, presentava ricorso al Tar di Lecce, chiedendo l’annullamento del provvedimento di diniego emesso dal Comune.

Nel ricorso, in particolare, il legale evidenziava che il vincolo di inedificabilità assoluta, posto a base del provvedimento di diniego comunale, era oramai decaduto per effetto dell’entrata in vigore del Piano urbanistico per il paesaggio della Regione Puglia. Secondo il legale, infatti, la circostanza che un’abitazione ricade nella fascia dei trecento metri dal confine del demanio marittimo non vieta l’edificazione, ma comporta soltanto la valutazione di compatibilità dell’intervento con la normativa di tutela del P.u.t.t./paesaggio che, peraltro, nel caso in esame non esclude, ma consente interventi di trasformazione del territorio.

Il Tribunale amministrativo leccese, sezione III, con sentenza pubblicata questa mattina (presidente e relatore Rosaria Trizzino), ha accolto il ricorso presentato dal proprietario, giudicando illegittimo il diniego di sanatoria emanato dal dirigente responsabile. In particolare, il Tar, accogliendo le tesi dell’avvocato Gaballo, ha evidenziato la natura transitoria del vincolo di inedificabilità indicato dal Comune, oramai decaduto, e stabilito che, sulle istanze di condono delle abitazioni ricadenti nella fascia dei 300 metri, il Comune deve innanzitutto valutare la compatibilità dell’intervento con i vincoli presenti nell’area. Sarà ora l’ufficio tecnico a valutare la compatibilità paesaggistica dell’abitazione e decidere se rilasciare la sanatoria edilizia richiesta dal proprietario.

 

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