Ecocentro a Lido Marini, dubbi dei consiglieri: “Verifiche su esproprio dei terreni”
Il gruppo regionale di Forza Italia ha presentato formale richiesta di accesso agli atti e nutre ancora dubbi sull’autocertificazione presentata dal Comune che non avrebbe completato l’iter di trasferimento dei terreni. Casili preme per l’audizione in commissione
UGENTO – Mentre la mobilitazione civica non arretra il passo e continua con una raccolta di firme per contrastare la scelta della localizzazione da parte del Comune del nuovo ecocentro nella marina ugentina di Lido Marini, la questione anima anche il dibattito politico in sede regionale.
Dopo i chiarimenti istruttori resi dall’assessore regionale Maria Grazia Maraschio i nodi circa la disponibilità dei terreni da parte dell’amministrazione comunale dove realizzare il centro di raccolta dei rifiuti differenziati non sono ancora del tutto dipanati.
Sul tavolo resta l’autocertificazione allegata all’atto di partecipazione all’avviso pubblico dal Comune di Ugento e la formalizzazione dell’esito positivo dell’istruttoria da parte degli uffici regionali. Ma condizione essenziale per accedere alla quota di finanziamento (nel caso specifico fondi per 380 mila euro) resta quella di avere la disponibilità immediata delle aree dove ubicare la nuova struttura.
Forza Italia richiede gli atti
Sulla vicenda legata all’ecocentro di Lido Marini, il presidente del gruppo consiliare di Forza Italia, Paride Mazzotta, aveva già fatto una richiesta formale di accesso agli atti in Regione, ricevendo ora la risposta all’istanza.
Dalla prima analisi della documentazione è emersa la conferma cheil Comune di Ugento ha presentato un’autocertificazione nella quale dichiara di avere la piena disponibilità dei terreni che dovrebbero ospitare il centro di raccolta rifiuti differenziati. La disponibilità dei suoli è condizione necessaria affinché la Regione non revochi il finanziamento al progetto che costa complessivamente 380mila euro.
“Poiché ci risultava, e ci risulta, che non siano state completate le procedure di esproprio delle aree, come invece dichiarato dal Comune” spiega Mazzotta, “avevamo depositato formale richiesta di accesso agli atti. Ed oggi apprendiamo che dovremmo fidarci dell’autocertificazione a firma del sindaco di Ugento. Ma vogliamo ugualmente essere certi della completezza e regolarità delle carte”.
L’avviso regionale per la selezione degli interventi, d’altro canto, parla chiaro: bisogna allegare alla domanda la documentazione comprovante la piena disponibilità dell’area in cui verrà realizzato l’intervento oggetto della proposta progettuale, pena la revoca del contributo.
“Poiché le aree sono private, si deve procedere agli espropri altrimenti la Regione chiuderà il portafoglio” ammonisce il consigliere Mazzotta, “anche nel consiglio comunale si sono occupati della vicenda. Il consigliere Giulio Lisi ha chiesto, durante la seduta, di ritirare il punto all’ordine del giorno proprio per avere prima un quadro chiaro della questione”.
“Ora, c’è bisogno di un intervento della giunta regionale” conclude il capogruppo forzista, “la comunità già ha espresso il suo forte dissenso sulla realizzazione dell’ecomostro, che dovrebbe realizzarsi in una delle zone turistiche più di pregio del territorio. Se poi le carte non sono in regola, allora c’è un motivo in più per fare un passo indietro e, stando così le cose, solo la Regione può mettere la parola fine dopo aver compiuto un approfondimento rigoroso sulla completezza della documentazione presentata dal Comune di Ugento. La palla ora passa alla Regione e noi restiamo in attesa”.
Casili: “Subito confronto in commissione”
Al netto dei chiarimenti sul progetto per la realizzazione di un ecocentro nella località di Lido Marini di Ugento, il vicepresidente del consiglio regionale, Cristian Casili è tornato ad “insistere” in questi giorni sulla necessità di favorire il confronto nella commissione regionale Ambiente, auspicando una convocazione pressoché immediata.
“Trovandoci in un contesto ad alta vocazione turistica, riteniamo necessario un confronto sul progetto” ribadisce il consigliere del M5S, “progetto che presenta criticità sia rispetto all’istruttoria condotta ai fini dell’ammissione al finanziamento regionale, con particolare riferimento al requisito, autocertificato dal Comune, della piena disponibilità dell’area in cui è prevista la realizzazione dell’impianto, sia per quanto riguarda la sua localizzazione e l’effettivo fabbisogno di un ulteriore centro di raccolta nel territorio comunale di Ugento in cui risultano già realizzati tre impianti a servizio delle aree maggiormente abitate”.
“Per questo auspico che la richiesta di audizione dell’amministrazione comunale di Ugento, della competente sezione regionale e della Proloco di Lido Marini sia calendarizzata il prima possibile in commissione Ambiente per dare voce a tutti i soggetti interessati e per favorire un ulteriore e utile momento di confronto e partecipazione”.
“Nel 2019 ai fini della partecipazione all’avviso regionale il Comune aveva individuato quale area in cui ubicare l’impianto, quella destinata alla cessione in favore del Comune nell’ambito del Piano di lottizzazione proposto a gennaio 2013 dai proprietari del comparto n°78 del vigente Prg” continua Casili, “a maggio 2022, in seguito all’accoglimento dell’istanza di finanziamento da parte della Regione, l’istruttoria del piano di lottizzazione non risultava ancora conclusa, pertanto l’amministrazione ha provveduto ad avviare il procedimento per l’esproprio delle aree interessate dall’intervento con contestuale avvio delle relative procedure funzionali all’adozione di una variante al vigente piano regolatore regionale”.
“Sembrerebbe, quindi, non sussistere, né all’epoca della presentazione dell’istanza né allo stato attuale” evidenzia il consigliere regionale, “il requisito relativo alla piena disponibilità dell’area. E criticità sembrerebbero esserci anche per quello che riguarda l’adeguatezza della viabilità di accesso all’impianto, gli impatti del traffico veicolare sulla vicina zona residenziale e la produzione di impatti odorigeni per la previsione di conferire la frazione organica”.
“È noto a tutti il contributo offerto dai centri di raccolta nel perseguimento degli obiettivi di sostenibilità ambientale in materia di rifiuti” conclude Casili, “ma come tutti gli impianti, anche se meno impattanti, devono essere localizzati e progettati razionalmente per garantire che le risorse pubbliche ad essi destinate siano utilizzate in modo efficiente. Diversamente il rischio è quello di fornire un servizio inutile e di produrre ulteriore consumo di suolo sottraendo aree verdi alla comunità. Per questo ribadisco la richiesta di ascoltare gli attori interessati, così da poter dare risposte chiare ai cittadini”.