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Giovedì, 28 Marzo 2024
L'allarme

Gatti nel perimetro del “Vito Fazzi”: “Un problema per i pazienti più fragili”

Nelle scorse settimane una lettera del direttore medico aveva vietato di dar da mangiare ai felini in prossimità dell’ospedale, innescando la polemica degli animalisti. La precisazione dell’Asl: “Servono soluzioni”

LECCE - Troppi gatti nel perimetro del “Vito Fazzi” e dalla direzione strategica dell’Asl di Lecce si torna a sottolineare l’importanza di tutelare le condizioni di salute dei pazienti, soprattutto di quelli più fragili, in un ambiente in cui la presenza di colonie feline evidentemente mal si concilia con questa esigenza.

La precisazione nasce nel contesto di una circolare, divulgata lo scorso 13 settembre, dal direttore medico di presidio, Carlo Sabino Leo, che vietava di “portare cibo” ai gatti nel perimetro dell’ospedale leccese. Un invito che non era piaciuto alle associazioni animaliste, che avevano protestato affiggendo cartelli all’esterno della struttura con slogan del tipo “Anche i gatti hanno diritto di vivere e nutrirsi”.  

Una polemica proseguita in questi giorni proprio davanti alla segnalazione di troppe presenze feline in zona e, come evidenziato in quella lettera del direttore medico, con qualche esemplare che si sarebbe spinto anche dentro la struttura.

La direzione strategica dell’Asl pertanto, in una nota odierna, precisa: “È noto che gli ospedali sono strutture sanitarie per la diagnosi e la cura delle malattie acute o di lunga durata. Sono, quindi, strutture in cui vi è un’alta percentuale di pazienti fragili, spesso immunocompromessi o immunodepressi (pazienti anziani, pazienti in età pediatrica, pazienti affetti da malattie neoplastiche, ecc.)”.

“Queste strutture – si ribadisce - non possono essere considerate luoghi adatti alla costituzione di colonie feline né alla presenza di animali domestici vaganti anche per la difficoltà di assicurare un controllo sanitario completo e periodico di questi animali”.

Per l’Asl, la collocazione di una colonia felina nei pressi della struttura ospedaliera comporterebbe poi certamente la presenza di animali anche all’interno dello stesso ospedale: “Numerosi sono gli agenti patogeni – si chiarisce - che potrebbero essere trasmessi dai gatti vaganti a persone in condizioni di estrema fragilità, come molti dei ricoverati in un ospedale o che ad esso accedono per prestazioni diagnostiche e/o assistenziali. Lo stesso personale dell’ospedale che dovesse trovarsi, per propria inclinazione, ad accudire questi animali potrebbe fungere da vettore inconsapevole di patogeni all’interno dei reparti ospedalieri”.

“Inoltre – si aggiunge - non pochi potrebbero essere i problemi igienico sanitari correlati alla gestione delle lettiere e dei residui di cibo. Per un elementare principio di precauzione dovrebbero pertanto essere trovate soluzioni per una loro ricollocazione o in aree distanti dalla struttura ospedaliera o presso privati che potrebbero adottarli”.

Il servizio veterinario di sanità animale della Asl potrà garantire, in ogni caso e in accordo con i volontari e l’Ufficio Ambiente del Comune di Lecce, l’identificazione e la sterilizzazione di tutti gli animali presenti nell’area.

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