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Complesso ex Antoniano verso il recupero. Al Comune fondi per 3 milioni e mezzo

Concluso l’iter della Regione per l’assegnazione del finanziamento per la “rigenerazione” dell’immobile di via Cantore che diventerà centro educativo e riabilitativo. Tornerà anche il teatro

NARDO’ - Dopo il passaggio di consegne dalla Curia al Comune e la prima attribuzione dei fondi per il programma della rigenerazione urbana, arriva il si definitivo per il finanziamento da 3 milioni e 565 mila euro per il recupero del complesso dell’ex Antoniano di via Generale Cantore in quel di Nardò. Un progetto di recupero già annunciato nei mesi scorsi e che ora trova la certezza dei fondi a disposizione per la riqualificazione funzionale dell’immobile da parte della Regione che ha chiuso il lungo iter di valutazione dei progetti candidati alla misura di rigenerazione urbana relativa allo Sviluppo urbano sostenibile.

La proposta del Comune di Nardò è stata ammessa a finanziamento nell’ambito di una strategia d’area da circa 6 milioni di euro condivisa con i Comuni di Leverano e Porto Cesareo. I progetti dei tre comuni sono stati ritenuti meritevoli di finanziamento e inseriti in graduatoria già ad aprile del 2018, e poi sottoposti all’esame di un organismo intermedio, l’Autorità urbana, per quanto riguarda la coerenza agli obiettivi della misura e alla normativa comunitaria, e quindi sono tornati nuovamente all’esame della Regione che si è espressa in maniera definitiva sull’attribuzione dei fondi.  Il complesso edilizio è in predicato di trasformarsi in un centro per persone con disturbi dello spettro autistico e per altri servizi nell’ambito sociale. Il progetto prevede proprio il recupero per finalità sociali, la ristrutturazione e l’efficientamento energetico del complesso dell’ex oratorio ed auditorium dell’Antoniano, che è abbandonato da anni e in stato di degrado.

Il Comune ha inserito l’immobile nella proposta a seguito di una intesa con la Diocesi, proprietaria del complesso, che a novembre del 2018 ha ceduto per venticinque anni al Comune, al prezzo simbolico di 1 euro, il diritto di superficie dell’area su cui sorge il complesso che occupa un lotto compreso tra le vie Pitagora, Leonardo Da Vinci e Generale Cantore.

L’esigenza e l’opportunità del recupero dell’immobile per fini sociali è emersa anche dai contributi dei cittadini e dei portatori di interessi istituzionali in occasione delle iniziative di partecipazione che il Comune di Nardò ha organizzato nell’ambito della strategia di rigenerazione urbana. L’immobile sarò uno snodo importante per la riqualificazione di tutto il quartiere e nel quale troveranno posto un centro socio-educativo e riabilitativo diurno e residenziale dedicato a persone con disturbi dello spettro autistico e altri servizi per minori, anziani e diversamente abili. L’intervento prevede la realizzazione al piano terra di uffici di prima accoglienza e per il personale amministrativo, ambienti per terapie, servizi, sala soggiorno, area per servizio cucina e una caffetteria. Al primo piano altri ambienti per terapie, sale riposo con posti letto in funzione residenziale, locali di servizio. È previsto anche il recupero del teatro, sia per ospitare rappresentazioni e convegni, sia per attività socio-educative.

“Non si tratta solo di recuperare un edificio dismesso e dimenticato, che è una ferita per il quartiere” spiega il sindaco Pippi Mellone, “ma di aggiungere un altro pezzo al mosaico della rinascita della città. In questo caso con un inestimabile valore sociale, viste le finalità del recupero. È un altro grande successo di questa amministrazione, frutto di programmazione e caparbietà e frutto del lavoro dello staff, degli uffici e dei progettisti, che ringrazio. Come ringrazio la Diocesi e sua eccellenza monsignor Fernando Filograna per aver voluto condividere questo ambizioso percorso”.

La storia dell’ex Antoniano

Fu nel dopoguerra che monsignor Gregorio Gaballo pensò di realizzare, con le donazioni dei fedeli, un’opera per l’assistenza dei meno abbienti e l’educazione dei giovani, intitolata a Sant’Antonio. La costruzione venne avviata nel 1948 e continuò per tutto il decennio successivo anche per l’esiguità dei fondi a disposizione. Nel 1957 si iniziò a costruire uno spazio da 500 posti da destinare a teatro e sala cinematografica. Nel 1963, a lavori non ancora ultimati, fu deciso di utilizzare questo immobile per trasferirvi provvisoriamente i reparti dell’ospedale ospitati nell’ex convento di Sant’Antonio, già in precarie condizioni statiche. L

L’urgenza portò all’esecuzione di lavori di adattamento e finitura in economia, eseguiti con maestranze locali, sotto la direzione dei tecnici comunali. A seguito dell’inaugurazione dell’allora nuova sede dell’ospedale civile di via XXV luglio nel 1968, i reparti dell’Opera Antoniana furono trasferiti e l’immobile fu destinato ad ospitare diversi istituti di istruzione superiori sino ai primi anni 2000. La sala ha ospitato abbastanza regolarmente spettacoli teatrali e cinematografici sino ai primi anni ’80, successivamente è stata utilizzata come auditorium annesso all’oratorio della Parrocchia Sacro Cuore di Gesù sino alla metà degli anni ’90, quando è stata definitivamente chiusa.

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