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Martedì, 16 Aprile 2024
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Dopo la chiusura, Lidl aderisce all'ipotesi di una sanzione più nuovo progetto

Dalla nota catena di supermercati un segnale conciliante all'amministrazione comunale che, nel rispetto di una sentenza del Consiglio di Stato, a luglio ha revocato la licenza intimando l'esaurimento delle scorte

LECCE – Dopo la chiusura coatta effettuata sabato scorso a opera della polizia locale della struttura commerciale del marchio “Lidl” in viale della Libertà, l’azienda ha scritto all’amministrazione comunale manifestando l’adesione all’ipotesi di corrispondere una sanzione pecuniaria e di preparare un nuovo progetto che includa la riqualificazione dell’area di insediamento.

L’intervento degli agenti mandati da Palazzo Carafa si era reso necessario per eseguire l’ordinanza già emanata a luglio e conseguente alla sentenza del Consiglio di Stato che aveva sancito la natura abusiva della struttura edificata sulla base di un permesso a costruire, rilasciato dal settore Urbanistica e poi riconosciuto come illegittimo: la destinazione dell’area, tipizzata per “attrezzature civili di interesse comune”, non sarebbe stata compatibile sin dall’inizio con la realizzazione di un grande supermercato, nonostante un’attestazione in tal senso fosse stata fatta nel 2014 dal dirigente di allora, Gino Maniglio. prima che i rappresentanti del noto marchio acquistassero il lotto inserito nel Piano delle alienazioni comunali.

Il contenzioso giudiziario era stato aperto da un’altra catena del settore, la “Disco Verde”, nella convinzione, riconosciuta in via definitiva dal Consiglio di Stato, di essere stata lesa nei propri interessi – ha, infatti, dei punti vendita nei pressi – con l’apertura di quel supermercato. L’amministrazione si trova dunque nella condizione di correggere una rotta che essa stessa aveva indicato, seppur negli anni della seconda giunta Perrone, scongiurando il rischio di una richiesta di risarcimento che può venire tanto dal soggetto soccombente in giudizio, Lidl, che da quello vittorioso, Disco Verde. Quest’ultimo, infatti, è titolato ad agire in caso di inottemperanza degli effetti della sentenza del Consiglio di Stato.

Con la comunicazione odierna si apre un orizzonte più sereno rispetto alla reazione manifestata sabato da Lidl: sul tavolo del confronto, che si è articolato già in diversi incontri, prende corpo la via indicata dall’articolo 38 del DpR 380 del 2001 che impone l’applicazione di una sanzione pecuniaria pari al valore delle opere. Spiegando l’iniziativa della chiusura, il sindaco Carlo Salvemini aveva però posto anche la questione urbanistica oltre a quella della legittimità del titolo, auspicando soluzioni progettuali che rendano compatibile la presenza della struttura con la funzione pubblica che il lotto, per la sua destinazione nel Prg, deve avere. La sollecitazione sembra ora essere stata raccolta.

Preso atto della volontà di Lidl, il primo cittadino attende ora di valutare il progetto: “Un passo alla volta troveremo la soluzione giusta nell'interesse della città”, ha scritto. L’altra strada possibile è quella della demolizione tout court.

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