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Un anno e mezzo di report Covid: a Lecce una delle prime esperienze d'Italia

Il gruppo di lavoro diretto dal dottor Fabrizio Quarta, sin dal 4 aprile del 2020, pubblica tabelle e grafici sull'andamento dell'epidemia sul territorio provinciale. Obiettivo, sin dall'inizio, quello di una comunicazione alla portata di tutti

LECCE – Al primo piano dell’edificio che ospita la direzione generale di Asl, nella Cittadella della Salute, ha sede l’Unità operativa complessa di Epidemiologia e Statistica, diretta dal dottor Fabrizio Quarta.

A lui e ai suoi collaboratori – Carlo Indino, Valeria Gerardo, Ornella Guida, Donato Rollo e Angela Metallo – si deve il report che ogni venerdì, dal 4 aprile 2020, fotografa la diffusione dell’infezione di Sars Cov2 in provincia di Lecce, il numero dei ricoveri e decessi per complicanze da Covid e tutta una serie di tabelle e grafici. Asl Lecce, da questo punto di vista è stata tra le prime realtà in Italia a informare puntualmente la popolazione di riferimento delle evoluzioni in atto. Il report viene puntualmente pubblicato sulle pagine social dell'azienda sanitaria.

“Tutto nasce dall’idea del direttore generale che ha voluto da subito iniziare questo tipo di attività – racconta il dottor Quarta in apertura di intervista -. Mi ha chiesto di fare il notaio, considerando la peculiarità della provincia di Lecce che ha 97 comuni: infatti lo scopo della mappa che abbiamo da subito inserito era quello di visualizzare, di settimana in settimana, la diffusione dell’epidemia, dei focolai, attraverso la colorazione delle zone corrispondenti ai singoli comuni. Con questa distribuzione ho una consapevolezza anche visiva della situazione epidemiologica. All’inizio per esempio, avevamo un’area, ben individuata, che era Covid free e qualcuno si è pure spinto ad avanzare ipotesi di natura genetica, qualcuno pensava di fare degli studi. Noi, invece, siamo sempre stati prudenti, abbiamo cercato di fotografare il quadro e lo facciamo oramai da un anno e mezzo”.

Quarta rivendica la trasparenza che ha sempre animato il lavoro: “Ho sposato l’idea del direttore generale di descrivere con i numeri, senza commenti, la situazione. Quello che ci ha spinto a preparare il report è stata la volontà di comunicare in maniera semplice ma scientifica e tutto ciò che abbiamo inserito col passare del tempo è stato studiato in modo da essere leggibile da chiunque. Il report è molto trasparente, contiene indicatori che magari qualcuno non avrebbe riportato in maniera così centrale: noi, per esempio, inseriamo anche il numero dei decessi avvenuti in ospedale. L’analisi è venuta dai giornalisti, di fatto ci siamo completati, senza mai incontrarci: i nostri strumenti hanno permesso di rendere complessivamente un buon servizio alla provincia di Lecce”.

Quando gli viene chiesto un commento sulla fase attuale, il direttore fa notare il punto di svolta intervenuto con la vaccinazione di massa: “Adesso il trend è in diminuzione e si sta riproponendo grosso modo la situazione di circa un anno fa. Pur avendo dei focolai in alcuni comuni e in alcune scuole, perché il virus continua a circolare, fortunatamente il numero dei ricoveri si sta progressivamente riducendo. I vaccini sono efficaci come lo sono sempre stati nella storia”.

L’ultima novità del report è l’introduzione del tasso ospedalizzazione in base allo status vaccinale. Quarta spiega come è ricavato: “Prendiamo il numero di pazienti per ciascuna categoria – con due dosi, con una, senza vaccino - e lo dividiamo per la popolazione di riferimento, che cambia ogni settimana perché la campagna di somministrazione va avanti: ci sono nuovi vaccinati, mentre altri completano la vaccinazione quindi il denominatore non è mai uguale alla volta precedente. Ciascun risultato viene poi moltiplicato per 100mila (standardizzato) e abbiamo così il tasso di ospedalizzazione che è allineato con i dati nazionali. Proprio perché i ricoveri sono in calo, adesso abbiamo numeri piccoli e se il trend, come spero, sarà questo, dovremo prendere come riferimento il mese e non più i sette giorni”.

I dati a servizio della medicina e della popolazione. L’irrompere di una pandemia ha dato visibilità a figure professionali di solito abituati a lavorare dietro le quinte: “Vero è che l’eccezionalità di questi anni ha portato alla ribalta competenze come le nostre – spiega Quarta -, ma è importante dire che questa è una struttura complessa da tanto tempo. La Puglia è stata una delle prime regioni a pensare all’Unità di Epidemiologia e Statistica sia nell’aziende ospedaliere che nelle Asl come staff della direzione generale. In questo momento stiamo preparando altri studi, per esempio sulla neonatologia. Nei prossimi mesi pubblicheremo un report molto aggiornato sulla situazione dei tumori in provincia di Lecce.  Il nostro lavoro è oscuro, ma è considerato strategico e non è un caso se alla guida dell’assessorato alla Sanità si trova un epidemiologo come il professore Lopalco che è stato mio docente quando mi sono specializzato in Igiene e Medicina Preventiva, alla scuola di Barbuti, a Bari”.

Qui l'ultimo report, diffuso proprio oggi come ogni venerdì

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