Castello Carlo V riapre al pubblico: definito il passaggio totale alla Soprintendenza
L’antico maniero è passato nella totale disponibilità dell’ente ministeriale che ne garantirà da subito la fruizione pubblica dal martedì alla domenica. Accordo agevolato dalla decisione del Comune di restituire la sua parte al Demanio
LECCE - Una gestione più organica affidata nella mani di un unico responsabile, ovvero la Soprintendenza, dipendente dal ministero della Cultura, nell’attesa che, nel prossimo futuro, quando i tempi saranno maturi, l’intero complesso fortificato possa passare nelle disponibilità del Comune. Si è definito oggi il destino recente del Castello di Carlo V che è passato nella totale disponibilità della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Brindisi e Lecce.
Un passaggio agevolato dalla decisione della giunta comunale di Lecce che nel dicembre scorso aveva disposto di cedere la sua parte (avuta in affidamento sin dal 1983 e via via ridotta sino ad un quarto dell’intero complesso) nella mani del Demanio
E proprio l’Agenzia del Demanio, contestualmente al rilascio degli spazi conferiti in concessione temporanea al Comune di Lecce per lunghissimo tempo, ha consegnato oggi il complesso monumentale in uso governativo alla Soprintendenza al fine di garantire una gestione organica. E conseguenza immediata di questo passaggio di consegne sarà la riapertura alla fruizione pubblica, a partirà già questo venerdì 3 febbraio, degli spazi dell’antico maniero.
Nell’attesa di un’ampia attività di recupero e valorizzazione infatti, grazie all’intesa e alla collaborazione con il segretariato regionale per la Puglia del ministero della Cultura, sarà possibile garantire al pubblico l’accesso all’immobile con una riapertura cadenzata dal martedì alla domenica.
Il programma di rilancio
Riapertura immediata, ma non solo. Ciò avverrà contestualmente all’avvio di un progetto di partecipazione pubblica finalizzato a raccogliere dati e proposte utili per indirizzare la gestione del castello Carlo V verso un modello fattibile e condiviso. Processo che i due uffici ministeriali hanno ritenuto essenziale non solo come soluzione per governare il momento di transizione, ma anche e soprattutto come opportunità per impostare una strategia di più ampio respiro.
L’iniziativa si inserisce nel contesto degli importanti interventi di restauro e valorizzazione del maniero che il egretariato sta portando avanti nell’ambito dei grandi progetti dedicati agli “attrattori culturali” e che vedono direttamente impegnato personale della stessa Soprintendenza.
Il presupposto alla base di questa iniziativa è che, successivamente al completamento degli interventi, il complesso monumentale potrà essere completamente aperto al pubblico sia in veste di luogo della cultura, con un’offerta molto ampia e articolata di narrazioni e di servizi culturali, sia come polo urbano di connessione tra il centro storico e il cuore moderno commerciale e residenziale della città.
Il processo partecipativo sarà articolato in diverse fasi e iniziative da svolgersi in presenza e a distanza e coinvolgerà un ampio ventaglio di soggetti istituzionali e portatori d’interesse compresi gli operatori culturali, gli operatori del turismo e le istituzioni scolastiche.
Passaggi preliminari: studio di spazi e impianti
Un’eredità “pesante” quella in capo alla Soprintendenza per la vastità e l’articolazione del complesso e per tutti gli adempimenti richiesti da un passaggio di consegne di tale portata. E considerando che l’uso da parte del Comune risale sin dal 1983 dapprima in via esclusiva e poi, dal 2016, in maniera ripartita con l’ente ministeriale.
Alla riconsegna seguirà necessariamente una complessa attività di ricognizione degli spazi e delle relative dotazioni, occorrerà verificare lo stato di consistenza di strutture e impianti fino a questo momento in uso all’ente comunale, procedere per risolvere una serie di questioni pratiche quali, ad esempio, il passaggio delle utenze.
L’amministrazione comunale si è impegnata a fornire tutta la documentazione inerente alle dotazioni impiantistiche esistenti e alla relativa manutenzione. Si confida nel fatto che questa possa essere consegnata al più presto, non escludendo di dover prevedere opere di adeguamento necessarie alla fruizione e valorizzazione del castello secondo un progetto unitario. Una notevolissima mole di lavoro, insomma, per riportare gradualmente ad unità il risultato di una gestione che sino ad ora è stata suddivisa.