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Il ritorno dell'eroina, overdose in aumento. Repressione o tema di salute pubblica?

Una dose può costare anche solo cinque euro, cambiano le modalità di assunzione, sempre più alla portata dei giovani. Sul tema il contributo di Antigone Puglia

LECCE – Martedì scorso, a Casarano, è stato trovato privo di vita un uomo di 39 anni: accanto al cadavere vi era una siringa. Secondo i dati disponibili, negli ultimi due anni, in Puglia, sono morte per overdose da eroina 14 persone.

Di seguito pubblichiamo un contributo di Antigone Puglia*: dalle modalità di assunzione dello stupefacente fino alla prevenzione e alla riduzione del danno, il tema eroina si ripropone in tutta la sua gravità.

“Eroina che tu sia la mia morte, eroina è mia moglie, è la mia vita…” cantava nel 1967 Lou Reed, storico frontman dei Velvet Underground. Il brano, spiccatamente autobiografico, raccontava la vita di un tossicodipendente dedito al consumo di oppiacei, i soli a renderlo libero da un sistema – quello americano - completamente cannibalizzato da una cultura cinica e capitalista. Erano gli anni  Sessanta e l’America combatteva in Vietnam una guerra spaventosa da cui ne uscirà una generazione di reduci segnati indelebilmente dalla violenza e dal consumo di una sostanza chiamata eroina.

Sono passati più di quaranta anni e, nonostante la comparsa di nuove droghe sul mercato, in particolare anfetamina e cocaina, l’eroina  non è mai andata via, e le 203 vittime registrate in Italia dal 1 gennaio 2018 come morti da overdose  (rif.su GeOverdose), fanno presagire ad una nuova virata da parte dei giovani e meno giovani al consumo di eroina e oppiacei in generale. Solo in Puglia le vittime nel 2018 sono state quattro, tutte giovani e con un età intorno ai 38 anni. Sono gli uomini a farne più uso rispetto alle donne, con un rapporto di circa 5 a 1. Ciò che più preoccupa è la crescita di overdose, che, come ci ripetono gli esperti, non  è tanto dovuta alla qualità della sostanza, ma alle modalità di assunzione e al costo sempre più basso. Se negli anni Ottanta l’eroina costava 100 mila lire al grammo, oggi il mercato illegale è in grado di plasmarsi ad ogni esigenza del consumatore vendendo dosi anche a 5 euro.

Nella società fluida, anche le droghe cambiano aspetto e si misurano con le necessità e i desideri del consumatore che, se eroinomane, sceglie setting differenti rispetto all’immaginario da “Zoo di Berlino”. Oggi l’eroina si assume attraverso la stagnola, scaldandola e inalandola con una cannuccia. Solo che il grado di dipendenza aumenta vertiginosamente, e i ragazzi passeranno gradualmente dalla  stagnola alla via endovenosa con minor spesa e maggiore resa psicofisica.

Se da un lato i decessi continuano a crescere in tutto il Paese, nonostante l’Italia resti al di sotto della media europea, dall’altro si assiste ad un depotenziamento in termini di risorse e investimenti del Servizio Pubblico per le tossicodipendenze,  i Serd ( ex Sert), che si trovano a dover gestire utenze sempre più numerose con risorse umane ed economiche sempre in calo.

Oggi la sfida è quella di concordare obiettivi più compatibili nella gestione del craving dei pazienti tossicodipendenti, dei consumatori poliedrici sempre più numerosi, e di creare reti sinergiche tra il pubblico e il privato sociale; ciò nell’intento di aiutare persone estremamente vulnerabili e a rischio marginalizzazione per quello che intendono e riescono a fare, a tutela della loro salute fisica e del loro equilibrio psichico.

È la logica della riduzione del danno, entrata finalmente nei Lea ( Livelli essenziali assistenza), e totalmente aperta e disponibile ad ogni tipo di percorso; essa vede l’uso di droghe come fenomeno sociale complesso, ampiamente normalizzato, non riducibile in termini di malattia o, peggio, di devianza, e caratterizzato da una pluralità di modelli di consumo, la maggioranza dei quali compatibili con la vita dei singoli e delle comunità.

