"Condannati alla fame": la protesta delle partite Iva davanti all'Agenzia delle entrate
"Non abbiamo ricevuto aiuti dallo Stato e viviamo nell'incertezza delle zone rosse": il movimento guidato da Personè chiede un anno "bianco" fiscale e la possibilità di riaprire le attività per compensare le perdite economiche legate alla pandemia
LECCE – Una protesta simbolica, ma dai tratti decisi, quella andata in scena questa mattina davanti alla sede dell'Agenzia delle entrate di Lecce.
Il variegato mondo delle partite Iva ha deciso di far sentire la propria voce, per l'ennesima volta, sperando di attirare l'attenzione delle istituzioni locali su un problema che è innanzitutto economico. Ma che investe la vita di decine di famiglie del territorio.
Da un anno tanti professionisti, troppi, lavorano a singhiozzo per via della pandemia in corso. Le entrate economiche scarseggiano e mancano prospettive di ripresa, all'orizzonte.
“Non abbiamo ricevuto aiuti dallo Stato e viviamo nell'incertezza di zone rosse e riaperture posticipate nel tempo. Sostanzialmente non sappiamo su chi contare, da chi ottenere risposte e navighiamo a vista – ha spiegato Emilio Personè, il coordinatore provinciale del movimento nazionale delle partite iva.
“Questa non è la prima protesta e cominciamo a stancarci di essere inascoltati. Proprio per questo abbiamo alzato l'asticella oggi: ci siamo seduti a terra e abbiamo intralciato l'ingresso degli utenti nella sede dell'agenzia”, ha proseguito.
Ma qual è la proposta? Come si esce dall'impasse? “Noi vorremo liquidità immediata e vorremmo poter contare su un anno bianco fiscale, proprio perché non abbiamo entrate. Ma l'unico modo per ripartire è quello di riaprire le attività”, ha risposto Personè.
Il movimento, che include lavoratori autonomi, commercianti, organizzatori di feste patronali e sagre, ha contestato anche le scelte della politica relative all'emergenza sanitaria: “La provincia di Lecce poteva diventare una zona di un altro colore, ma siamo stati uniformati a Bari e Foggia che avevano un indice di contagi più alto. La Regione non è mai stata suddivisa in zone più piccole, strategia che avrebbe consentito un certo margine di respiro all'economia locale”, ha spiegato lui.
Gli organizzatori della manifestazione hanno anche deciso di non cercare sponde politiche. Non ci credono più: “In occasione della prima manifestazione avevamo mandato una mail per cercare la solidarietà dei rappresentanti istituzionali, locali e regionali. Ma la politica si è dimostrata sorda ai bisogni dei lavoratori e dei commercianti e dei commercianti”, ha proseguito Personè.
Il movimento ha promesso di dar battaglia anche nei prossimi mesi, e fino alla fine della pandemia.