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Venerdì, 19 Aprile 2024
Il caso

Quesiti con più risposte da considerare esatte, Tar accoglie ricorso

La vicenda vede protagonista una docente che ha partecipato a un concorso per la scuola secondaria nelle materie letterarie dando una risposta differente ma esatta rispetto a quella stabilita dal Ministero

LECCE – I quesiti a risposte multiple di un concorso pubblico rappresentano da sempre una modalità tra le più discusse, per la possibilità di indurre in errore i partecipanti a causa di una costruzione delle proposte che spesso si differenziano da piccoli dettagli. Ma può accadere che si ritenga giusta una sola opzione, quando, invece, quelle esatte possano essere due tra quelle indicate.

È di fatto quanto accaduto a una docente, che ha presentato ricorso al Tar del Lazio, rappresentata dall’avvocato Pietro Quinto, dopo aver partecipato al concorso per la scuola secondaria nelle materie letterarie.

Il Ministero dell’Istruzione aveva predisposto, nell’occasione, 50 quesiti offrendo ai candidati quattro possibili risposte a domanda, una sola delle quali – così era specificato nel bando - era da considerarsi giusta. Ma, come riscontrato dalla docente, per alcuni quesiti, le risposte possibili e valide erano più di una. Un esempio: in un quesito si riportava un passo del Purgatorio di Dante nel quale il Sommo poeta usava la metafora della nave per raffigurare la difficoltà del narratore di procedere in un racconto come in un mare tempestoso; si chiedeva, pertanto, ai candidati di indicare chi, prima di Dante, avesse usato la stessa metafora. La concorrente aveva indicato Ovidio mentre per il Ministero l’unica risposta esatta era Properzio. Sulla vicenda, peraltro, diversi studiosi avevano polemizzato con questa scelta del Ministero, mentre intanto la docente, attraverso l’avvocato Quinto, ha presentato ricorso al Tar del Lazio, che invitava il

Ministero a riesaminare i quesiti e verificare le risposte. Quest’ultimo ha dovuto riconoscere che un quesito consentiva di dare due risposte, entrambe corrette.

“Il ripensamento del Ministero è importante – commenta Quinto- perché, per un verso, consente alla mia assistita di recuperare due punti, e, per altro verso, apre la concreta possibilità di valutare anche gli altri quesiti rispetto ai quali abbiamo sollevato non pochi dubbi”.

A sostegno delle tesi sostenute in giudizio, l’avvocato ha depositato numerosi interventi di studiosi che sostengono come alcune risposte ministeriali fossero errate ed altre domande consentivano risposte plurime.

“Siamo convinti –conclude Quinto- che i Giudici dovranno valutare anche questi quesiti stanti le autorevoli opinioni di famosi cattedratici”.

La parola passa ora ai giudici che dovranno decidere sui ricorsi nell’udienza fissata a fine novembre. Quel che resta, però, è il rischio di far venire meno l’autorevolezza delle selezioni basate su quesiti, quanto meno male impostati.

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