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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Emergenza mutui. L’esplosione dei tassi d’interesse mette in crisi famiglie e imprese. Ecco cosa fare

Appaiono drammatiche le stime fatte dal Codacons rispetto all’attuale costo di mutui e finanziamenti. Le conseguenze possono essere devastanti per famiglie e imprese. Esistono però alcune soluzioni. L'analisi dell’avvocato Antonio Maria Manco, di Metodo Legale

LECCE - “Negli ultimi dodici mesi il costo della vita ha subìto un incremento importante, con un’inflazione media, considerata a fine marzo 2023, pari a circa + 9,0%.
In base a questo trend – che non è affatto detto che cesserà in tempi brevi – nel giro di dieci anni gli italiani potrebbero vedere più che dimezzati i propri redditi reali e i risparmi. La situazione, vista sotto questa prospettiva, appare drammatica”, spiega l'avvocato Antonio Manco di Metodo Legale, che suggerisce quali condotte siano convenienti a fronteggiare l'emergenza, quali da evitare.

Avvocato, qual è, in particolare, la situazione di mutui e finanziamenti?
“Al generale incremento del costo della vita si affianca quello dei tassi di interesse per mutui a tasso variabile e per i nuovi prestiti personali e finanziamenti.
Secondo una recente ricerca del Codacons, un mutuo a tasso variabile costa oggi fino a 4.236 euro in più rispetto al 2021. Per chi, invece, accende oggi un finanziamento a tasso fisso, ogni anno sono previsti costi per circa 3.240 euro in più rispetto a chi richiedeva un prestito personale solo due anni fa”.

Questi aumenti che effetti hanno sulle famiglie?
“Gli incrementi descritti sono tali che molte famiglie non sono, già oggi, più in grado di adempiere ai costi finanziari connessi all’acquisto di immobili, autovetture o beni di consumo. In effetti, 3.000 o 4.000 euro in più ogni anno, per il solo mutuo utilizzato per l’acquisto della prima casa, possono porre in crisi la pianificazione finanziaria di moltissimi cittadini e famiglie, soprattutto a reddito fisso e che magari hanno più finanziamenti accesi contemporaneamente”.

L'avvocato Antonio Manco-6-3

Quali sono invece i principali problemi per le imprese?
“Per le imprese, ovviamente, la situazione non è più semplice, anzi. Dopo gli anni del covid e dei lockdown, gli imprenditori si trovano nuovamente a fare i conti con gravi problematiche impossibili da preventivare fino a poco tempo fa. Lo scenario è quello di una drastica riduzione dei consumi, e, dunque, dei fatturati aziendali; al contempo, le imprese si trovano a fare i conti con l’aumento incontrollato dei costi per energia, materie prime e, appunto, per tassi di interesse per mutui, finanziamenti e leasing. Per molti artigiani, commercianti, imprenditori e professionisti la morsa fra riduzione della domanda e incremento delle spese potrebbe apparire senza via d’uscita”.

Esistono delle soluzioni?
“Innanzitutto può essere utile riferire quello che è meglio non fare.
Per chi si trova in una situazione di questo tipo, la tentazione potrebbe in effetti essere quella di correre a rinegoziare il mutuo con la banca, chiedendo l’applicazione di un tasso di interesse fisso. In molti casi, tuttavia, una soluzione di questo tipo sarebbe sconsigliabile. Infatti, come visto, anche i tassi fissi oggi appaiono particolarmente elevati; ne deriva che, in caso di futuro raffreddamento dei costi finanziari, chi ha “convertito” il tasso da variabile a fisso nel presente periodo storico, si ritroverà nuovamente svantaggiato nel momento in cui i tassi torneranno – si spera presto – a scendere.
Anche l’ipotesi di chiedere la sospensione del mutuo potrebbe rivelarsi, sul lungo periodo, controproducente; ciò perché, a fronte di un temporaneo sollievo economico, normalmente si verificherà un incremento delle rate nel momento in cui la sospensione verrà a cessare”.

Come dovrebbero invece comportarsi consumatori e imprese? 
“Non è ovviamente possibile trovare una soluzione unica per ogni situazione, data la varietà e complessità dei possibili casi.
Si possono tuttavia ipotizzare alcune vie d’uscita.
Innanzitutto può essere opportuno – dopo però un’attenta ponderazione - rinegoziare i mutui, magari sempre a tasso variabile ma con la previsione di un CAP (vale a dire di un limite massimo oltre il quale il tasso di interesse non potrà mai salire). Tale ipotesi risulterà utile soprattutto se il nuovo mutuo potrà essere utilizzato per estinguere anche altri finanziamenti, in tal modo riducendo il numero di rate e razionalizzando i costi complessivi.
Vi sono però casi in cui tali strade di tipo negoziale non sono percorribili. Nei casi più gravi, imprenditori o famiglie potrebbero trovarsi nella condizione di non riuscire a pagare e quindi di vedersi revocare i rapporti finanziari. A quel punto, il rischio di azioni giudiziarie e pignoramenti è dietro l’angolo.
Anche in tali casi esistono però importanti tutele che l’ordinamento giuridico mette a disposizione di chi non ha potuto adempiere, non per sua colpa, alle proprie obbligazioni”.

Può dirci qualcosa di più in merito a tali tutele? 
“La legge, in particolare il Codice della crisi, prevede la possibilità di predisporre dei piani di risanamento dei debiti. Tali strumenti sono estremamente flessibili, in quanto sono finalizzati a conciliare le esigenze e i diritti dei soggetti creditori con le effettive possibilità economiche e finanziarie dei debitori. 
Il Tribunale di Lecce ha già omologato diversi piani di questo tipo nel 2023 e, data la crisi economica in cui sfortunatamente siamo coinvolti, è inevitabile che ciò avverrà anche in futuro”.
 

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