Agire nelle dimensioni delle droghe, del set (i consumatori, le loro motivazioni e aspettative circa il consumo), e del setting (i contesti, sia le culture sociali del consumo, sia le cornici istituzionali come le legislazioni, i sistemi dei servizi).

Il Secondo Rapporto sulle Dipendenze prodotto dalla Regione Puglia è stato pubblicato nel 2018, peccato però che i dati riportati facciano riferimento solo al 2015; dal 2017 al 2018 sono 14 i morti per overdose nella nostra Regione, in maggioranza uomini dai 24 ai 45 anni. La mancanza di dati aggiornati e istituzionali aggrava ulteriormente la gestione e la programmazione di interventi mirati per tipologie di sostanze, consumo ed età dei soggetti interessati.

In Europa sono attive, dal 1986, le Drug Consumption Room – stanza del consumo protetto -, servizi di bassa soglia dove è possibile consumare sostanze in modo igienico, protetto e sicuro, con l’assistenza di operatori professionali. Queste stanze hanno negli anni contribuito a ridurre le morti per overdose, i danni relativi all’uso iniettivo, la diffusione di malattie trasmissibili, e i reati commessi dai soggetti tossicodipendenti.

Paesi interi come Olanda, Svizzera, Spagna, Germania, Danimarca, Norvegia, Francia e Lussemburgo, sono da sempre attenti alla tutela della salute dell’individuo operando pratiche mirate e diversificate in un’ottica di Riduzione del Danno capace di coinvolgere istituzioni pubbliche e del privato sociale.

Qualcosa di positivo però in Italia c’è. Le unità mobili risultano essere il principale strumento di riduzione del danno, si occupano della distribuzione di materiale informativo specifico in 16 regioni sulle 18 rispondenti, mentre risultano leggermente meno diffuse le attività di distribuzione di materiali specifici, quali siringhe e aghi sterili monouso (14 regioni/18 rispondenti), acqua per preparazioni iniettabili (10/18), condom (13/18), salviette imbevute di alcol (9/18). I programmi di scambio di siringhe e aghi monouso sono presenti in 12 regioni sulle 18 rispondenti.

La riduzione del danno nelle scuole italiane? In questi luoghi si opta per le "ospitate" delle forze dell'ordine, che inevitabilmente, agiscono sul fatto e non sulla prevenzione.  In effetti è la prevenzione, il dialogo e la conoscenza di queste sostanze a mancare, da sempre, nella vita scolastica e quotidiana dei ragazzi. Sono numerosi gli episodi in cui i tutori dell’ordine pubblico fanno ingresso nei luoghi volti a formare e ad accompagnare i ragazzi in quella che è, già di per sé, una fase critica e complessa, con cani antidroga con l’unico intento di intimorire gli studenti, e sperando così di disincentivare il consumo e lo spaccio di sostanze. Questo approccio è inutile e ad oggi non ha portato risultati degni di nota.

Manca la cultura, e a volte anche l’umana attenzione verso l’altro. Parlare di sostanze stupefacenti, del loro consumo, della prevenzione e delle strategie di superamento della dipendenza, di riduzione del danno è l’unica alternativa possibile per affrontare queste tematiche; è compito della comunità declinata come istituzione, scuola e territorio, scegliere se continuare ad approcciare con la questione droghe in chiave repressiva o se preferire trattare la droga come questione di salute pubblica.

Un uomo di soli 39 anni è morto da solo in casa così come accade ai tanti tossicodipendenti allontanati dalle città e relegati ai margini delle nostre periferie, perché il cittadino per bene, il buon borghese non veda il disagio umano e sociale inesorabilmente legato alla vita di un eroinomane.

*Antigone è una associazione nata negli anni Ottanta per i diritti e le garanzie nel sistema penale

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