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La cucina del Fazzi chiude per lavori. Preoccupazione per il trasferimento a Gallipoli

I sindacati hanno chiesto incontro urgente con Asl e azienda per comprendere la tempistica degli interventi e avere garanzie sul mantenimento dei livelli occupazionali

LECCE – La pavimentazione delle cucine del Vito Fazzi è da rifare. E si deve procedere tempestivamente. Così le operazioni di preparazione dei pasti verranno dislocate altrove, probabilmente in un centro cottura a Gallipoli.

I sindacati hanno ricevuto questa comunicazione dall’azienda che gestisce il servizio, La Cascina Global Service srl, e hanno preso carta e penna per scrivere al direttore della Asl di Lecce, Ottavio Narracci, chiedendo un incontro urgente.

A monte vi sono due preoccupazioni, espresse dai segretari di Ugl Terziario, Uiltucs Uil, Filcams Cgil: comprendere i tempi necessari per la realizzazione degli interventi e la natura, temporanea o meno, del trasferimento.

Ma i sindacalisti vogliono rassicurazioni anche in merito al mantenimento dei livelli occupazionali perché all’orizzonte vi è una rivoluzione nelle modalità di gestione del servizio, e la sua centralizzazione a livello regionale in base al metodo cook&chill, ampiamente preannunciata.

I sindacalisti ritengono, infatti, che si possano trovare soluzioni alternative allo spostamento del servizio, e relativo personale, a 36 chilometri di distanza dal capoluogo: “Come più volte sottolineato dal direttore del dipartimento regionale di Salute, Giancarlo Ruscitti, essendo disponibili le dovute risorse finanziarie, i locali cucina potrebbero essere rinnovati, messi a norma e definitivamente allocati sul terrapieno dove si trovava precedentemente il Pronto soccorso”, si legge nella lettera.

I tre segretari vogliono chiarimenti riguardo alle modalità con cui si effettuerà il trasporto, la preparazione e la cottura degli alimenti, compresa la consegna dei vassoi ai degenti.

“Il tema della sicurezza è importante ed è necessario salvaguardare la struttura onde per evitare cedimenti nella pavimentazione – sottolinea Mirko Moscaggiuri della Filcams Cgil-. Allo stesso tempo, però vorremmo sapere se esistono soluzioni alternative. L’azienda, infatti, è proprietaria di un centro cottura a Zollino che è molto più vicino rispetto a Gallipoli”.

“Non sappiamo quanti lavoratori dovrebbero essere trasferiti nella città bella, seppur momentaneamente, e l’incontro servirà proprio capire quali e quante figure professionali sarà necessario allocare altrove per permettere la realizzazione dei lavori”, conclude il sindacalista.  

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