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La precisazione

Pazienti con acqua e farmaci “portati da casa”, Asl replica a Cisal: “Accuse infondate”

La direzione strategica risponde alla nota indirizzata dal sindacato in cui veniva segnalato un “radicato malcostume sanitario” ai danni dei degenti, ricoverati negli ospedali del territorio e precisa la propria posizione

LECCE – Pazienti con acqua e farmaci “portati da casa”? Asl replica a Cisal e taccia come “infondate” le affermazioni contenute nella nota indirizzata poche ore fa alla direzione strategica dell’azienda locale sanitaria da parte della sigla sindacale di settore.

Nel testo veniva segnalato “un radicato malcostume sanitario ai danni dei pazienti” ricoverati negli ospedali della Asl: “Pare che manchino persino le bottiglie d'acqua da destinare ai degenti con la quasi imposizione ai pazienti - a sentire gli operatori sarebbe la norma – di portare da casa buona parte della terapia farmacologica. Se tutto ciò fosse confermato, ci sarebbe da vergognarsi”, scriveva Giovanni D’Ambra, segretario generale provinciale Federazione Cisal Sanità di Lecce.

Una ricostruzione evidentemente non condivisa dall’Asl che così replica: “Ai pazienti vengono fornite ogni giorno tutte le bottiglie di acqua necessaria, tanto è vero che - frequentemente - accade che al momento delle dimissioni alcune bottiglie (sempre da due litri) rimangano sigillate sui comodini dei degenti o che alcuni pazienti decidano di portarle a casa, proprio perché in eccesso e non utilizzate”.

Cisal, oltre alla scarsa fornitura di acqua, denunciava ieri anche che i pazienti sarebbero costretti “a portare da casa buona parte della terapia farmacologica”. “L’affermazione – scrivono dall’Asl - è infondata. In ospedale sono sempre disponibili tutti i principi attivi contenuti in tutti i farmaci necessari. Può accadere che qualora un degente pretenda di continuare una terapia seguita prima del ricovero con un farmaco ‘brand’ e dunque non con il farmaco equivalente disponibile nella struttura ospedaliera, si premura di procurarmelo in autonomia, in linea con quanto previsto dal quadro normativo di riferimento che - ad esempio - prevede il pagamento a carico dell’utente della differenza tra il farmaco equivalente e quello cosiddetto griffato”.

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