In terapia intensiva per Covid-19 anche una bimba. Nel Salento i ricoverati sono 46
Mentre la cosiddetta quarta ondata scema lentamente di di intensità, negli ospedali si fanno i conti con le conseguenze delle settimane precedenti. Nel giro di un mese il numero dei posti letto occupati nei reparti dedicati è più che raddoppiato
LECCE - Nel giro di un mese, in provincia di Lecce, il numero dei pazienti ricoverati con sintomatologia da Covid-19 è più che raddoppiato: erano 20, secondo il report Asl del 23 luglio, con due posti letto occupati in terapia intensiva; oggi sono 46 con quattro degenti in Rianimazione e Anestesia al "Vito Fazzi" di Lecce. Tra questi ultimi anche una bimba, la cui tenera età fa pensare che il contagio sia di tipo intrafamiliare (risultati positivi anche i genitori).
In 23 sono ricoverati a Galatina, tra Malattie Infettive e alte unità operative Covid; 12 sono i degenti in Malattie Infettive al “Vito Fazzi” di Lecce, 7 quelli in Pneumologia al Dea. Negli ultimi sette giorni 27 sono stati gli accessi in pronto soccorso con ricovero causa Covid-19: 4 nella fascia d'età 0-35; 4 in quella 36-49; 11 in quella 50-69; 1 in quella 70-79; 6 in quella 80-89; 1 per gli over 90. Questi dati dal report settimanale di Asl Lecce, che presenta per la prima volta anche una tabella con il tasso di ospedalizzazione suddiviso per vaccinati con ciclo completo, vaccinati con una dose e non vaccinati (qui l'articolo).
Come nei giorni scorsi si provava a spiegare con l'aiuto dei dati, mentre l'andamento dell'incidenza dei nuovi casi di infezione fa supporre il superamento della fase più intensa della cosiddetta quarta ondata, il carico ospedaliero fa i conti con le conseguenze del contagio. Fa tutto parte della "natura" dell'epidemia: prima aumentano i casi, poi il numero delle persone che hanno bisogno di cure ospedaliere (tra la contrazione dell'infezione e l'insorgere e l'aggravarsi dei sintomi trascorre un certo periodo di tempo, alcuni giorni).
