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Dopo due anni cerimonia in presenza

Tar Lecce, aperto l’anno giudiziario: tra pandemia, crisi, riforma e carenze d’organico

Nel suo intervento il presidente Pasca ha presentato i numeri del settore amministrativo ed evidenziando la necessità di una ristrutturazione complessiva della giustizia. Sulle difficoltà interne di personale: “Situazione da codice rosso”

LECCE – L’emergenza pandemica, la crisi a più livelli, i numeri della giustizia amministrativa, la situazione logistica del tribunale: sono alcuni dei temi contenuti nella relazione del presidente, Antonio Pasca, letti nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario del tribunale amministrativo regionale di Lecce, nella sede di via Rubichi, cerimonia, tornata in presenza dopo due anni di stop forzato e vissuta da remoto.  

Pasca ha esordito nel proprio intervento, ricordando gli anni complessi della pandemia, i cui risvolti si percepiscono ancora nel presente, e che hanno influito sul momento storico del Paese, segnato da una crisi rappresentativa e delle istituzioni. Passando ai dati della giustizia amministrativa, si è evidenziato come, nel 2022, si sia registrata una diminuzione dei ricorsi proposti al Tar rispetto all’anno precedente e che il covid abbia, in qualche modo, fatto la sua parte sui numeri analizzati.

Nello specifico, i ricorsi depositati sono stati 1.436 a fronte dei 1.776 dell’anno precedente. Pasca evidenzia che il contesto socio economico del territorio salentino abbia risentito degli effetti negativi legati alla crisi economica, a partire dall’emergenza covid passando al conflitto russo-ucraino: “La crisi – ha dichiarato – ha determinato peraltro un inevitabile aumento di conflittualità sociale e della litigiosità in un contesto in cui è apparsa ancora più evidente la rilevante sperequazione nella distribuzione della ricchezza tra i cittadini”.

L’aumento del costo della vita e dell’inflazione hanno, per il presidente del Tar, creato “nuove povertà”, implementando “criticità” sul processo della formazione delle nuove generazioni con riflessi anche sul piano della sicurezza.

Sotto il profilo della produttività e nonostante oggettive carenze di personale nella giustizia amministrativa, si è passati da 1544 sentenze emesse e 2954 ricorsi definiti nel 2021 a 1815 sentenze e a 2944 ricorsi definiti, ma si sottolinea una netta diminuzione del numero dei ricorsi in tema di interdittiva antimafia, con sole sette domande.

Proprio sulla carenza di personale, Pasca ha voluto evidenziare le difficoltà del tribunale, con appena 10 magistrati in sede rispetto ai 15 previsti: una situazione da “codice rosso” che chiede attenzione e rimanda anche al tema della riforma della giustizia con l’auspicio che non trascuri il settore amministrativo.

“Sento di esprimere – ha dichiarato - vicinanza e vivo apprezzamento al governo Meloni e al ministro Nordio, che si accingono a questa difficile impresa, evidenziando la necessità che tale azione riformatrice risulti unitaria e complessiva e non già circoscritta alla giustizia ordinaria, valorizzando le interazioni che caratterizzano i diversi settori della giurisdizione”.

E ancora tra gli argomenti, l’implementazione delle competenze del Tar del Lazio, la questione Bolkestein e gli effetti sulle concessioni balneari, il dialogo tra le Corti. “Deve essere salvaguardata – ha dichiarato nelle conclusioni – in ogni caso l’autonomia e l’indipendenza delle magistrature, giudicanti e requirenti, sia dai condizionamenti esterni, sia da quelli derivanti da un uso deviato dell’autogoverno”.

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