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Giovedì, 25 Aprile 2024
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Primo bilancio raccolta rifiuti a Nardò. In nove mesi differenziata oltre il 74%

A palazzo Personé la presentazione dei dati relativi al nuovo servizio dell’Aro 6 alla presenza dell’assessore regionale Stea. “Lotta agli incivili e nuovi impianti le nuove sfide"

NARDO’ - A nove mesi dall’avvio del nuovo servizio di raccolta differenziata porta a porta, e dopo i primi disagi di assestamento alle nuove regole, l’amministrazione comunale di Nardò tira le prime somme, rilancia la lotta agli incivili contro l’abbandono dei rifiuti, e con la presenza anche dell’assessore regionale all’Ambiente, Gianni Stea, auspica la chiusura del ciclo di smaltimento con la realizzazione o l’utilizzo di impianti di compostaggio sempre più vicini.

Il promo bilancio del servizio partito il 21gennaio scorso e che interessa da vicino anche le altre realtà municipali dell’Aro6 (oltre a Nardò, comune capofila, anche Alezio, Aradeo, Collepasso, Galatone, Neviano, Sannicola, Seclì e Tuglie) viene descritto molto positivamente. Dai dati resi noti questo pomeriggio nell’aula consiliare di Palazzo Personé, la raccolta differenziata relativamente al comune neretino vola ben oltre il 74 per cento, dato che relazionato alla diminuzione pari all’11 per cento dei rifiuti raccolti rispetto allo scorso anno porta a 85 per cento la quota di rifiuti riciclabile avviata al recupero. Il servizio viene svolto  dell’associazione temporanea d’imprese, costituita da Bianco Igiene Ambientale, Gial Plast srl e Armando Muccio Srl, affidataria del relativo appalto.

“Questi sono dati molto positivi e dimostrano il buon lavoro fatto dal Comune e dal gestore, ma anche la disponibilità degli utenti” ha commentato l’assessore regionale Stea, “la criticità relativa agli abbandoni indiscriminati è piuttosto comune, purtroppo, su tutto il territorio pugliese e su questo serve una grande opera collettiva, è indispensabile cioè rimboccarsi le maniche e fare in modo che ognuno di noi possa sorvegliare tutti gli altri su pratiche e comportamenti vietati. Fermo restando che la Regione ha fatto e sta facendo tanto, dalle fototrappole alla pulizia delle coste, dal finanziamento dei centri comunali di raccolta alle politiche sulla plastica. Sugli impianti dobbiamo arrivare a fare in modo che ogni comune possa portare il proprio rifiuto organico non più lontano di una struttura sita nella provincia di appartenenza”.

Un resoconto quello del territorio neretino che soddisfa all’unisono l’assessore comunale all’Ambiente, Mino Natalizio, e la rappresentante dell’Ati che gestisce il servizio, Antonella Bianco. “Non era facile fare subito questi numeri in un contesto con 24 mila utenze” spiega la Bianco, “abbiamo raggiunto tutti gli obiettivi fissati all’avvio e ora serve ridurre drasticamente il fenomeno degli abbandoni e poter contare su impianti decisamente più vicini”. L’assessore Natalizio precisa invece come l’amministrazione e le ditte appaltatrici “stanno facendo un gran lavoro e in maniera anche più rapida di quello che si pensasse. I cittadini, incivili a parte, hanno acquisito la consapevolezza di dover fare la raccolta differenziata e di doverla fare bene. L’auspicio ora è che si possa chiudere finalmente il ciclo dei rifiuti con gli impianti pubblici a servizio dei territori e con la fine di un’era in cui il rifiuto deve viaggiare tantissimo per il conferimento, con costi ambientali ed economici inaccettabili”.

Nel corso dell’incontro sono state anche sottolineate quelle che sono le criticità che risultano a nove mesi ormai dalla partenza del nuovo servizio. A partire dalla cronica tendenza all’abbandono di rifiuti in aree extraurbane (campagne, margini di strade, aree private, persino scogliere e pinete), i conferimenti non corretti (quindi fondamentalmente una errata differenziazione) e l’utilizzo di sacchetti non compostabili. A fronte di tutto questo, l’amministrazione comunale e la ditta hanno messo in campo alcune azioni di “correzione”, come l’istituzione degli ispettori ambientali, il monitoraggio costante dei siti preferiti dagli “sporcaccioni”, il ricorso alle fototrappole, la segnalazione costante degli errori di conferimento, infine un’attenta opera di comunicazione e sensibilizzazione. Durante il periodo estivo, peraltro, si è proceduto con la pulizia delle spiagge e di tutti gli accessi al litorale, la rimozione dei rifiuti sui siti turistici più importanti e l’installazione delle isole ecologiche sugli arenili.

Il resoconto in cifre

Il riscontro numerico per la città di Nardò, per quanto riguarda il quantitativo di rifiuti raccolti, evidenzia che si è passati dalle 14mila 211 tonnellate del periodo febbraio-ottobre 2018 alle 12mila 660 tonnellate dello stesso periodo di quest’anno, con 1.551 tonnellate (e quindi l’11%) in meno grazie al nuovo servizio. Superato l’obiettivo fissato in partenza, cioè una riduzione superiore al 7 per cento. Anche su base mensile, il dato del 2019 resta costantemente al di sotto del corrispondente dato del 2018, con l’unica eccezione di luglio, in cui c’è stata una raccolta di appena 20 tonnellate superiore al 2018.

Particolarmente incoraggianti i numeri della raccolta differenziata: se nel 2018, sempre tra febbraio e ottobre, la percentuale era stata del 23,92%, nel 2019 si è passati ad un più che confortante 74,08%, di quattro punti superiori all’obiettivo strategico del 70 per cento. Il rifiuto non riciclabile, inoltre, nel 2018 incide mensilmente con valori che oscillano tra il 72 e l’80% della raccolta, mentre nel 2019 non supera mai il 29%. Interessante anche l’analisi dei quantitativi delle singole tipologie di rifiuti: la quota più importante è quella dei biodegradabili (35,08%), poi dei non differenziati (25,92%), quindi carta (11,13%), plastica/metalli (8,92%) e vetro (8,64%).

Una quota ancora più piccola per altre tipologie, come Raee, ingombranti e simili. La quota di raccolta differenziata recuperata, e quindi riciclata, a favore dell’economia circolare è un ottimo 85,56%, molto al di sopra della soglia prefigurata in partenza (del 50%). Infine, c’è il capitolo delle utenze. Sono in totale 24 mila 354 e la percentuale dei kit consegnati è del 95% (21.056 su 22.167) per quanto riguarda le utenze domestiche e del 94% per le utenze non domestiche (2.056 su 2.187). L’obiettivo in partenza era una copertura delle utenze superiore all’80% e anche in questo caso il lavoro svolto e il riscontro degli utenti sono stati positivi.


 

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