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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Caro prezzi e virus. Soffrono bar e rosticcerie, Confcommercio: “Calo fatturato del 30 per cento”

Diverse le categorie commerciali penalizzate da una congiuntura economica: rincari, esibizione obbligatoria del green pass e cambio di abitudini. Abbiamo raccolto i pareri di esercenti e cittadini

LECCE – Un pomeriggio infrasettimanale, certo. Ma è altrettanto vero che sono i giorni dei supersaldi, eppure il centro di Lecce è silenzioso e sono in pochi a passeggiare, a sedere al tavolo di un bar. Nella “desertificazione” del commercio, debilitato da quasi due anni di pandemia, a essere maggiormente in affanno sono i titolari delle caffetterie e delle rosticcerie. A confermare un sostanziale indebolimento della categoria è Confcommercio Lecce, che parla di un 30 per cento in meno di fatturato nel 2021 rispetto all’anno precedente. Il 2022, intanto, è appena cominciato. Ma lo ha fatto all’insegna dei numeri importanti dei contagi dell’ultimo mese, in una congiuntura sfavorevole fatta anche di green pass obbligatori da esibire nei locali, di rincari del prezzo del caffè (e di tutto il resto) e degli aumenti in bolletta. I costi fissi per la gestione delle attività restano, anzi subiscono incrementi, ma le entrate sono nettamente inferiori.

Il video: i pareri di cittadini ed esercenti a Lecce

“Dalla pandemia del 2020 la gente non esce più, in tanti hanno paura. Ci sono cittadini chiusi in casa da due anni che hanno ormai l’abitudine di farsi consegnare la spesa a domicilio. Per cui rinunciano ai ristoranti, anche semplicemente a una pizza, o a passare in rosticceria per prendere qualcosa da asporto”, dichiara Piero Merazzi, ristoratore e referente della Federazione italiana pubblici esercizi. “Il calo di fatturato riguarda tutti, molti dei ristoratori si soo messi in ferie. Nel mese di gennaio diverse attività chiudono i battenti con la speranza che possa cambiare qualcosa e di recuperare dalla fine marzo, qualcosa. Siamo qui, ma è come se non ci fossimo. Se resti aperto lo fai esclusivamente per garantire un servizio, ma  di fatto ci stai rimettendo”, sottolinea Merazzi soprattutto a nome dei ristoratori, altra categoria fortemente penalizzata in questo momento storico.63442cf4-058f-4eb6-b4bf-1343a4609d4f-2

“Nel centro storico sono pochi i locali aperti. E quelli che continuano a lavorare chiudono molto prima. Quei pochi che garantivano un servizio h24 non lo fanno più, non ne vale la pena. Più che contributi e incentivi statali, occorrerebbe un clima di serenità, senza essere subissati da continui allarmismi".

Eppure i cittadini privi di green pass costituiscono un numero esiguo, semmai sembrerebbero essere i prezzi il grande spauracchio. I prezzi per tutti: per i consumatori, così come per gli esercenti. E i cali occupazionali: perchè in tanti sono stati costretti anche a riunciare al personale. Nella migliore delle ipotesi in cassa integrazione.

“Continuiamo a sostenere spese fisse, affitti in primis, lo facciamo pur di non restare chiusi. La bolletta della luce è aumentata in media di 400, 500 euro. Il gas idem. A fronte dei rincari, non è seguito un aumento degli stipendi. Per cui uscire da casa comincia a pesare sulle tasche. Prima ansavamo al bar per un caffè, semplice come il pane. Ora è aumentato il prezzo di quel piccolo rituale e in tanti stanno rinunciando persino al caffè. Stiamo andando verso una suddivisione tra ricchi ricchissimi e poverissimi. Oltre dieci anni fa lo raccontavamo e ci sembrava incredibile. E invece è successo per davvero”, conclude. Abbiamo raccolto dei pareri per le vie della città, tra proprietari di attività commerciali e consumatori, nel video riportato in alto.

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