Mortalità, quanto incide il Covid? Nella banca dati Istat 20 comuni salentini
Nell'Anagrafe Nazionale Popolazione Residente i centri che nel periodo dal primo marzo al 4 aprile hanno fatto segnare una variazione pari o uguale al 20 percento rispetto alla media dei cinque anni precedenti
LECCE - Un indicatore senza dubbio attendibile per comprendere l'incidenza dell'epidemia da Covid-19, è certamente quello della mortalità (per tutte le cause). Facendo infatti una differenza tra il dato di quest'anno e quelli precedenti si riesce a comprendere meglio l'eventuale impatto.
Attraverso la banca dati dell'Istituto di Statistica si possono esaminare i dati relativi a 20 comuni del Salento (presenti nell'Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente) che aggiornano più tempestivamente le variazioni anagrafiche e che rispondono ai seguenti requisiti: hanno registrato almeno dieci decessi dal 4 gennaio al 4 aprile e hanno fatto registrare un aumento di morti pari o uguale al 20 percento nel periodo 1 marzo - 4 aprile rispetto alla media dello stesso periodo relativamente ai cinque anni precedenti. Si tratta di una finestra temporale selezionata in relazione all'evoluzione dell'epidemia e che sarà aggioranta con cadenza periodica.
Fatta questa premessa metodologica, dallo studio della variazione della mortalità è emerso con chiarezza il peso che il nuovo coronavirus ha avuto, per esempio, a Bergamo dove nel periodo tra il 4 gennaio e il 4 aprile i decessi sono stati 398 nel 2019 e 966 nel 2020, ma se si prende in esame il periodo che comprende marzo e i primi quattro giorni di aprile, il dato è ancora più allarmante: si passa, infatti, da 141 (media dei cinque anni precedenti) a 729 decessi.
Per la provincia di Lecce compaiono Nardò, Maglie, Parabita, Racale, Sannicola, Muro Leccese, Gagliano del Capo, Soleto, Tuglie, Castrignano de' Greci, Castrignano del Capo, Spongano, Castri di Lecce, Sternatia, Nociglia, Surano, San Pietro in Lama, Supersano, Botrugno, Zollino. Per tutti questi centri il dato assoluto sui quattro mesi appare il più delle volte minore rispetto a quello registrato nei due anni precedenti, ma in tutti l'incremento dei decessi nel periodo 1 marzo - 4 aprile è stato superiore di almeno il 20 percento alla media dei cinque anni precedenti.
Nel capoluogo, invece, si registra una flessione nella finestra 1 marzo - 4 aprile: 83 decessi nel 2020, 89 nel 2019, 98 nel 2018, 97 nel 2017, 83 nel 2016 e 117 nel 2015.