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Appello disperato di un padre: “Istituzioni sostengano istruzione del mio bimbo disabile”

Un uomo, padre di un bambino di 8 anni affetto da una grave disabilità totale sin dai primi mesi di vita, da anni fa la spola tra la Lequile e Brindisi: qui ha sede l’unico centro diurno che consente formazione e cure al piccolo. Invoca il sostegno, non solo economico, delle istituzioni

LECCE – Due destini intrecciati, da sempre. Due vite fatte di corse. E incastri. E sacrifici. Da un lato un bambino di otto anni, con una totale e grave disabilità di natura fisica e cognitiva sin dai primi mesi di vita. Dall'altra un padre che, per garantirgli dapprima la frequentazione di un asilo e poi l’istruzione elementare, ogni giorno fa la spola tra Lequile e Brindisi: è qui che ha infatti sede l’unico centro diurno del territorio nel quale, oltre alla formazione, al bimbo possono essere garantite cure e manovre da parte di figure sanitarie. Sebbene un Comune possa infatti garantire l'accesso al diritto (e all'obbligo) scolastico, per la necessità di cure la situazione in centri specialistici la situazione diviene più complessa.

Il piccolo necessita infatti anche della somministrazione di alcuni farmaci specificinei casi di crisi epilettiche e di altre sintomatologie. Da diversi anni, dunque, ogni mattina Cosimo accompagna suo figlio nella città adriatica per poi riprenderlo intorno alle 16. Da circa una settimana, fortunatamente, almeno il servizio che mette a disposizione una oss nella vita domestica del pomeriggio è stato quanto meno ripristinato dall’amministrazione di Lequile, luogo di residenza della famiglia del piccolo.

Ma la vita, andando avanti negli anni, comincia a pesare. Non solo economicamente, sebbene quello finanziario non sia un dettaglio da poco. Le conseguenze di questa ordinarietà delle cose si riverbera sulla vita personale e su quella lavorativa. Per questo Cosimo - che da anni ha anche istituito una onlus denominata “Dream Life” che, senza finalità di lucro, intende fornire un supporto a tutti quei altri genitori che vivono vicisittudini simili -  si è rivolto in più occasioni alle istituzioni. Assieme al suo avvocato, Silvia Ciccarone del Foro di  Lecce, ha infatti scritto all’Ambito socio sanitario del capoluogo salentino, allo stesso Comune di Lequile e alla Asl leccese.

Qualcuno ha risposto in maniera informale, ma quanto meno la garante dei diritti delle persone con disabilità si è impegnata con vicinanza alla vicenda, mettendo in collegamento i due municipi confinanti. Ma Cosimo continua a vivere sospeso tra Lecce e Brindisi assieme al figlio. Eppure un altro bambino con problematiche simili, tutti i giorni percorre lo stesso tragitto, accompagnato dal personale della Lupiae Servizi. Cosimo ha chiesto pertanto che suo figlio potesse usufruire di quel servizio, ottimizzandolo quindi per due utenti.  Ma, essendo residente a Lequile e non a Lecce, per accedervi dovrebbe versare una quota parte alla Lupiae Servizi: il municipio di Lequile, pur mosso la buona volontà e dall’intenzione di aiutare il suo concittadino, non potrebbe farsi carico di una somma quantificata attorno ai 2mila euro mensili. Né tantomeno - va da sé - Cosimo. A lui, stando così le cose, non resta dunque che cominciare a pensare di dover prendere in affitto un appartamento a Brindisi per il bene di suo figlio. Stravolgendo nuovamente la sua vita e quella di un bambino di otto anni.

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