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Attualità Gallipoli

“Centro storico a misura di residenti. Basta invasioni di suolo pubblico e nuovi B&b”

Nuove proposte avanzate dalle associazioni degli abitanti e operatori in vista anche del bilancio 2019. I commercianti chiedono invece coinvolgimento nelle scelte su attività ristorative e locali

GALLIPOLI – Dibattito sempre acceso e scelte strategiche per il borgo antico di Gallipoli. Regole sempre più ferree per impedire le occupazioni massicce e selvagge del suolo pubblico e nuove politiche abitative per consentire il ritorno della popolazione residente nel centro storico. Sono i due capisaldi sui quali, in occasione della elaborazione del prossimo bilancio di previsione 2019, l’associazione degli “Abitanti e amici del centro storico di Gallipoli” ha inviato una lettera all'amministrazione comunale ed al presidente del consiglio, Rosario Solidoro, con alcune proposte tese a favorire le condizioni di vivibilità e la risoluzione di alcune problematiche relative al caos e all’affollamento estivo nel borgo antico.

I numeri attuali dicono che al 31 dicembre scorso, nella parte antica della Città Bella, risultano residenti 958 nuclei familiari per un totale di 2.068 persone, ma il dato è di certo inferiore se considerato al netto di un buon numero di residenze fittizie di cui si ha conoscenza. “Crediamo che l'amministrazione per contrastare il graduale spopolamento della parte antica e più bella della città, debba mettere in campo nuove politiche abitative atte a favorire i residenti” dice il portavoce dei residenti Roberto Piro, “e tra queste segnaliamo la possibilità, mettendo mano agli strumenti urbanistici vigenti, di intervenire sui limiti alla trasformazione degli appartamenti in case vacanze, in b&b, o in altre strutture di natura ricettiva e turistica. Va certamente in questa direzione lo stop già adottato dal Comune per le attività di ristorazione” sottolinea Piro, “come nella stessa direzione va la nostra proposta, già avanzata, di dichiarazione di zona satura per l'occupazione del suolo pubblico su tutte le riviere e sulle vie principali del centro storico. Si potrebbe, inoltre, pensare ad una fiscalità che favorisca la residenzialità, con la riduzione della Tari, altre agevolazioni fiscali, bonus per il recupero di immobili destinati ad abitazione ed alla istituzione di un fondo di rotazione che consenta di mettere a disposizione dei residenti fondi da utilizzare per il recupero e la ristrutturazione di immobili, con il vincolo della destinazione esclusiva a civile abitazioni. Il borgo antico” conclude Piro, “è inoltre interessato da situazioni di degrado che interessano la pavimentazione stradale, la pubblica illuminazione, l'arredo urbano, e registra il colpevole ed impunito deturpamento di beni architettonici e monumentali. Crediamo che, per fronteggiare, almeno in parte, tali situazioni di degrado, un parziale ristoro rispetto ai disagi che gli abitanti sono costretti a subire, possa venire dalla destinazione di almeno il cinquanta per cento delle somme introitate dal Comune per occupazione del suolo pubblico, dalla tassa di soggiorno o dai proventi delle violazioni al codice della strada”.

Tali considerazioni sono state raccolte nel documento inviato all’attenzione del sindaco Minerva e degli amministratori ed è stato condiviso e sottoscritto anche da Giorgio Cacciatori, dell'associazione Centro Storico Culturale, Mario Emanuele Barba, dell'associazione Bed&Breakfast, Daniele Suez, dell'Associazione ‘A Cumbriccula, Sandro Freddo, dell'associazione la Spiaggetta, Franco Mauro, associazione Amici della Musica. Già nelle scorse settimane, a seguito di due incontri con l'assessore Biagio Palumbo, con delega al centro storico, le delegazioni dei residenti hanno avanzato le ulteriori proposte in materia del utilizzo di suolo pubblico per fini commerciali e organizzative per la ztl, il controllo, e i parcheggi nel borgo antico. Si è proposto, principalmente in tema di suolo pubblico, che tutte le riviere e tutti i bastioni, comprese le rampe di accesso alla spiaggia della Purità e di San Francesco da Paola, via Antonietta De Pace, Piazza della Repubblica, Piazza Imbriani, piazzetta Santa Teresa, piazzetta De Amicis, via Garibaldi, via Duomo, via XXIV Maggio, via Incrociata e via Galateo, siano dichiarate zone sature, per le quali si potrà procedere solo al rinnovo delle autorizzazioni rilasciate nell'anno 2018, senza mutamento di dimensioni.

