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Diritti e stabilità: i lavoratori del 118 reclamano l'internalizzazione

I dipendenti delle associazioni che gestiscono le postazioni del servizio di emergenza - urgenza hanno manifestato davanti alla Asl. Usb: "Chiediamo la gestione diretta da parte di Sanitaservice, come avvenuto nel resto della regione"

LECCE – Mettere fine al precariato e al lavoro nero mascherato da volontariato: questi i due obiettivi della protesta animata da Usb e andata in scena, questa mattina, davanti alla sede della direzione generale della Asl di Lecce.

Insieme al sindacato erano presenti i dipendenti e i volontari delle associazioni che gestiscono diverse postazioni del servizio 118.

Si sono dati appuntamento in via Miglietta, per l'ennesima volta, per reclamare l'internalizzazione del servizio e quindi l'affidamento diretto alla società in house, Sanitaservice.

Diverse Asl pugliesi hanno avviato le procedure in house, ma a Lecce è tutto fermo.

“Presso la Asl di Lecce, curiosamente, non c'è traccia di alcuna delibera di affidamento e i lavoratori vogliono una risposta alla richiesta di far rispettare i loro diritti. E alla loro esigenza di stabilità lavorativa”, ha spiegato Gianni Palazzo, segretario Usb in un'intervista rilasciata a Lecceprima.it e visionabile qui.

“Denunciamo da tempo il fatto che dietro la parola volontariato spesso si nasconde una sorta di lavoro nero legalizzato. Questi operatori sono stati altamente formati, seguendo corsi di aggiornamento quotidiani: oggi però, in questa fase di emergenza, rischiano, stando in prima linea, la propria vita”.

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