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Una nuova visione degli spazi urbani per fermare l'inquinamento dell'aria

Se la qualità dell'aria è migliorata rispetto a epoche recenti, in Europa e in Italia, resta notevole lo sforzo da fare ancora per centrare gli obiettivi indicati dall'Oms. I dati su PM10, PM 2,5 E NO2 per le città pugliesi

LECCE - Per quanto negli ultimi dieci anni la comunità scientifica europea abbia rilevato un miglioramento complessivo della qualità dell'aria, anche in Italia, gli obiettivi di allineamento con le indicazioni dell'Organizzazione mondiale della Sanità restano ancora distanti, tanto più dopo l'emanazione (a novembre) delle nuove linee guida che hanno rivisto al ribasso i limiti per le concentrazioni dei principali inquinanti atmosferici. Va ricordato che l'Italia, nel novembre del 2020, è stata condannata dalla Corte europea di giustizia dopo una procedura di infrazione sulle polveri sottili nel periodo dal 2008 al 2018. 

Il nuovo report di Legambiente "Mal'ariga di città. Quanto manca alle città italiane per diventare clean cities” (sotto, in allegato) propone una fotografia della situazione italiana per come rilevata da 238 centraline di monitoraggio installate in 102 capoluoghi di provincia, con riferimento al PM 10, al PM 2,5 e al biossido di azoto, NO2. E in Puglia il quadro, per quanto meno grave rispetto al contesto nazionale, necessita nondimeno di un impegno serio per centrare i valori suggeriti dall'Oms: 15 microgrammi per metro cubo  per il PM10, una media di 5 per il PM2.5 e 10 per l’NO2. Si contano sulle dita di una mano le città che rispettano i parametri per PM10 (Caltanissetta, La Spezia, L’aquila, Nuoro e Verbania) e NO2 (Agrigento, Enna, Grosseto, Ragusa e Trapani). 

I valori riscontrati a Lecce sono 21 microgrammi per metro cubo per il PM10 e 11 per il PM 2.5, mentre per NO2 i dati non sono ancora disponibili. Significa che sarebbe necessaria una riduzione rispettivamente del 27 e del 56 percento. In Puglia per il PM 10 il valore peggiore è quello di Barletta (25), mentre il particolato più piccolo alla città della disfida si affiancono Bari e Andira. Per il biossido di azoto per Taranto si segnala un valore di 25 micogrammi per metro cubo, più del doppio della soglia precauzionale indicata dall'Oms.

Il dato pugliese - ha commentato Ruggero Ronzulli, presidente di Legambiente Puglia - ci dimostra come le città maggiormente penalizzate sono quelle in cui la mobilità e le aree industriali sono i fattori che incidono negativamente sulla qualità atmosferica e sanitaria. Per questi motivi, da qui ai prossimi anni, per accelerare la transizione ecologica sarà centrale adottare misure che puntino davvero ad una nuova visione di città e centro urbano, incentrando la pianificazione sulla mobilità sostenibile, elettrica, intermodale, di condivisione ripensando anche gli spazi urbani. Sarà inoltre rilevante puntare anche sull’efficientamento energetico e bloccare la commercializzazione dei veicoli a combustione interna al 2030”.

Leggi il Rapporto_Malaria_2022

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