Aperta al traffico la strada della caserma “Pico”. Dialogo su Torre Veneri
Esercito Italiano ha restituito al Comune l’area donata nel 1914 che comprende il tratto di via XXIV Maggio tra via IV Novembre e via Duca D’Aosta
LECCE – Dalle 11 di oggi è liberamente percorribile il tratto di via XXIV Maggio che ricadeva nel perimetro della caserma “Pico”, tra via IV Novembre e via Duca D’Aosta. Si tratta di un punto importante per la mobilità, tra la zona del Tribunale e quella del centro moderno.
Oltre alla strada l’Esercito ha riconsegnato anche l’area denominata “Casermette Santa Rosa” che nel 1914 l’ente comunale concesse al ministero della Guerra per l’ampliamento della caserma che era destinata a ospitare, oltre a un reggimento di fanteria, due batterie di artiglieria da campagna. Si tratta di una superficie di circa 6.800 metri quadrati.
Una breve cerimonia ha preceduto la restituzione della strada e delle “casermette”, fatto che rappresenta il coronamento di una iniziativa avviata diversi anni addietro con l’impegno dell’amministrazione e di alcuni consiglieri comunali di maggioranza che hanno seguito tutto l’iter, tutt’altro che facile.
A fare gli onori di casa il comandante delle Forze operative Sud dell’Esercito Italiano, generale di corpo d’armata Giuseppenicola Tota e il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, alla presenza delle associazioni combattentistiche e d’arma.
Quil il video
Il primo cittadino ha sottolineato l'importanza della collaborazione: “Dopo la restituzione da parte della Scuola di Cavalleria dell’area di addestramento militare accanto al Campo Montefusco, un'altra piccola porzione di città, finora protetta per finalità di sicurezza, torna nella piena fruizione pubblica dopo più di un secolo grazie all’Esercito e quanti, per parte del Comune, si sono dedicati a questo obiettivo. Ringrazio il generale Tota ed Esercito Italiano per aver dimostrato ancora una volta il loro attaccamento alla città e alla qualità della vita dei cittadini che risiedono in quartieri dove sono presenti caserme e immobili militari. I luoghi della difesa sono i luoghi della città e le istituzioni militari e civili collaborano per il medesimo fine: servire i cittadini, collaborare fianco a fianco nell’interesse pubblico”.
Poligono di Torre Veneri: dialogo aperto
Nel corso del suo intervento il generale Tota ha poi, anche un poco inaspettatamente, aperto un altro fronte ribadendo la necessità per la Scuola di cavalleria di avvalersi del poligono di Torre Veneri per l’addestramento. Da gennaio, infatti, nell’area sono interdette le esercitazioni, in attesa di una nuova valutazione di incidenza ambientale.
La vicenda è nata quando Lecce Città Pubblica (associazione vicina al primo cittadino, tanto che esiste l’omonimo gruppo consiliare), preoccupata per l’esito di analisi condotte a partire dal 2014 – che provavano il superamento dei valori soglia per le concentrazioni di piombo, arsenico, antimonio, manganese, ferro, nichel, boro e nitriti – aveva chiesto una moratoria delle esercitazioni, avviando così un contenzioso amministrativo che ha vissuto diverse tappe, fino al pronunciamento del gennaio scorso del Consiglio di Stato.
I giudici della Quarta Sezione hanno accolto solo parzialmente il ricorso del ministero della Difesa contro la sentenza del Tar Puglia (sede di Lecce) precisando che qualsiasi ripresa delle esercitazioni non può prescindere da una nuova valutazione dell’impatto delle stesse, dal momento che la presenza di inquinanti oltre i limiti di legge è da considerarsi un dato di fatto.
Il comandante ha manifestato il massimo impegno a ricorrere il più possibile a forme di addestramento virtuale e comunque a servirsi delle più accurate procedure di tutela ambientale. Davanti alla sollecitazione diretta dell'alto ufficiale, il sindaco ha risposto che non vi è alcuna intenzione di chiudere il poligono, ma solo la necessità di adeguare le ragioni della difesa a quelle dell’ambiente, nel contesto di una leale collaborazione tra rappresentanti dello Stato e dell’interesse pubblico.