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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Infezioni da legionella in tribunale: dopo la smentita, la denuncia di un secondo caso

Confsal-Unsa invia una lettera alla Asl di Lecce e alla Procura della Repubblica: dito puntato contro un nuovo contagio presso il Giudice di pace

LECCE – Dapprima l’allarme legionella in tribunale giudiziari, poi la smentita del presidente della Corte d’Appello e, oggi, la Confsal-Unsa torna invece a denunciare la presenza del batterio negli uffici giudiziari leccesi. Massimo Battaglia, il segretario generale della Confederazione dei sindacati autonomi dei lavoratori, ha confermato infatti l’esistenza del primo caso di contagio. E non è tutto. In una nota stampa, il portavoce sindacale ha anche segnalato un secondo caso- che ha coinvolto una dipendente- anche presso gli uffici del Giudice di pace. Motivo per il quale sarebbe stato già allertato il dirigente del Tribunale. Una seconda lettera sarebbe infatti stata inviata anche alla Asl di Lecce. La stessa missiva, a detta del sindacato, sarebbe anche stata indirizzati alla Procura della Repubblica.

  “Perché alcuni negano o persino attaccano la Confsal-Unsa per aver diffuso la notizia?”, si chiede Battaglia. Il riferimento del sindacalista è soprattutto alle dichiarazioni rilasciate da Roberto Tanisi, presidente della Corte d’Appello, lo scorso 8 ottobre, nelle quali sarebbe stata smentita la presenza di legionellosi. “Il giorno dopo, in un incontro da egli stesso convocato, un sindacato affermava invece ufficialmente che una sua dirigente sindacale del Tribunale si è effettivamente ammalata, e di non aver diffuso la notizia per evitare allarmismi. A sua volta, un rappresentante dei lavoratori per la sicurezza ha detto di averlo saputo ma di aver taciuto per tutelare la privacy della dipendente”, dichiarano dalla Confsal-Unsa. L’infezione polmonare provocata dal batterio, può diffondersi attraverso le condotte idriche, i serbatoi e gli impianti di climatizzazione dei locali. E’ per questo motivo che dall’organizzazione sindacale si chiedono: “Chi ha pensato ai controlli e alla salute della collettività? Ci ha pensato solo la Confsal-Unsa che fin dal 30 agosto ha chiesto informazioni riservate senza ottenerle e che oggi viene persino criticata per averne dato notizia alla stampa dopo 38 giorni di silenzio di chi doveva tutelare le persone”.


“A Roma – prosegue Battaglia – dopo le infezioni di legionella nel Tribunale civile i Rls tenuti all'oscuro hanno chiesto alla Procura della Repubblica un intervento urgente sul mancato rispetto delle prescrizioni di legge e hanno sollecitato alle autorità sanitarie le verifiche di tutti gli impianti di aerazione e di distribuzione idrica. A Lecce invece uffici, certi sindacati, rappresentanti Rsu, Rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza hanno rifiutato di intervenire, venendo meno al loro dovere morale e di legge, riguardo al bene prezioso della salute e alla prevenzione sanitaria. Noi vogliamo fare chiarezza e tutti i soggetti dovrebbero render conto non a noi, ma al personale, all'utenza e alle norme”.


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