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Venerdì, 29 Marzo 2024
Il monitoraggio / Otranto

Mare di Puglia senza criticità ma c'è il problema depuratori: 27 quelli non conformi

Il focus di Goletta Verde e dei Laghi sui campioni prelevati da Legambiente in 29 punti del territorio regionale: stato della acque nei limiti di legge. Nel Salento, qualità riscontrata solo a Otranto e due comuni condannati per la gestione dei reflui

BARI – Sono in buona salute le acque pugliesi, risultate entro i limiti di legge; ma preoccupa lo stato di alcuni sistemi di depurazione con ben 27 strutture non conformi alle direttive. Sono alcuni dei dati che emergono dal focus di Goletta Verde e dei Laghi sulla depurazione, sulla base dei risultati delle analisi dei campioni d’acqua, prelevati dai volontari e volontarie di Legambiente tra l’11 e il 13 luglio in 29 punti di monitoraggio, comprensivi di sei foci e 23 luoghi marini.

I campioni per le analisi microbiologiche sono prelevati in barattoli sterili e conservati in frigorifero, fino al momento dell’analisi, che avviene lo stesso giorno di campionamento o comunque entro le 24 ore dal prelievo. I parametri indagati sono microbiologici (enterococchi intestinali, Escherichia coli). Il numero dei campionamenti effettuati viene definito in proporzione ai Km di costa di ogni regione.

Il report sulle analisi microbiologiche eseguite sulle acque marine e lacustri in Puglia, è stato presentato questa mattina nel corso di una conferenza stampa tenutasi a Bari, alla presenza di Alice De Marco (portavoce Goletta Verde), Ruggero Ronzulli (presidente Legambiente Puglia), Anna Grazia Maraschio (assessore regionale all’Ambiente), Vito Bruno (direttore generale di Arpa Puglia), Vito Colucci (direttore Generale dell’Autorità Idrica Pugliese), Marco Paolilli (responsabile Consorzio nazionale oli usati - coordinamento Area Centro Sud) e Giovanni Raggi (vicepresidente Aipe).

Come detto, non sono emerse criticità nei campionamenti sulle coste, foci e laghi pugliesi. Resta, però, un problema sul tema delle acque reflue urbane, con 27 presidi depurativi, stando a quanto elaborato da Arpa Puglia, risultati non conformi alle direttive comunitarie.

Inoltre, dei 27 agglomerati originariamente interessati dalla procedura di infrazione per il mancato rispetto della direttiva comunitaria sul trattamento delle acque reflue urbane, a seguito di ulteriori verifiche, è stata confermata la non conformità per 14, a cui se ne aggiungono altri 8 (colpiti più recentemente dalla procedura d’infrazione) e tre centri condannati della Corte di Giustizia Europea in materia di collettamento, fognatura e depurazione delle acque reflue, tra i quali, due centri salentini, ovvero Porto Cesareo e Taviano: nel primo caso, l’impianto di depurazione non è ancora entrato in esercizio e risponderà pienamente alla conformità per il 2027; nel secondo, sono in corso attività per il completamento della rete fognaria che dovrebbero concludersi entro il 2024. Sono, pertanto, 25 i centri sotto procedura d’infrazione.

Nel Salento, sono sei i punti oggetto di prelievo, tutti risultati nei limiti di legge: si tratta della Riserva naturale Le Cesine a Vernole, nel tratto di spiaggia libera sulla strada provinciale 366 al km 9; della spiaggetta Madonna dell’Alto Mare a Otranto; del canale di scarico a Marina di Leuca nel territorio di Castrignano del Capo; di Porto Gaio nel tratto di mare presso scarico depuratore a Gallipoli; della spiaggia del Frascone presso la Palude del Capitano a Nardò; della spiaggia libera Le Dune a Porto Cesareo. C’è da aggiungere che dei punti monitorati, in Puglia, due siano quelli che recano il cartello della qualità di acque di balneazione e uno è proprio Otranto, che, coincidenza, proprio quest’anno non ha ottenuto la bandiera blu.

Per quanto riguarda la depurazione e gli impianti monitorati da Arpa Puglia, tra i 27 non conformi alle direttive comunitarie ci sono tre strutture salentine, ovvero Copertino, Galatone e Ugento, che con altri dodici depuratori saranno interessati da interventi di manutenzione straordinaria tesi a migliorarne il funzionamento. Trai 14 centri condannati per il mancato rispetto della direttiva comunitaria sul trattamento delle acque reflue urbane risulta anche Castrignano del Capo.

Nella conferenza si è anche discusso delle iniziative della Regione Puglia finalizzate a incentivare il riuso delle acque reflue in agricoltura e del miglioramento della gestione dei fanghi prodotti negli impianti di trattamento dei reflui urbani, compatibile con le strategie regionali in tema di gestione dei rifiuti.

“Siamo contenti dei risultati ottenuti dalla Puglia, ma non dobbiamo abbassare la guardia - dichiara Ruggero Ronzulli, Presidente Legambiente Puglia - Se è vero che la Puglia ha fatto grandi passi avanti nel settore della depurazione, è altrettanto vero che ci sono ancora 25 agglomerati urbani in Puglia sotto infrazione per una non conformità alle direttive europee. Oggi più che mai che siamo in una grave situazione di crisi idrica è incettabile che non si riesca a riutilizzare l’acqua affinata in agricoltura o si continui a portare i fanghi di depurazione in impianti fuori regione, questa non è economia circolare.  Dal monitoraggio effettuato da Arpa Puglia nel 2021, inoltre, emerge che sono 27 i depuratori che nel 2021 hanno presentato una non conformità alla Direttiva comunitaria sul trattamento delle acque reflue urbane”.

“Il monitoraggio di quest’anno premia la costa pugliese: un risultato ascrivibile probabilmente a una buona gestione del comparto pugliese ma anche alla siccità che imperiosa imperversa lungo tutto lo Stivale e che ha portato a secco molti dei già esigui canali della regione – dichiara Alice De Marco, portavoce di Goletta Verde – Un risultato positivo di questo genere, tuttavia, non deve certo fare abbassare la guardia sullo stato di salute delle acque marine pugliesi, ma anzi spingere a implementare azioni virtuose e investimenti per mantenerlo, e a ricercare sempre una buona performance delle acque di balneazione, a vantaggio di cittadini, turisti e territorio”.

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