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Crisi a “La Gazzetta del Mezzogiorno”, giornalisti scrivono a Mattarella

Lettera al presidente della Repubblica per fare chiarezza sul futuro della storica testata pugliese. Solidarietà della politica

BARI – Ancora incertezze e apprensione  per il futuro aziendale e lavorativo della storica e ultra centenaria  testata pugliese de “La Gazzetta del Mezzogiorno” a tre mesi dalla crisi sfociata in seguito al sequestro delle quote della proprietà editoriale da parte del tribunale di Catania. Preoccupano ovviamente le sorti della testata ora affidata nelle mani di due commissari giudiziari, mentre giornalisti e personale sono ancora senza stipendio e tredicesima.

Proprio l'assemblea dei colleghi giornalisti de La Gazzetta ha affidato in queste ore al Comitato di redazione una lettera da inviare all’attenzione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, finalizzata a lanciare un significativo grido d’allarme sulla situazione di instabilità e incertezza in cui versa il giornale proprio in relazione al provvedimento di sequestro-confisca di circa tre mesi addietro cui sono stati sottoposti i beni dell’editore Ciancio Sanfilippo nell’ambito di un’inchiesta che lo vede coinvolto. Sulla situazione in cui si trova la storica testata si è mobilitato anche il presidente della Regione, Michele Emiliano, che ha richiamato l'attenzione  e convocato i due commissari giudiziari, e si susseguono gli interventi di solidarietà riveniente dal comparto giornalistico e dalla politica.     

Emiliano “convoca” i commissari 

Su iniziativa del Governatore di Puglia, Michele Emiliano, sono stati convocati gli amministratori giudiziari e la Gazzetta del Mezzogiorno davanti allo stesso presidente della Regione e alla task force per le crisi industriali e occupazionali. “Nonostante il mio silenzioso lavoro di questi mesi inteso a trovare acquirenti per la Gazzetta del Mezzogiorno” ha comunicato Emiliano nella giornata di ieri, “constato una profonda incomprensione tra gli amministratori giudiziari che operano per conto della sezione misure di prevenzione antimafia del Tribunale di Catania, la redazione e la proprietà della Gazzetta del Mezzogiorno che sta mettendo a rischio quasi duecento posti di lavoro e la più antica e prestigiosa testata giornalistica della Puglia. Ricordo a me stesso che la normativa sulle misure di prevenzione antimafia non deve mai provocare la perdita di valori economici, di posti di lavoro ed in questo caso di spazi informativi e democratici sacri per ogni comunità".

"Considero il rischio di chiusura della Gazzetta del Mezzogiorno una vera e propria calamità per Puglia” ha concluso il presidente della Regione, “ne consegue la mia decisione di convocare davanti a me chi ha la responsabilità di impedire un simile inaccettabile naufragio di valori fondanti della Costituzione quali il diritto al lavoro e il diritto-dovere di informare ed essere informati”.

Caroppo (Lega): “Vicini ai dipendenti”

Vicinanza e preoccupazione ha manifestato, in una nota, dalla segreteria regionale della Lega per Salvini, anche Andrea Caroppo. “Le autorevoli colonne della Gazzetta del Mezzogiorno ci raccontano da 130 anni ciò che accade nella nostra Puglia e nel mondo. E’ un giornale che rappresenta un pezzo di storia pugliese e che viene pubblicato con il lavoro di grandi professionisti del settore” scrive il consigliere regionale e segretario regionale della Lega, “siamo preoccupati per la crisi del giornale e per le possibili ripercussioni occupazionali che potrebbe discendere dalla vicenda giudiziaria che riguarda l’editore. I dipendenti non ricevono lo stipendio e non avranno nemmeno la tredicesima. Ciò che è peggio, però, è l’incertezza per il domani".

