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Sabato, 20 Aprile 2024
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Eliminate bancarelle dei fuochi pirici. Avvocati dei consumatori chiedono ripristino

Il consiglio comunale di Nardò aveva "cancellato" le due postazioni della fiera di Natale. Epifani: "Decisione da rivedere. Vietare, sempre, solo i botti esplodenti"

NARDO’ – Con una recente deliberazione del consiglio comunale di Nardò, del 18 novembre scorso, si è predisposta la cancellazione dalla Fiera di Natale, inserita nel piano del commercio,  dei due posteggi riservati alla vendita di giochi pirici e ubicati tradizionalmente all’angolo tra via De Gasperi e via XX Settembre e in via Madonna di Costantinopoli. Una decisione sulla quale oggi l’associazione degli avvocati dei consumatori, retta da Moira Epifani, è tornata ad esprimersi evidenziando alcune incongruità sull’atto licenziato dall’assise di Palazzo Personè e richiedendone il ripristino. Secondo le valutazioni dei legali dell’associazione di via Aldo Moro infatti la decisione del Comune di vietare in maniera drastica la libera vendita dei giochi pirici sarebbe penalizzante per i possessori della relativa licenza commerciale che da anni sono autorizzati ad esercitare nella Fiera di Natale. La decisione del Comune sarebbe quindi da calibrare, secondo la referente dei consumatori, escludendo solo la vendita dei fuochi che “scoppiano”.                   

Con la deliberazione proposta dal sindaco Pippi Mellone e votata nella seduta dell’assise cittadina  era stato confermato invece il proposito dell’amministrazione comunale di contrastare l’usanza di far esplodere giochi pirici durante le festività natalizie, considerata come turbamento del normale andamento della vita di relazione e come una seria minaccia per la salute dei cittadini (e dei più giovani in particolare) e per lo stato psico-fisico degli animali. “Una scelta in linea, peraltro, con i provvedimenti riguardanti divieti e limitazioni di ogni tipo per la vendita e l’utilizzo di petardi e fuochi d’artificio che negli ultimi anni sono stati adottati da migliaia di Comuni italiani” la motivazione a corredo da parte di sindaco e consiglieri della maggioranza. Una decisione sulla quale si sono subito mosse alcune rimostranze anche dai banchi dell’opposizione, ma soprattutto da parte della categoria dei commercianti ambulanti che da diversi anni posizionano le loro due bancarelle per la fiera di Natale e per la vendita dei giochi pirici.     

“Le due postazioni di bancarelle, oramai da decenni tradizionalmente e storicamente presenti a Nardò durante le festività natalizie, sono autorizzate alla mera vendita libera di giochi pirici rientranti nella categoria V gruppo D ed E” precisa in una nota Moira Epifani, “giusto a titolo esemplificativo, vendono le cosiddette girandole, le scintille, le fontanelle che, come tutti sappiamo, sono fatte di zolfo e non di materiale esplosivo, non prevedendo così lo scoppio. Dette bancarelle, è bene ricordarlo, rappresentano da diversi anni attrattiva caratteristica e tradizionale del periodo natalizio di bambini che, accompagnati dai genitori, si lasciano incantare dai colori e luccichii che detti giochi pirici di libera vendita fanno loro provare, sebbene sempre sotto stretto controllo di mamma e papà. Pertanto, l’aver ordinato e previsto la sola soppressione di questi due storici posteggi di libera vendita di giochi pirici in questione, non può assolutamente essere giustificata dalla motivazione prodotta di intendere adottare misure di contrasto atte all’evitare di far esplodere detti giochi pirici che, come abbiamo affermato nel caso specifico, non fanno il botto, circostanza, questa, invece oggetto della motivazione di soppressione espresse nella delibera del consiglio”.

Pertanto, secondo la referente dell’associazione avvocati dei consumatori, sarebbe stato più opportuno continuare a concedere l’autorizzazione e concessione posteggi giochi pirici, con l’accertamento che le medesime si limitassero alla libera vendita, come previsto per legge, esclusivamente dei giochi pirici che non fanno rumore, circostanza, questa, “che avrebbe per di più permesso di far lavorare anche quest’anno i richiedenti i quali, diversamente, subiscono un danno economico notevole per se stessi e per le proprie famiglie, per non parlare del mancato introito, a favore delle casse comunali, delle due tasse di occupazione di suolo pubblico, probabilmente per un errore di valutazione così non incassate”.

Fatte tali premesse l’associazione ha richiesto ufficialmente, con nota protocollata in Comune, all’amministrazione comunale di Nardò di provvedere alla modifica della delibera con il ripristino delle due postazioni ad oggi soppresse, condizione, questa, che, “permetterebbe al Comune di far cassa e ai lavoratori attualmente penalizzati di lavorare, anche in considerazione del fatto che, un diniego del genere limitato alle suddette postazioni, non vieterebbe comunque la vendita di medesimi prodotti reperibili presso qualunque altro supermercato, edicola e tabacchino cittadino”. Avvocati dei consumatori ha inoltre invitato l’amministrazione comunale a voler provvedere, con delibera a parte,  ad imporre il divieto di “sparo” di botti, petardi e fuochi d’artificio che prevedono lo scoppio. “E detto divieto di scoppio” conclude Moira Epifani, “è da imporsi peraltro non solo nel periodo natalizio, ma per ogni ricorrenza futura, festività ed in ogni periodo dell’anno, si pensa, ad esempio, nel corso della festa patronale cittadina,  in quanto i medesimi prodotti pirotecnici risultano essere pericolosi e molesti per i bambini, anziani, animali, sempre, e non solo durante le festività natalizie. Ciò presupporebbe, di conseguenza, un maggior controllo da organizzarsi con l’ausilio della polizia municipale in loco, al fine di evitare il perpetrarsi di dette vietate circostanze e l’eventuale sanzionamento dei trasgressori colti in flagranza di reato”.

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