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Venerdì, 29 Marzo 2024
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In attesa di trasfusione per otto ore: manca personale per trasportare le sacche

Segnalazione dal polo oncologico che dista solo poche centinaia di metri dal Centro trasfusionale del Vito Fazzi. Eppure i tempi si dilatano fino a limiti ingiustificabili, con l'esasperazione e la mortificazione di coloro che sono in cura

LECCE - Tra le difficoltà che un paziente deve affrontare, alcune possono essere in qualche modo tollerabili, altre assolutamento no. Soprattutto se la malattia con cui bisogna fare i conti è di quelle serie, dagli esiti imprevedibili. È il caso di una segnalazione che arriva dal polo oncologico Giovanni Paolo II di Lecce, firmata da Gigi Pedone e da lui stesso diffusa anche attraverso i social. 

Non si tratta di una polemica fine a se stessa, come dimostra l'introduzione: “Premetto che Ematologia di Lecce può essere benissimo inclusa tra le strutture di eccellenza in Italia. Diretta dal dottor Nicola Di Renzo, professionista di fama nazionale e non solo; coadiuvato da personale medico preparatissimo e scrupoloso; lo stesso dicasi per il personale infermieristico, qualificato e sempre disponibile”.

Poi si entra nel merito della denuncia di quanto capita, con una certa frequenza, all'autore e ad altri pazienti: “Convocati per le trasfusioni, abbiamo dovuto aspettare otto, nove ore perché non c'era personale che portasse le sacche dal Centro trasfusionale presso il Vito Fazzi ( a circa 400 metri) all'oncologico. Una cosa inaudita causata dalla carenza di personale. Può succedere una cosa simile? Certo che sì”.

Si fa presente che per molti pazienti il disagio è doppio: “Oggi non è ho potuto più e mi son messo a protestare come un folle, non solo per il torto subito da me ma anche per tanti altri come me. E molte di queste persone vengono dai comuni della provincia, col disagio che sono costretti a sopportare. E così ho inviato messaggi al presidente Michele Emiliano, a Rocco Palese, assessore alla Sanità, al dottor Rollo, direttore generale dell'Asl e a Luigino Sergio, amministratore delegato di Sanità Service. Mi ha risposto subito Rocco Palese dicendo che stanno facendo l'impossibile per eliminare situazioni di criticità simili. Io, per la mia esperienza di paziente quasi quotidiano, non ne posso più di impegni e di parole. Ci vogliono fatti concreti e subito. Trovo pertanto quasi un insulto a tutti gli italiani che vengano sottratti soldi anche alla sanità per aumentare le spese militari. Sapete che vi dico? Andate a quel paese tutti”.

Fin qui la denuncia di Pedone, che è stato dirigente politico, che ha avuto anche ruoli istituzionali in passato e che dunque è nelle condizioni di rivolgersi direttamente ai decisori delle politiche sanitaria, cercando di chiamarli alle loro responsabilità anche in nome e per conto di coloro che, invece, attraversano il loro personale calvario quasi rassegnati all'ineluttabilità di una (dis)organizzazione che calpesta prima la dignitò, poi anche il buonsenso. La segnalazione ha anche una postilla: l'appello alla donazione di sangue, la cui disponibilità nei mesi estivi cala in maniera tangibile.

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