"La Regione ha deciso di convocare la task force per discutere della questione e noi ci auguriamo che l’organismo possa davvero incidere positivamente, addivenendo ad una soluzione concreta e credibile che tuteli i lavoratori ed anche il valore che un giornale storico come la Gazzetta costituisce per il nostro territorio. Da parte nostra” conclude Caroppo, “esprimiamo solidarietà ai giornalisti e a tutti i dipendenti che stanno attraversando un momento di grande preoccupazione” 

Borraccino: “Impegno massimo”

Sulla crisi aziendale e occupazionale de La Gazzetta del Mezzogiorno si registra anche una presa di posizione dell’assessore allo Sviluppo economico, Mino Borraccino. “Ho appreso con rammarico che La Gazzetta del Mezzogiorno, il più diffuso quotidiano pugliese, rientra nel provvedimento di sequestro-confisca al quale sono stati sottoposti i beni dell'editore e imprenditore Mario Ciancio Sanfilippo” scrive in una nota l’esponente della giunta regionale, “nutro piena fiducia nell'opera della Magistratura, impegnata nell’accertare tutti gli aspetti della vicenda. Tuttavia tali accertamenti sono ordinariamente lunghi e per questa ragione mi preoccupano le ricadute negative del sequestro che potranno verificarsi nel frattempo sull'informazione, che anche recentemente il presidente Mattarella ha definito un bene prezioso e imprescindibile di ogni democrazia". 

"Siamo già alle prese con una grave crisi dell'editoria, sulla quale pesano ulteriormente alcuni interventi preannunciati dal Governo” prosegue Borraccino, “le conseguenze immediate e prevedibili su La Gazzetta del Mezzogiorno sono tagli occupazionali e altri interventi drastici sui lavoratori, già colpiti da anni dal ricorso a diversi tipi di ammortizzatori sociali. La Regione si appresta a convocare la task force per l’occupazione per affrontare la situazione che vede al momento i lavoratori senza stipendio né tredicesima".

"In quella sede darò il mio contributo ai provvedimenti che si deciderà di adottare, anche alla luce del fatto che si tratta di una situazione inedita” garantisce l’assessore, “infatti è la prima volta che viene confiscata un’azienda editrice di un quotidiano, vicenda non paragonabile a situazioni di crisi che possono riguardare altre imprese, perché in questo caso c’è di mezzo la tutela dell’informazione, sancita dall’articolo 21 della Costituzione. La Puglia non può permettersi di perdere una testata storica, divenuta patrimonio dell’intera comunità regionale”.

Solidarietà da Direzione Italia 

Solidarietà in questore anche dai consiglieri regionali di DIt (Ignazio Zullo, Francesco Ventola, Luigi Manca e Renato Perrini). "A settembre scorso, quando la Gazzetta del Mezzogiorno si è trovata coinvolta nell’inchiesta siciliana sul suo editore abbiamo auspicato una soluzione imprenditoriale, meglio se pugliese, che potesse dare continuità a quello che non è solo un quotidiano ma un pezzo di storia della nostra regione".

"Siamo rammaricati - proseguono - che non si sia ancora trovata una soluzione e per questo condividiamo le preoccupazioni e siamo vicini ai giornalisti che hanno fatto un appello al presidente della Repubblica, Mattarella, perché tutte le Istituzioni si mobilitino a favore di una patrimonio storico-culturale che la Puglia non può perdere. Auspichiamo  che anche la Regione faccia la sua parte, attivando la task force operativa nel caso di importanti vertenze".

Boccia: "Scelte dei commissari incomprensibili"

“Non consentiremo a nessuno di distruggere un patrimonio culturale come quello che rappresenta la Gazzetta del Mezzogiorno. Le scelte dei commissari sono, oggettivamente incomprensibili, sul piano dei contenuti, delle procedure e delle politiche industriali che dovrebbero, invece, muoversi dentro i binari della legge". A dichiararlo, Francesco Boccia, deputato del Pd e candidato alla segreteria del partito. 

"Per i lavoratori della Gazzetta servono risposte e, soprattutto, devono essere immediate. Al di là della solidarietà che ciascuno di noi può dare e che io per primo esprimo nei confronti di tutti coloro che quotidianamente raccontano il Sud con il proprio lavoro, è necessario intervenire per restituire dignità a un giornale che da 130 anni rappresenta la voce del Sud. Non possiamo restare inerti di fronte alla crisi che si è abbattuta sull'editoria, italiana e soprattutto del Mezzogiorno".

"La nostra inerzia, infatti potrebbe aggravare la situazione di tutti quei lavoratori, che rischiano per errori commessi da altri, di diventare precari, aumentando così la platea di coloro che non hanno più un contratto. Intanto la certezza è che non percepiranno lo stipendio né la tredicesima. Cerchiamo con tutti i mezzi a nostra disposizione di accompagnare e sostenere il giornale in questo difficile percorso verso un futuro che al momento appare molto incerto”. 

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