Nuove norme anche per Ztl e videosorveglianza

Nuove norme anche per parcheggi e la Ztl. L’associazione “Abitanti e amici del centro storico di Gallipoli”, presieduta da Roberto Piro, incalza l’amministrazione comunale su diverse proposte organizzative per migliorare la vivibilità della città vecchia, mentre continua anche lo scambio di vedute a distanza con il sodalizio dei Commercianti e imprenditori di Gallipoli, presieduto da Matteo Spada, che invoca maggiore “coinvolgimento e meno autoreferenzialità” sulle scelte che si andranno a fare in materia di attività commerciali, ristorative e sulla ricettività turistica e le occupazioni del suolo pubblico nel periplo del borgo antico. Meno tavolini e stop a nuovi b&b e locali e alle occupazioni selvagge del suolo pubblico la linea suggerita dall’associazione dei residenti al Comune. Ma ci sono anche altre proposte da sottoporre al vaglio del sindaco Minerva e degli amministratori comunali. “Per non gravare ulteriormente sulla popolazione residente nel centro storico la carenza di posti sottratti al parcheggio per via delle concessioni di suolo pubblico” dice Roberto Piro in qualità di portavoce dei residenti, “bisognerebbe fissare il periodo di funzionamento della Ztl e dell'area pedonale urbana dall'ultima domenica del mese di marzo all'ultima domenica del mese di ottobre, con incremento dell'orario finale notturno nel periodo di luglio e agosto, sino alle 3 del mattino e nei restanti mesi sino alle 24”. Altra tematica degna di attenzione è quella del controllo e della sicurezza del territorio e in particolare dell’area dell’isola del centro storico. Per questo i residenti, alla luce anche dei recenti furti e atti di vandalismo, hanno chiesto      di rendere effettiva e funzionante la videosorveglianza dell'intera area del borgo antico come mezzo per il controllo capillare e come deterrente. E di concordare attività di controllo e verifica con tutte le forze di polizia presenti in città. In più l’associazione dei residenti chiede di riaprire l'ufficio distaccato della polizia locale di via Antonietta De Pace, garantendo la presenza degli agenti  sino alla mezzanotte, nei mesi di maggio,giugno, settembre ed ottobre e sino alle 2 nei mesi caldi di luglio e agosto.  “Le proposte complessive avanzate mirano a promuovere le migliori condizioni di vivibilità e di coesistenza tra tutti i soggetti e le attività che fanno parte dell’area del centro storico” conclude Roberto Piro, “quindi escludendo qualsiasi contrapposizione fine a se stessa, ritenendo che attraverso un sano e costruttivo confronto, si possano raggiungere risultati apprezzabili e nell'interesse di tutti, nel pieno rispetto dei diritti fondamentali dei cittadini e di chi fa impresa”.

I commercianti: “Noi esclusi dal confronto”

Il presidente dell’Associazione commercianti e imprenditori di Gallipoli, Matteo Spada, interviene proprio in merito alle richieste avanzate dall’associazione degli Abitanti e amici del centro storico, per le quali il sodalizio lamenta di non essere stato interpellato. “Non vogliamo sicuramente andare a creare una spaccatura sociale tra categorie e dunque associazioni che con fatica operano sul territorio e che in più occasioni non abbiamo mancato di elogiare e che raccolgono le istanze dei diversi portatori di interesse: cittadini, commercianti, sportivi, artisti” esordisce Spada, “va riconosciuto che, la convivenza di più interessi, non per forza conflittuali tra loro, all’interno di un territorio così limitato negli spazi come la nostra città, può creare qualche problema, al quale solo il rispetto reciproco ed il dialogo può portare ad una soluzione condivisa. Ed è in quest’ottica che và letto il nostro dispiacere di non essere stati consultati e di non essere stati resi partecipi di questa iniziativa, così come invece è stato fatto con le altre associazioni che hanno scritto e firmato quelle proposte. Lungi da noi, sia chiaro, essere considerati come i custodi delle politiche commerciali” aggiunge Matteo Spada, “ma, se l’intenzione è quella di andare a migliorare la vita dei cittadini, bisogna tenere presente che questa passa anche dall’economia e dalle attività commerciali che operano sul territorio. Se si voleva arrivare ad una regolamentazione condivisa non era dunque necessario arrivare a questa rottura. E se l’obiettivo ultimo è quello di migliorare la vita di tutti, non va fatto l’errore di non considerare i tanti altri fattori che incidono sulla realtà in cui viviamo”.

