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Disagi e carenza di personale in pronto soccorso e Ginecologia, Cgil interpella Asl

La denuncia del sindacato che ora chiede un confronto. “Mancanza di distanziamento tra pazienti, promiscuità tra operatori, pazienti e parenti, 118 e forze dell'ordine. Situazione insostenibile”

LECCE -  Disagi al pronto soccorso dell’ospedale di Lecce e carenza di organico nel reparto di Ostetricia e ginecologia. La Funzione pubblica Cgil torna alla carica con due lettere inviate alla direzione generale della Asl, al direttore sanitario, al Servizio prevenzione e protezione aziendale e al personale medico e infermieristico dei due reparti. La situazione in cui verserebbe il pronto soccorso del “Vito Fazzi” è stata segnalata anche nelle scorse settimane dall’organizzazione sindacale.

 “Un reparto che non rispetta alcuno standard di confort assistenziale, in termini di sicurezza dei pazienti e dei lavoratori che vi operano”. Da Cgil ora arriva la richiesta di attivare immediatamente il pronto soccorso del Dea, “aumentando il numero di operatori, integrando il personale con la figura del bed manager (per trovare una collocazione dei ricoveri nei vari reparti del Fazzi o negli ospedali del territorio), aumentare la dotazione di operatori socio-sanitari”, denunciano Floriano Polimeno (segretario provinciale), Rosario Gaetani e Franco Sanapo (dirigenti di struttura).

Il sindacato ha intanto chiesto la convocazione di un tavolo assieme all’Azienda sanitaria locale per discutere delle varie problematiche tra le quali la mancanza di adeguati locali per la vestizione e svestizione del personale, mancanza di distanziamento tra i vari pazienti ospedalizzati, promiscuità tra operatori, pazienti e parenti, 118 e forze dell'ordine. Tra le lamentele, inoltre, la mancanza di privacy tra i vari pazienti e le difficili condizioni di lavoro. Non va meglio, inoltre, nel reparto di Ostetricia e Ginecologia, nel quale vengono gestiti circa duemila parti all’anno.

“La carenza di personale sta causando un carico di lavoro in violazione di qualsiasi parametro o indicatore previsto dalla normativa vigente. Oggi pochissime persone devono tenere in piedi il reparto. Basti pensare che la sezione di Ginecologia (16 posti letto) conta solo su  due infermieri professionali turnisti e un oss. Ancora peggio la condizione della sezione di Ostetricia (22 posti letto), dove opera un infermiere professionale turnista. C’è poi la questione dell’area Covid (7 posti letto), dove accedono tutti gli oss e gli infermieri seguendo percorsi di sicurezza discutibili. Nel pronto soccorso, Ostetricia prevede altri sette posti letto, affidandoli a un oss e a un infermiere a turno. Nel gruppo della sala operatoria, un infermiere tre ostetriche si prodigano su tutto il reparto". Alla base di questa carenza di personale, secondo la Fp Cgil, ci sono lunghe malattie dei lavoratori e cessazioni dal servizio senza adeguate sostituzioni o surroghe. “Sta di fatto che in questa situazione è insostenibile”, concludono Gaetani e Polimeno.

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