In tale direzione l’associazione di categoria che conta più di trecento iscritti evidenzia come “tanti commercianti sono anche cittadini di Gallipoli e fino a prova contraria, il centro storico non è realtà a parte, ma fa sempre parte della città”. E ancora: “Se andiamo poi a considerare che una fetta importantissima di reddito pro capite dei gallipolini, e non solo di quelli residenti nel borgo antico, ma in generale, deriva dal centro storico” puntualizza Spada, “e se consideriamo che un’ampia fetta di cittadini gallipolini occupati, lo sono in un’attività commerciale del centro storico, ci chiediamo come può un’associazione di cittadini, fare un’assemblea o una riunione, con l’assessore Biagio Palumbo, senza la presenza almeno dell’assessore al commercio, visto che si tratta di tematiche trasversali? Se il fine ultimo è migliorare Gallipoli, ci chiediamo, perché escludere una categoria organizzata di oltre trecento soci come la nostra associazione?”

“Siamo infine delusi anche dall’assessore Palumbo che fa delle riunioni senza invitare le categorie interessate” attacca il presidente dell’associazione commercianti, “perché, fino a prova contraria, è risaputo che le politiche di carattere commerciale devono essere discusse dall’assessore con delega al commercio, quindi ad oggi con il sindaco Stefano Minerva, insieme con l’associazione commercianti. Se vogliamo che questi incontri possano incidere sulle logiche politiche, bisogna ovviamente considerare le necessità dei residenti. Però, se è vero che una città è felice se i propri residenti sono felici, è altrettanto vero che, se l’imprenditoria ha scelto di investire nel centro storico, venga data la possibilità agli imprenditori di non vedersi costantemente ostacolati nel dover fare ciò che è il loro mestiere, cioè produrre reddito e creare occupazione. Non solo i residenti” incalza Spada, “ma anche chi investe nel centro storico vorrebbe un posto pulito, con i basoli a terra, con una illuminazione che funzioni come si deve, con un centro di assistenza al turismo, con un centro di informazioni per le chiese e i luoghi di cultura ed altri servizi di cui noi ci facciamo portavoce già da tempo, se uno dei problemi avanzati dovesse essere questo. Ma queste non sembrano essere le priorità degli amici del centro storico, che vorrebbero addirittura appropriarsi del 50 per cento della Cosap, contro ogni logica e legge. Vorrebbero dunque rifarsi sui canoni pagati dagli stessi imprenditori che loro stessi combattono, richiedendo poi uncontemporaneo abbassamento delle tasse”.

In merito alla problematica della desertificazione della città vecchia per i commercianti “se il problema è che d’inverno il centro storico è deserto, la soluzione sarebbe allora limitare pure quell’ormai piccola economia che si crea in estate, in contrasto con tutti gli orientamenti sia della politica internazionale sia della dottrina politico-economica del liberismo del mercato che detta le regole?”. Evidentemente no secondo gli il sodalizio presieduto da Matteo Spada. “Per tutti questi motivi, non si può vietare la creazione di altre attività” conclude il presidente dei commercianti , “bisogna invece essere competitivi, sottostare alle leggi del mercato prim’ancora che a quelle dello Stato, perché il numero preciso di operatori in un centro storico li decide il mercato, ed investimenti, crescita e qualità non faranno altro che favorirne le selezione naturale. Quindi, i residenti del centro storico riuniti in questa associazione, non possono assolutamente dettare le regole o comportarsi come se il centro storico fosse una realtà a parte o una loro proprietà. Il centro storico è una risorsa di Gallipoli ed anche del Salento e non può essere assolutamente considerata una proprietà privata sulla quale solo loro hanno diritto”.

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